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Incoraggiati dalla complicità dei media che, non sempre, approfondiscono quanto viene loro sottoposto e prendono a scatola chiusa quanto loro proposto, governo e responsabili governativi vendono come “riforme”, come “nuove” misure, “nuovi” provvedimenti, l’adozione di misure che tali, e in particolare “nuove” non sono.

L’ultimi esempio è stata la “riforma” della scuola votata di recente dal Gran Consiglio, durante la quale sarebbero stati approvati “importanti modifiche” nell’organizzazione scolastica (La Regione dixit). Tutto questo quanto la “riforma” più importante votata è stata la diminuzione del numero massimo di allievi per classe da 25 a 22. Un provvedimento che creerà 13 nuove sezioni di scuola media (su un totale di circa 600) e interesserà circa 200-250 allievi. Ben venga, per carità, ma non ci si dica che è una riforma…

Questo effetto annuncio, tanto per far vedere che si seguono le cose e si prendono provvedimenti adeguati (che si è sul pezzo insomma) non risparmio nemmeno la lotta al Coronavirus.

Ieri, ad esempio, il DECS ha comunicato di aver deciso un “nuovo” provvedimento per combattere la pandemia a scuola: l’obbligo di portare la mascherina per studenti, insegnanti e personale nelle scuole post-obbligatorie. Bene, diranno tutti (e diciamo anche noi). Senonché questo provvedimento ha due difetti: il primo di arrivare con almeno un mese di ritardo, il secondo di avere comunque un effetto estremamente limitato.

Cominciamo da questo secondo aspetto analizzando, ad esempio, la situazione delle scuole medie superiori (circa 5’000 studenti suddivisi in 6 istituti). In queste scuole, fin dal rientro a settembre, di fatto vigeva già l’obbligo di portare la mascherina. Formalmente era obbligatoria solo per docenti e personale; ma tale obbligo si estendeva anche agli studenti nei casi in cui non potessero rispettare le misure di distanziamento. Chi conosce un minimo la superficie delle aule delle scuole medie superiori, la larghezza dei corridoi e di tutte le altre parti comuni (entrate, mense, etc.), giungerà immediatamente alla conclusione che, di fatto, l’uso della mascherina era diventato obbligatorio, proprio per la mancanza – quasi totale – di spazi nei quali fosse possibile mantenere il distanziamento.

Ma, mancando un obbligo, i ragazzi si sono sentiti in dovere di “calcolare” sistematicamente (a occhio e croce) se esistesse o meno il distanziamento, ritardando il momento in cui mettere la maschera al momento dell’entrata a scuola, togliendola quando erano da soli dimenticandosi di rimetterla al momento in cui arrivano i compagni di scuola, etc. etc. : piccole astuzie e abitudini che, in qualche modo, possono contribuire a creare qualche falla nel dispositivo di protezione.

Per questo, e veniamo alla seconda delle ragioni che abbiamo evocato all’inizio, questa misura – proprio per correggere questi aspetti secondari ma che potrebbero comunque rivelarsi importanti in scuole dove transitano 1’500-2’000 come è il caso, ad esempio, della Scuola cantonale di commercio o 1’100 come è il caso del Liceo 1 – avrebbe dovuto essere presa diverse settimane fa.

Sì, arriva oggi e va bene: ma coscienti che il suo impatto è tutto sommato, dal punto di vista pratico, assai limitato e un po’ in ritardo. Ha sicuramente un piccolo impatto dal punto di vista mediatico (il DECS mostra di “fare qualcosa”).

Altre misure dovrebbero invece essere prese, con urgenza, proprio alla luce della situazione: ad esempio, come abbiamo proposto a più riprese, estendere questo obbligo alle scuole medie. Ma, immaginiamo, questa misura la si vuol tenere per dopo: quando avremo avuto una nuova impennata dei casi e si potrà vantare, introducendola, un nuovo importante intervento a protezione della popolazione. D’altronde, proprio in un incontro di diverse settimane fa, la direzione del DECS aveva apertamente rivendicato questo modo di procedere.

Avanti così!

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