Friburgo. Il prossimo 1° ottobre, sciopero cantonale contro i tagli

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A Friburgo sta accadendo qualcosa di non consueto per il nostro paese: i dipendenti cantonali scendono in sciopero. È la risposta collettiva al pacchetto di tagli imposto dal governo e un segnale chiaro che non intendiamo più subire passivamente l’attacco ai nostri salari, alle nostre condizioni di lavoro e alla qualità dei servizi pubblici.
Il 10 settembre 2025, in un’assemblea straordinaria del personale pubblico e para-pubblico, centinaia di lavoratori e lavoratrici hanno deciso di passare alla controffensiva: una manifestazione il 24 settembre e, soprattutto, uno sciopero il 1° ottobre.
La sala era attraversata da una rabbia determinata. Dopo mesi di consultazioni, il Consiglio di Stato ha finto di ascoltare, cancellando solo due delle misure proposte: l’eliminazione dell’attuale regolamentazione che prevede il versamento di metà della tredicesima mensilità a giugno e l’introduzione di un cosiddetto contributo di solidarietà, che avrebbe comportato una riduzione salariale dell’1%.
Tuttavia, l’impianto del piano di austerità rimane intatto: congelamento delle indennità, blocco della compensazione del rincaro, moratoria sulla rivalutazione dei compiti, peggioramenti pesanti per chi svolge lavori usuranti, in particolare nella sanità.
In altre parole: nei prossimi tre anni ogni lavoratore/trice rischia di perdere migliaia di franchi di salario reale. Un vero furto legalizzato, mascherato da “risanamento finanziario”.
Il paradosso è che questo pacchetto di austerità non ha alcuna giustificazione: da oltre dieci anni i conti del Cantone sono in attivo, con un capitale proprio che sfiora i 600 milioni. Nel frattempo, però, non si sono fatti scrupoli a regalare sgravi fiscali ai più ricchi. Tagli per i salariati, regali per i padroni: ecco la logica che vogliono imporre.
Nonostante qualche esitazione – come quella di un’insegnante preoccupata per le conseguenze sugli allievi – la stragrande maggioranza dei presenti ha compreso che non ci sono alternative: senza sciopero non ci sarà nessun rispetto per chi lavora. Lo hanno ricordato in particolare i settori più sotto pressione, come le infermiere e gli infermieri dell’ospedale cantonale, già stremati da condizioni insostenibili e traditi dal mancato rispetto dell’iniziativa popolare sulle cure infermieristiche approvata nel 2021. Ora il governo pretende addirittura di risparmiare sulla loro pelle e su quella dei pazienti.
Per questo lo sciopero del 1° ottobre non è solo una mobilitazione sindacale: è una battaglia politica contro l’austerità, contro un governo che difende i privilegi di pochi e calpesta i diritti di chi manda avanti i servizi pubblici. È una rottura con la vecchia logica attendista delle direzioni sindacali, che troppo spesso hanno reagito quando era ormai tardi. Questa volta la lotta si anticipa, per pesare direttamente sulle decisioni del Gran Consiglio, previsto dal 7 al 10 ottobre.
Non c’è tempo da perdere. Ogni giorno che passa senza mobilitazione rafforza chi vuole smantellare i nostri diritti.

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