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Molte sciocchezze sono state dette sulla proposta dell’MPS di convocare una seduta straordinaria del Gran Consiglio per discutere le decisioni del governo sull’“arrocco”.
Tra le più ricorrenti, soprattutto dai partiti di governo, c’è l’idea che il Parlamento non possa discutere quelle decisioni poiché “di esclusiva competenza del governo”.
Un ragionamento strumentale, utile solo a scaricare responsabilità politiche e nascondersi dietro una pretesa, e inesistente, “autonomia” del governo.
In realtà, gli stessi partiti intervengono, eccome, anche su scelte formalmente (da leggi e regolamenti) attribuite al governo.
Si pensi ai Preventivi 2024 e 2025: molte misure di risparmio (82 milioni nel 2024 e 38 nel 2025) erano “di competenza del CdS”, ma nessuno ha affermato che, per questo, che non si potesse e dovesse discuterne.
Anzi, ci sono state critiche ai tagli agli istituti per invalidi, alla scuola, ecc.
Discussioni vivaci in Gran Consiglio, pur senza potere decisionale diretto.
Ed era giusto così: si trattava – come oggi – di decisioni politiche. Perché il Parlamento non potrebbe e dovrebbe discuterne?
La Società Navigazione del Lago di Lugano (SNL) naviga in cattive acque: calo dei passeggeri, conti in rosso, rendimenti disastrosi della cassa pensione, e altro ancora. Il tutto frutto di una cattiva gestione, ma, come sempre, le colpe vengono ribaltate sui salariati.
Infatti, secondo quanto riportato da La Regione, il Consiglio di amministrazione “ha avviato misure di contenimento dei costi, tra cui spicca una riduzione dell’8,33% del salario per i collaboratori. A parziale compensazione, è stato deciso — in accordo con l’Associazione del Personale operante nel trasporto lacuale e terrestre Ticino, presieduta da Natalia Ferrara — di versare una tantum di 1’000 franchi a ciascun dipendente”.
In altre parole, la “sindacalista” Ferrara ritiene accettabile che i lavoratori rinuncino per sempre a un mese di stipendio (l’equivalente dell’8,33%), in cambio di un bonus una tantum di 1’000 franchi. Un “accordo sindacale” davvero notevole!
Chissà cosa ne pensano i suoi colleghi dell’Unione Sindacale Svizzera (USS)? Già, perché Ferrara è vicepresidente dell’ASIB — l’associazione degli impiegati di banca — una federazione affiliata proprio all’USS, insieme a sindacati come Unia, SEV, VPOD, ecc. Dunque, Natalia Ferrara è “collega” dei vari Gargantini, Ghisletta, Stroppini, che nei giorni scorsi hanno invece denunciato apertamente la politica antisindacale della SNL.
Forse è il caso di fare un po’ di chiarezza nel mondo del sindacalismo svizzero. Pierre-Yves Maillard, presidente dell’USS, sarà in Ticino a fine agosto per parlare dei premi di cassa malati. Potrebbe essere l’occasione giusta per discutere anche di quanto accade in casa SNL, con la “collega” Ferrara.
Nel settembre 2020, con una risicatissima maggioranza di appena 8.000 voti, il popolo svizzero ha approvato l’acquisto – per 6 miliardi di franchi – dei caccia americani F-35. A convincere quell’esile margine fu soprattutto un argomento: il prezzo fisso. Ci era stato detto che quello sarebbe stato il costo definitivo, e che non sarebbe cambiato, soprattutto considerando che tra la decisione d’acquisto e la consegna dell’ultimo velivolo sarebbero passati parecchi anni.
Oggi, invece, si ammette che costeranno di più. Che quel prezzo fisso non copre tutti i costi. E che ci vorrà almeno un miliardo in più – ma anche questa cifra è tutt’altro che definitiva. Il tutto sarebbe nato da un “malinteso”. Come se fosse normale impegnare 6 miliardi senza che il contratto fosse chiaro nei dettagli.
Ora, i più furbi cercano di cavarsela con un trucco: invece di acquistare i 36 esemplari previsti, si potrebbe comprarne qualcuno in meno, così da restare nel budget stanziato. Un po’ come facevamo da bambini, quando mettevamo sul bancone del negozio del paese qualche spicciolo racimolato qua e là e chiedevamo al gerente quante cicche potevamo comprare.
Ebbene, la risposta oggi deve essere netta: non ne vogliamo nemmeno uno di questi aerei! E se questa decisione fosse, come temo i favorevoli, un primo passo per “smantellare” l’esercito non potremmo che esserne felici.
Nel contesto di canicola annunciata ed arrivata con anticipo, la ricerca di refrigerio, soprattutto in centri balneari con adeguata ombreggiatura fornita dalle piante, diventa un vero e proprio bisogno sociale e sanitario.
L’attualità di questi giorni riporta una situazione grave da questo punto di vista. Il Lido di Lugano strabocca, è stato di fatto messo un tetto massimo alle entrate, con persone (e famiglie) che vengono respinte. Per entrare alla piscina comunale di Mendrisio, ci sono colonne di un’ora… Più in generale, praticamente tutti i lidi pubblici del Sottoceneri (e anche del Sopraceneri in alcuni casi) sono in una situazione di “over booking”. E siamo solo all’inizio della stagione estiva.
Cresce il bisogno di luoghi di balneazione pubblici e cresce il pericolo sanitario dovuto alle forti temperature, sovraccaricando quelle esistenti. Pe questo, la decisione brutale di Badaracco e soci di chiudere il centro balneare di Carona, in altura e inserito in un parco alberato, si traduce in una scelta irresponsabile dal punto di vista sociale e sanitario. Per servire gli interessi di un gruppo privato, il Municipio di Lugano, di fatto, gioca con la salute della propria popolazione. Non siamo più alla sola irresponsabilità politica, ma tracimiamo anche in quella sanitaria.
Badaracco e il Municipio saranno felici perché quest’anno potranno presentare una riduzione dei deficit dei lidi comunali di Lugano. Infatti, sfruttando una riduzione dell’offerta, a fronte di una crescita della domanda, il Comune di Lugano ha pensato bene di aumentare i prezzi generali (biglietti d’entrata, ombrelloni, ecc.). Un esempio delle conseguenze nefaste ad ampio raggio di quando la politica serve esclusivamente gli interessi privati…