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teresarodrTeresa Rodríguez [capolista di Podemos in Andalusia, membro della corrente Anticapitalistas],appena comunicati i risultati elettorali, ha fatto una dichiarazione, che è anche un bilancio politico della campagna elettorale, ed ha anticipato il suo programma politico immediato di opposizione al governo social-liberista di Susana Díaz: «Dopo le elezioni, tutti i partiti cantano vittoria. Non noi.

Abbiamo ottenuto 15 seggi nel parlamento andaluso, ma non abbiamo raggiunto il nostro obbiettivo, perché domani si continuerà a sfrattare 40 persone ogni giorno, ci saranno ancora 1 milione di disoccupati/e, nonché 1 milioni di bambini che vivono al di sotto della soglia di povertà in Andalusia. Il nostro obbiettivo è ottenere la maggioranza politica per governare per il popolo e con il popolo come soggetto attivo del suo governo. Fino ad allora, non potremo cantare vittoria».

Teresa Rodríguez non canta vittoria perché il Psoe mantiene i suoi 47 seggi, anche se ha perso 250.000 voti; il PP crolla cedendo circa 200.000 voti al Partito socialista (evento storico in Andalusia), ma con i suoi 33 deputati non è stato superato da Podemos; Ciudadanos [Cittadini] appare come soluzione di ricambio d’urgenza per la destra, ottenendo 368.000 voti, perlopiù provenienti dal PP, e 9 seggi.

La dirigente di Podemos in Andalusia non si è dimostrata compiaciuta di fronte alla considerevole avanzata elettorale di una forza nata di recente, senza mezzi finanziari, senza struttura organizzativa e senza una precedente esperienza istituzionale in un territorio in cui il Partito socialista dispone di solide reti elettorali in località che hanno regolarmente un’incidenza importante sull’elettorato.

Conviene comunque sottolineare alcuni elementi positivi forniti dai risultati elettorali di Podemos. Al suo primo appuntamento elettorale dopo la sua comparsa in occasione delle ultime elezioni europee del 25 maggio 2014, ha ottenuto 590.011 voti, vale a dire il 14,8%, esattamente 300.000 in più rispetto alle europee: un aumento del 300% in un anno in terra andalusa.

I voti che ha avuto Podemos sono di varia origine: ex elettori socialisti (circa 200.000), ex elettori di Izquierda Unida (altri 200.000), verdi di Equo (quasi 20.000), e il resto proviene dalla sinistra radicale e dall’astensionismo di sinistra, Va messa in risalto la positiva collaborazione nel corso della campagna elettorale tra i «podemisti» e gli attivisti verdi, che purtroppo non hanno avuto alcun seggio per i candidati di Equo [20.000 voti e lo 0,53% dei suffragi, nel 2012]. Podemos è riuscito a realizzare la più forte mobilitazione di tutta questa campagna elettorale, con i suoi 200 comizi e iniziative pubbliche, tra cui va particolarmente segnalato il meeting svoltosi al Velodromo di Dos Hermanas (Siviglia), con la partecipazione di 16.500 persone, 6.500 di più della somma dei/delle partecipanti ai meetings organizzati contemporaneamente dal Psoe, il PP, IU e Ciudadanos. Il successo di Dos Hermanas suggeriva erroneamente che l’avanzata elettorale di Podemos sarebbe stata ben più rilevante di quanto non fosse realmente nella coscienza popolare.

L’offensiva della destra politica e dei mezzi di comunicazione di massa contro Podemos, con una pestifera ondata di calunnie e menzogne rafforzata da silenzi, è stata una prima dimostrazione della battaglia mediatica che si verificherà alle prossime scadenze elettorali del 25 maggio in altre regioni e comuni, come pure, naturalmente, alle elezioni generali di fine anno. I poteri economici associati alle grandi imprese dell’Ibex 35 [indice di Borsa di Madrid] hanno elaborato tre sfide a livello dello Stato, che già si sono manifestate in Andalusia: arrestare l’avanzata di Podemos; predisporre una soluzione di ricambio per gli elettori scontenti del PP tramite il sostegno arrecato da Ciudadanos; fare pressione affinché il governo realizzi una grande coalizione tra il PP e il Psoe (sotto forma di un governo congiunto o di un governo del partito maggioritario sorretto dal secondo partito). Nel caso dell’Andalusia, la grande scelta del capitale porta il nome di Susana Díaz.

Le elezioni andaluse hanno tuttavia dimostrato che è difficile arrestare l’aspirazione al cambiamento di un parte importante delle classi lavoratrici che non si rassegnano, che hanno abbandonato le loro vecchie fedeltà e puntano su Podemos come strumento di lotta elettorale. La speranza e l’organizzazione degli attivisti dei Circoli [Podemos è strutturato in centinaia di circoli locali e in una trentina di circoli “tematici”], l’organizzazione di base di Podemos, costituiscono il principale capitale politico della nuova formazione. Il cambiamento è in marcia nello Stato spagnolo. Ha debuttato in Andalusia. Né è un buon indicatore simbolico il fatto che Teresa Rodríguez, pubblicamente nota come trotskista (ecologista e femminista) di Anticapitalistas, è stata la più votata nella sua città, Cadice, governata da più di 20 anni da Teófila Martínez, del Partito popolare.