I leader dei governi liberali occidentali – Germania, Gran Bretagna, Francia e Canada – hanno atteso un anno e mezzo dall’inizio della guerra genocida condotta dall’esercito sionista contro il popolo martire di Gaza prima di iniziare, con notevole timidezza, a protestare contro lo zelo dello Stato di Israele nel commettere questo odioso massacro. Tuttavia il loro comportamento non ha fatto altro che sottolineare il loro precedente silenzio, un silenzio dei cimiteri, se non la loro palese complicità con il governo sionista. Si erano tutti schierati con l’amministrazione Biden, non solo per giustificare la nuova invasione della Striscia di Gaza da parte di quel governo, ma anche per respingere qualsiasi richiesta di “cessate il fuoco” – in questo caso, la fine del genocidio.
Questo comportamento è continuato per diversi mesi, fino a quando non hanno cominciato a vergognarsi di questa posizione ignominiosa, di fronte all’indignazione popolare per il massacro, che continuava a crescere con il passare del tempo e con l’aumento delle vittime della macchina omicida israeliana. Anche allora, la loro posizione non differiva da quella dell’amministrazione Biden, in quanto si astenevano dal criticare pubblicamente il governo di Benjamin Netanyahu o dall’esercitare una reale pressione su di esso. Hanno invece accettato le varie argomentazioni addotte da quel governo per giustificare la continuazione del suo genocidio, fino a quando non sono stati costretti a differenziarsi dalla nuova amministrazione americana, quella di Trump, quando è diventato chiaro che era ancora più complice di Netanyahu rispetto al suo predecessore.
Questo disgustoso spettacolo è una delle espressioni più eclatanti, se non la più eclatante, di quella che dieci mesi fa ho definito “la caduta del liberalismo atlantista” (cfr. “L’antifascismo e la caduta del liberalismo atlantista”, 14 agosto 2024). Il fatto è che la guerra genocida condotta dallo Stato sionista ha superato in brutalità e sadismo tutto ciò che abbiamo visto dalla fine della Seconda guerra mondiale. Questo perché la brutalità e il sadismo in questo caso non sono del tipo praticato da bande frenetiche in Paesi “arretrati”, come i genocidi di cui sono stati testimoni il Ruanda e il Congo prima della fine del secolo scorso, o quello del Darfur all’inizio del nuovo, o quello perpetrato dall’organizzazione “Stato Islamico” in Iraq una decina di anni fa. Non sono nemmeno del tipo praticato da governi definiti “barbari”, come le forze armate ufficiali del Bangladesh o il governo dei “Khmer Rossi” in Cambogia negli anni Settanta. A Gaza, la brutalità e il sadismo sono praticati dal governo di un Paese industrialmente avanzato, appartenente al club globale dei ricchi, che pretende di rappresentare la “civiltà” di fronte alla barbarie, come Netanyahu sottolinea costantemente nei discorsi che fa all’opinione pubblica occidentale per descrivere la guerra che sta conducendo.
In altre parole, si tratta di uno dei tanti genocidi perpetrati in nome della “civiltà”, che sono stati molti nella storia, sia in nome della civiltà in generale, sia in nome della civiltà occidentale o “ariana”. Ne sono un esempio il genocidio perpetrato dal colonialismo belga in Congo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, il genocidio perpetrato dall’Impero tedesco in Namibia, il genocidio perpetrato dai Giovani Turchi contro gli armeni e altre minoranze durante la Prima guerra mondiale e il genocidio perpetrato dalla Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale. C’è però un’importante differenza tra queste guerre genocide e quella condotta dallo Stato sionista nella Striscia di Gaza: quest’ultima viene trasmessa in televisione per essere vista da tutto il mondo. Mentre i nazisti nascondevano il genocidio degli ebrei e di altre minoranze dietro le recinzioni dei loro campi di sterminio perché in conflitto con le loro pretese di civiltà (a differenza dei vari genocidi che hanno accompagnato l’invasione della Polonia e poi della Russia, che sono stati avvolti e nascosti dalla nebbia della guerra), il governo sionista sta ora continuando il suo genocidio dei gazesi, sapendo che è sotto gli occhi di tutti.
È vero che l’esercito sionista ha deliberatamente ucciso un numero record di giornalisti all’interno della Striscia di Gaza, ma sa bene che nulla può nascondere la brutalità e il sadismo delle sue forze armate, come testimoniano le ignobili fucilazioni quotidiane di decine di gazesi in difficoltà che si sfiniscono per ottenere i magri aiuti che il governo Netanyahu e il suo alleato americano “generosamente” distribuiscono loro. Abbiamo persino visto gli stessi soldati israeliani contribuire a promuovere le immagini delle pratiche sadiche che commettono, nella maggior parte dei casi per orgoglio piuttosto che per il desiderio di esporli alla stigmatizzazione.
La guerra genocida dello Stato sionista a Gaza e la complicità dei governi liberali occidentali con essa hanno fatto molto per stimolare l’ascesa del neofascismo a livello globale, portandolo a dominare alla guida della superpotenza più potente del mondo, la superpotenza che ha sempre sostenuto di rappresentare l’eredità civilizzatrice del liberalismo atlantista emerso dalla lotta antifascista della Seconda guerra mondiale. Prima del trionfo del neofascismo, e durante il suo cammino, queste guerre e complicità avevano già completato il disonore dell’eredità liberale atlantista (ancora ipocrita), tanto da spogliarla di ogni residua credibilità, stimolando così il dominio del suo avversario neofascista.
*Tradotto dalla rubrica settimanale curata dall’autore sul quotidiano londinese in lingua araba Al-Quds al-Arabi. Questo articolo è apparso per la prima volta online il 10 giugno. tradotto dalla versione francese apparsa sul blog dell’autore (https://blogs.mediapart.fr/gilbert-achcar/blog/110625/les-larmes-de-crocodile-du-liberalisme-agonisant)
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