Sull’ultimo numero di Solidarietà abbiamo illustrato i pericoli posti dalla fissazione di salari di base troppo bassi nel quadro della messa in pratica (tuttora scarsa) delle cosiddette misure di accompagnamento.
Avevamo spiegato come la fissazione di un salario minimo legale eccessivamente basso per un settore, non solo non permetta ad una persona che abita in Ticino di vivere dignitosamente, ma ha come effetto di spingere verso il basso (è questo il dumping) il resto dei salari effettivamente pagati, in particolare quelli che si situano a livello medio.
Abbiamo proceduto ad un primo approfondimento del tema visto che la scorsa settimana la Commissione Tripartita in materia di libera circolazione delle persone (1) ha deciso di introdurre nei settori della fabbricazione di apparecchiature elettriche, della fabbricazione di computer,prodotti elettronici e ottici, e nei negozi con meno di 10 dipendenti un salario minimo di 3’000 franchi al mese. Questa decisione è stata fortemente contestata dall’Associazione Industrie Ticinesi diretta da Daniele Lotti, direttore della Sopracenerina, presidente dell’Ente Ospedaliero Cantonale, già municipale liberale di Bellinzona, capogruppo PLRT in Gran Consiglio e dirigente di UBS.
Una decisione viceversa sostenuta dalle organizzazioni sindacali che l’hanno salutata come un importante passo in avanti nell’applicazione e nella concretizzazione delle misure d’accompagnamento agli accordi bilaterali.
Al padronato bisogna sicuramente dar atto di un’indistruttibile coerenza ideologica che non si ferma neppure davanti all’immoralità. Le organizzazioni sindacali dal canto loro hanno contribuito, ancora una volta, alla spinta verso il basso delle condizioni salariali in questo cantone. Nessun imbarazzo per una doppia morale: nei congressi e nelle risoluzioni si rivendica un salario minimo di 4’000 franchi quale soglia sotto la quale non è possibile vivere; nella quotidianità, si sottoscrivono e si legittimano accordi salariali anche inferiori ai 3’000 franchi.
Un salario minimo inferiore a 3’000 franchi per quasi 50’000 salariati
In Ticino sono 50’000 le salariate ed i salariati ai quali un padrone può proporre/imporre un salario mensile inferiore a 3’000 franchi (calcolato su 40 ore settimanali).
Oltre 25’000 salariate e salariati sono sottoposti ai contratti collettivi del settore orologiero, della ristorazione e del lavoro temporaneo che prevedono per il nostro cantone salari pari o inferiori a 3’000 franchi su una base di 40 ore settimanali. 2’440 franchi per il personale temporaneo (10’000 occupati) 3’000 per la ristorazione (13’000 occupati) e 2’600 per il settore orologiero (2’600 occupati).
Altri 25’000 persone circa, sono occupate in ambiti nei quali il Dipartimento economia e finanze della signora Sadis, in accordo con le parti sociali, ha introdotto o rinnovato dei contratti normali di lavoro (CNL). Questi CNL assumono a regolamentazioni obbligatorie. 9 contratti normali di lavoro (2) nei quali in stile “Corea del Nord” si sono stabiliti dei salari minimi inferiori a 3’000 franchi.
Una scelta consapevole e deliberata
La domanda che ci si può porre è su quale base si è stabilito e viene stabilito il salario minimo e se è un caso che fino ad ora tutti i CNL contengono dei minimi salariali inferiori a 3’000 franchi. La risposta ci viene data dal rapporto d’attività 2010 della commissione tripartita (3). In questo rapporto si stabilisce che questa è la cifra di riferimento. Sotto i 3’000 franchi la definizione del dumping salariale è “più stretta”, sopra i 3000 franchi “meno stretta”. Una cifra di riferimento che ha fatto l’unanimità dei membri, rappresentanti sindacali compresi (4). Da quest’ultimi ci si sarebbe potuto aspettare che salissero sulle barricate o più in linea con atteggiamenti socialdemocratici nostrani, che si sdraiassero sui binari per difendere il riferimento ad un salario mensile di almeno 4’000 franchi.
Impiegati di commercio i prossimi sulla lista?
Dalle dichiarazioni rilasciate a Teleticino dalla responsabile dell’Ufficio per la sorveglianza del mercato del lavoro, signora Lorenza Rossetti, sono in corso verifiche sulle condizioni salariali nel settore degli impiegati di commercio.
Un settore vasto ed importante per l’occupazione nel nostro cantone. Da un primo bilancio risulta che vi sia una dinamica che vede assunzioni con salari attorno ai 3’000 franchi. Il settore ha formalmente un contratto collettivo di lavoro sottoscritto da Camera di Commercio e Società impiegati di commercio. Il salario minimo per il personale qualificato, dopo 2 anni di lavoro è di 3’000. Il salario mediano (cioè il salario che divide esattamente in due i lavoratori del settore: metà sopra e metà sotto) nel settore per il personale qualificato è di circa 4’700 franchi. Che cosa deciderà la commissione tripartita una volta stabilito che nel settore vi è in atto un dumping salariale?. Stabilirà quale salario minimo il salario mediano del settore, vale a dire 4’700 franchi o applicherà quale salario minimo i famosi ‘3000 franchi, rafforzando la logica del dumping di stato?
1. La commissione tripartita è composta da 18 persone. 6 padroni Albertoni Gianni AIET, Albertoni Luca CCIA, Anastasia Vittorio SSIC, Huber Marco Gastro Ticino, Modenini Stefano AITI, Suter Claudio UAE. 6 sindacalisti: Agustoni Valerio SIC, Ambrosetti Renzo Unia, Ceruso Nando OCST, Lurati Saverio Unia, Robbiani Meinrado OCST, Testa Stefano VPOD. 6 alti funzionari: Cometta Attilio, Del Don Federico, Marazza Carlo, Montorfani Sergio, Rizzi Stefano, Rossetti Lorenza
2. I 9 CNL riguardano i seguenti ambiti: agricoltura, personale domestico, vendita, vendita con meno di 10 occupati, call centers, centri di bellezza, gommisti, apparecchi elettronici, apparecchi elettrici,
3. www4.ti.ch/dfe/de/usml/sportello/commissione-tripartita/rapporti-dattivita/
4. Nei settori con CCL o CNL con salari minimi obbligatori margine di tolleranza 0% e numero di abusi tollerati del 5%;
Nei settori senza CCL e senza CNL con salari minimi obbligatori:
– se il salario percepito dai lavoratori è inferiore a 3000 franchi tolleranza 0% e numero di abusi tollerati 10%; – Se il salario percepito dai lavoratori è superiore a 3000 franchi tolleranza 10% e numero di abusi tollerati 10%.