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Il prossimo 14 giugno è stato indetto a livello nazionale uno sciopero generale donne. Uno sciopero che in un manifesto di 19 punti rivendica la parità di genere sui luoghi di lavoro, il riconoscimento e la valorizzazione del lavoro non retribuito e di cura e il riconoscimento dei diritti delle donne in diversi ambiti.

In Ticino, anche nell’ambito dell’amministrazione cantonale che nelle scuole, ci si sta organizzando per mobilitarsi in occasione di questa scadenza.

In alcune realtà le azioni si tradurranno in vere e proprie astensioni dal lavoro, in altre saranno prevalentemente delle azioni dimostrative e di sensibilizzazione.

In questi mesi il dibattito si è concentrato anche attorno alla questione della legalità dello sciopero quale strumento di lotta. Ci sembra importante ribadire che lo sciopero

è un diritto fondamentale in ogni società democratica, ed è sancito a tutti i livelli giuridici svizzeri e garantito dalle convenzioni internazionali. Si veda ad esempio l’art.28 e seguenti della costituzione federale e art. 8 cpv 2 lettera f della Costituzione cantonale. Tutte le lavoratrici (e i lavoratori), sia nel settore privato, sia in quello pubblico, hanno diritto di scioperare.

In particolare:

Lo sciopero è uno strumento legale per ottenere l’applicazione delle rivendicazioni all’interno delle relazioni di lavoro. Le discriminazioni legate al genere, sia in materia di salari che di condizioni di lavoro, riguardano chiaramente il campo delle relazioni di lavoro, così come le misure per la cosiddetta “conciliazione tra la vita professionale e la vita privata o famigliare” o ancora le misure di prevenzione e lotta contro le molestie sessuali.

Lo sciopero gode del pieno sostegno dell’Unione Sindacale Svizzera, delle sue federazioni e di altre organizzazioni sindacali.

Lo sciopero è proporzionato: sono ormai 38 anni che lottiamo per l’applicazione dell’articolo 8 della Costituzione federale che prevede un salario uguale per un lavoro di valore uguale e sono orami 23 anni che rivendichiamo l’applicazione delle Legge sulla parità che proibisce le discriminazioni basate sul genere.

Lo sciopero tiene conto delle problematiche relative alle convenzioni collettive di lavoro, poiché i sindacati possono organizzare lo sciopero o altre azioni tenendo in considerazione le regole specifiche di ogni settore.

Illegali sono invece le discriminazioni salariali basate sul genere, i licenziamenti di donne incinta, le domande sul desiderio di maternità durante i colloqui di lavoro, le molestie sessuali e la violenza contro le donne.

A questo proposito chiediamo al Consiglio di Stato:

1) Non pensa che lo sciopero indetto per il 14 giugno abbia tutti i requisiti previsti dal dettato costituzionale per essere considerato non solo un diritto per tutte le dipendenti del Cantone, ma lecito dal punto di vista del diritto?

2) In che modo l’amministrazione e i suoi funzionari intendono muoversi per garantire questo diritto e evitare che le dipendenti che desiderano scioperare siano oggetto di pressioni o ritorsioni?

3) In che modo il Cds intende adoperarsi affinché questo diritto venga garantito anche da tutti i comuni del Cantone e in tutti i servizi pubblici e para pubblici?

*Interpellanza al Consiglio di Stato del Gruppo MPS-POP-Indipendenti Angelica Lepori, Simona Arigoni, Matteo Pronzini del 19 maggio 2019