Da diverso tempo oramai, la popolazione di Sessa si batte contro al chiusura delle scuole elementari decisa dal Municipio a partire dall’anno scolastico 2025-2026. Pubblichiamo qui l’interpellanza dei deputati dell’MPS sulla questione. (Red)
Da mesi la popolazione dell’ex comune di Sessa si batte per mantenere la scuola elementare.
Come tutte e tutti ricordano il comune di Tresa è nato dall’aggregazione degli ex comuni di Croglio, Monteggio, Ponte Tresa e Sessa. Per Sessa si è trattato di un’aggregazione coatta tenuto conto che nella votazione consultiva del 25 novembre 2018 la popolazione di questo ex comune aveva respinto la proposta di aggregazione con il 52.72% dei voti.
Il Consiglio di Stato nel suo messaggio del 3 aprile 2019 aveva proposto al Gran Consiglio un’aggregazione a tre (Croglio, Monteggio, Ponte Tresa) in considerazione di questo voto popolare.
Ciononostante la maggioranza del Gran Consiglio, con il voto contrario del MPS e Più Donne, aveva entusiasticamente deciso di procedere ad una aggregazione coatta di Sessa nel nuovo comune.
Come indicato nel messaggio del CdS non vi era nessuna ragione obiettiva per procedere a questo atto di forza: “in linea con la politica aggregativa cantonale precisata nel PCA, preso atto della volontà espressa dai cittadini di Sessa e ritenuto che per quest’ultimo (del CdS) l’aggregazione tutto sommato in questo momento costituiva più un’opportunità che una necessità ai primi di febbraio 2019 il Governo ha deciso di orientare la propria proposta verso l’aggregazione limitata a Croglio, Monteggio e Ponte Tresa, escludendo quindi Sessa.” (sottolineatura nostra); e ancora: “ … la decisione del Consiglio di Stato di non proporre l’inclusione di via coatta di Sesse non vuole ancora necessariamente dire che questa via non sia in assoluto ipotizzabile, ma va invece letta come la proposta della soluzione agli occhi del Governo più adeguata alle specifiche circostanze e alla situazione di Sessa al momento della decisione sul prosieguo della procedura, tenuto conto di tutti gli elementi compreso il fatto che i cittadini in formale votazione consultiva si sono espressi contro l’aggregazione.”
Segue il colpo di scena: il 4 marzo 2019 un gruppo di cittadini di Sessa consegna alla Cancelleria dello Stato una petizione sottoscritta da 272 aventi diritto di voto nel Comune e 70 residenti con il seguente testo: “ Un gruppo di cittadini, consapevoli che il voto negativo a Sessa è stato espresso con la convinzione che un risultato contrario avrebbe bloccato l’intero progetto e cosciente delle opportunità offerte dal nuovo Comune Tresa, hanno deciso di indire una petizione che chiede:
-al Consiglio di Stato di rivedere la sua decisione e proporre l’aggregazione di Tresa senza il Comune di Sessa e presentare al Gran Consiglio il messaggio che suggerisce l’adozione del progetto originale a 4 ( Sessa compreso);
-al Gran Consiglio di volersi esprimere per la creazione del nuovo Comune Tresa, con l’inclusione di Sessa”.
Sulla base di questa petizione la maggioranza del Gran Consiglio ha proceduto ad un’aggregazione coatta di Sessa.
La garanzia di mantenere nell’ex comune di Sessa la scuola dell’infanzia ed elementare era una di queste importanti opportunità offerte dal nuovo Comune Tresa.
Possiamo infatti leggere nel rapporto della commissione del Gran Consiglio: “ Il nuovo Comune di Tresa (caratteristiche): scuole istituto scolastico unico con sede principale a Croglio (le attuali strutture scolastiche di Croglio, Sessa e Ponte Tresa vengono mantenute attive” (pagina 3)
Nel rapporto della commissione di studio dell’aggregazione tale postulato era così espresso:


Ora, a poco meno di 6 anni dall’aggregazione coatta di Sessa, il Municipio di Tresa si fa un baffo delle promesse fatte alla popolazione di Sessa e chiude la scuola! Un atteggiamento inaccettabile che mina profondamente il rapporto di fiducia tra cittadini e autorità politiche.
Il Consiglio di Stato, organo di controllo e vigilanza sui Comuni, non può rimanere silente e non intervenire a difesa delle garanzie date alle cittadine e ai cittadini di Sessa.
Per questa ragione si chiede al Consiglio di Stato:
1. Non ritiene che il Gran Consiglio debba onorare, in particolare alla luce delle circostanze con le quali è avvenuto il coinvolgimento di Sessa nella fusione, le promesse fatte in occasione dell’aggregazione in materia di sedi scolastiche?
2. Non ritiene, in qualità di organo di vigilanza e sulla base degli orientamenti che aveva proposto al Gran Consiglio (e che escludevano Sessa dall’aggregazione) di dover richiamare il Gran Consiglio al mantenimento delle garanzie date e delle promesse fatte?
3. Nella prospettiva indicata al punto 2, non ritiene di poter avanzare proposte – anche in deroga alle attuali disposizioni in materia di formazione delle sezioni scolastiche – che permettano di instaurare una moratoria dell’attuale struttura delle scuole nel comune di Tresa che dia il tempo necessario a trovare una soluzione concordata?