Pubblicata sulla stampa il 10 luglio, la lettera pubblica di Macron – che afferma, contro ogni evidenza, che “nessuno ha vinto” – è una nuova provocazione. Di fronte a questo volgare gesto dell’ombrello antidemocratico, è urgente porre fine a questa repubblica autoritaria e mobilitarsi per imporre il programma del Nuovo Fronte Popolare.
Mantenendo Attal come capo del governo il più a lungo possibile, nonostante il campo presidenziale sia stato oggetto di un massiccio rifiuto popolare, Macron ha scelto di approfittare a proprio favore dei risultati delle elezioni legislative. Utilizzando i poteri esorbitanti conferitigli dalla Va Repubblica, sta accentuando ulteriormente la crisi democratica e istituzionale.
Porre fine all’antidemocratica Va Repubblica
Questo testo costituzionale, vecchio di 64 anni, avrebbe dovuto essere mandato in pensione da molto tempo. Antidemocratica fin dall’inizio, organizzando il potere attorno a una sola persona, la Va Repubblica si è trasformata in un potere sempre più autoritario. Lo Stato è ora posto al di sopra della società e l’esecutivo governa in opposizione alla legittimità popolare.
Il regime si sta orientando sempre più verso uno Stato forte, segno distintivo dei regimi illiberali che stanno crescendo nel contesto del neoliberismo. Quando la borghesia non riesce a imporsi alle urne, cambia le regole del gioco senza pensarci due volte. Il presunto “ritorno al popolo” di Macron per giustificare lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale, il suo desiderio di riconfigurare una maggioranza presumibilmente repubblicana, escludendo La France Insoumise (LFI), ne sono una preoccupante dimostrazione. Senza dimenticare, come ha rivelato la stampa, l’opacità del regime illustrata dal ruolo di Thierry Solère come collegamento tra la Macronia e il Rassemblement national (RN).
È tempo di rompere con questo regime e di istituire, come proposto nel programma del Nuovo Fronte Popolare, un’assemblea popolare costituente per imporre una rottura immediata con l’iperpresidenzialismo, il predominio dell’esecutivo, e fondare istituzioni democratiche.
Costruire tutti e tutte insieme le assemblee popolari
Di fronte a questo vero e proprio colpo di forza della borghesia, che vuole privarci della vittoria, dobbiamo lanciare una nuova mobilitazione generale di tutte le forze politiche, sindacali e associative che hanno condotto la campagna per il Nuovo Fronte Popolare.
Nel 1936, furono gli scioperi e le occupazioni delle fabbriche a fare pressione sul governo Blum e a ottenere importanti conquiste sociali. Dovrebbe essere questo il presupposto per evitare una possibile spaccatura sulla scelta del primo ministro, ma, soprattutto, per influenzare l’applicazione delle misure del programma in un contesto in cui il Nuovo Fronte Popolare è minoritario in Parlamento.
Alcune iniziative stanno indicando la strada, come l’appello della CGT a manifestare nei paraggi dell’Assemblea nazionale e davanti alle prefetture giovedì 18 luglio. Poiché la lotta di classe non conosce tregua, dobbiamo anche approfittare della vetrina politica offerta dai Giochi Olimpici per far sentire la nostra voce.
Su scala più ampia, dobbiamo dare vita al Nuovo Fronte Popolare, costruendo assemblee di base con i lavoratori, i giovani e i quartieri popolari per contare sui rapporti di forza. Migliaia di attivisti/e hanno costruito, scambiato e coordinato durante la campagna, e questa esperienza deve non solo continuare ma svilupparsi.
È una speranza per ricostruire la resistenza essenziale del nostro campo sociale alle politiche antisociali, razziste e antidemocratiche. È urgente per gli sfruttati e gli oppressi imporre una rottura con il sistema capitalista, le sue istituzioni e coloro che sono al suo servizio.
*articolo apparso sul L’Anticapitaliste il 18 luglio 2024