Pubblichiamo una interpellanza che i deputati dell’MPS hanno inoltrato oggi e con la quale, in aggiunta a quella presentata qualche settimana fa (Vicenda Eolo Alberti…ovvero la partitocrazia incurante * MPS – Movimento per il socialismo (mps-ti.ch)), pongono nuovo inquietanti interrogativi sulla vicenda Alberti e, soprattutto, sui sui legami con i vertici della Lega. (Red)
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L’Ente Ospedaliero Cantone (EOC) è una delle più importanti aziende del Cantone. Non solo per il tipo di servizi che offre alla comunità (quelli sanitari), ma anche perché si tratta di un’azienda pubblica, gestita sulla base di un impegno finanziario pubblico importante.
Il modo in cui viene amministrata, il comportamento e la fama dei suoi amministratori non può quindi essere assolutamente sottovalutato; deve essere oggetto di costante attenzione da parte delle autorità.
Il Consiglio di Stato, in particolare, può e deve esercitare questo esercizio di vigilanza anche poiché può contare su una presenza diretta (attraverso un proprio membro) in seno al consiglio di amministrazione (CdA).
La vicenda che vede coinvolto un membro del CdA di EOC, Eolo Alberti, ha suscitato una serie di interrogativi sui quali abbiamo interpellato il governo con un nostro atto parlamentare (ancora inevaso) lo scorso 11 agosto 2024.
Nel frattempo, tuttavia, il lavoro giornalistico ha messo in luce due nuovi elementi, tali da suscitare nuovi interrogativi che formuliamo in questa ulteriore interpellanza.
Il primo è l’implicazione –indiretta – di un membro del governo, il consigliere di Stato Gobbi, nella fase che ha preceduto l’arresto di Alberti.
In un articolo intitolato “La Lega sapeva degli illeciti?” e con il sottotitolo “A sostenerlo è la fonte di polizia che ha dato avvio all’inchiesta” il sito della RSI scriveva il 19 agosto 2024: “La sezione che si occupa dei reati economico-finanziari, la REF, ha raccolto e verificato le informazioni, che nel mese di giugno sono confluite in un rapporto sottoposto all’attenzione del procuratore generale, Andrea Pagani. Il perché è presto detto: secondo la persona rivoltasi agli inquirenti, la notizia di presunte malversazioni era giunta anche ai vertici della Lega dei ticinesi. E quindi al coordinatore del movimento, nonché Consigliere di Stato, Norman Gobbi. “Ci avevano parlato di dispute societarie. Nulla di più – spiega, dal canto suo, il direttore del Dipartimento istituzioni. Abbiamo subito convocato Eolo Alberti, che ha negato però l’esistenza di problemi.” Pagani non ha ravvisato obblighi di segnalazione da parte di Gobbi, e l’incarto è potuto così passare nelle mani della procuratrice pubblica Chiara Borelli, attuale titolare delle indagini”.
Sia le diverse ricostruzioni giornalistiche che la stessa risposta del consigliere di Stato Gobbi confermano l’emergenza di questi due fatti importanti:
- un’inchiesta della sezione di Polizia Giudiziaria che si occupa dei reati economico-finanziari – la REF – che ha presentato un rapporto al Procuratore generale che ha dato poi il via al procedimento che ha condotto all’arresto di Alberti
- una riunione (presumibilmente dei vertici della Lega) alla quale ha partecipato anche il Consigliere di Stato Gobbi durante la quale sarebbero state chieste informazioni ad Alberti, a seguito delle voci ricorrenti su “dispute societarie”.
Su questo ultimo aspetto vale la pena precisare che l’11 agosto, su Ticinonews, il vicecoordinatore della Lega Gianmaria Frapolli aveva confermato che voci di possibili illeciti erano giunte ai vertici del movimento già nelle settimane precedenti (da cui l’incontro – almeno nella versione ufficiale – al quale accenna Norman Gobbi.
“Possibili illeciti” per il vice-coordinatore della Lega Frapolli, semplici “dispute societarie” per il coordinatore della Lega e consigliere di Stato Norman Gobbi. Dichiarazioni dal tenore molto diverso e contraddittorio.
Il procuratore generale Pagani, che verosimilmente ha dovuto attenersi alle dichiarazioni dei protagonisti, non avrebbe ravvisato degli obblighi di segnalazione da parte di Norman Gobbi.
In nessun articolo, né nelle diverse dichiarazioni, vi sono indizi di ordine temporale. Eppure a noi sembrano importanti, anche per poter comprendere la dinamica dei fatti e il momento in cui i diversi organi hanno potuto prendere conoscenza di quanto stava succedendo.
Siamo sicuri, inoltre, che in queste ultime settimane, il governo abbia voluto approfondire questi aspetti, vista l’importanza pubblica che ha assunto la vicenda e il fatto che ad essere coinvolto è un membro del Consiglio di amministrazione proposto all’epoca dal governo per il CdA dell’EOC suscitando parecchie riserve, sia negli ambienti dello stesso CdA (esternazioni pubbliche del presidente del CdA), sia in seno al Parlamento (richiesta di rinvio presentata dall’MPS).
Appare quindi necessario fare chiarezza sulle dinamiche delle due vicende, quella dell’inchiesta della polizia giudiziaria e quella “interna” della Lega.
Sul primo aspetto poniamo quindi le seguenti domande.
1.Quando la polizia ha ricevuto le prime indicazioni su presunte malversazioni in merito all’attività di Eolo Alberti?
2. Quando gli organi/i vertici della Lega hanno “convocato Eolo Alberti”?
3. In questo periodo il consigliere di Stato Gobbi, anche alla luce dei dubbi che erano stati sollevati al momento della proposta di nomina di Alberti nel CdA dell’EOC, ha informato gli altri membri del governo su queste “voci”?
4. Il consigliere di Stato Gobbi ha informato il collegio governativo sulla riunione degli organi della Lega per la verifica di queste “voci” e sull’esito di questa verifica?
5. Quando è iniziato il lavoro di raccolta e verifica delle informazioni da parte del REF?
6. Quando il risultato di questo lavoro è stato trasmesso in forma definitiva al Procuratore Generale?
7. Questo rapporto della Polizia Giudiziaria è stato trasmesso anche al capo della Polizia?
8. Il capo della Polizia ha trasmesso questo rapporto alla direzione del Dipartimento delle Istituzioni (DI)?
9. Se sì, ne ha preso visione il Consigliere di Stato Gobbi o il suo attuale sostituto Claudio Zali, o entrambi?
10. La direzione del DI ha immediatamente informato il collegio governativo dell’esistenza di questo rapporto e delle ipotesi di reato che, eventualmente, vi figuravano?
Il secondo aspetto appare ancora più “delicato” poiché si accavallano voci, sempre più insistenti, secondo le quali già parecchi mesi fa a Norman Gobbi sarebbe venuta l’idea di affidare un mandato investigativo ad un noto avvocato con l’obiettivo di svolgere un’inchiesta su Eolo Alberti e le sue faccende private (in stile polizia politica conosciuta tristemente nei peggiori regimi dittatoriali o stalinisti). Inoltre, si tratterebbe di un modo di procedere in aperto contrasto con l’art. 30 della Costituzione federale.
Questa inchiesta, privata e segreta, sarebbe terminata da diversi mesi e esisterebbe un rapporto molto dettagliato consegnato, a quanto si dice, direttamente alio stesso consigliere di Stato. Ma, si sa, il Cantone è piccolo, la gente mormora e i rapporti girano…
È quindi evidente che se l’esistenza di inchieste e rapporti segreti su cittadini ticinesi (indipendentemente da quello che hanno commesso e dalle idee che professano) venisse confermata, saremmo di fronte ad un grave caso istituzionale che coinvolgerebbe politici, avvocati, funzionari e cittadini ignari. Abbiamo in passato, a più riprese, denunciato questi preoccupanti modi di agire (di cui la vicenda della documentazione che la Polizia continua a negare a proposito della demolizione del Macello ne è una concreta illustrazione): non possiamo quindi tacere.
Alla luce di queste ulteriori considerazioni, in merito a questa “verifica” su Eolo Alberti, poniamo quindi le seguenti ulteriori domande, con la speranza che il governo sia, nelle sue risposte, preciso e, soprattutto, sincero: la possibile pubblicazione di documenti che smentissero le risposte del governo potrebbe avere conseguenze istituzionali enormi:
11. Il governo è a conoscenza di un’indagine “segreta” e privata sul sindaco leghista Eolo Alberti e sulle sue attività?
12. Esiste un rapporto di questa indagine privata che concerne Eolo Alberti?
13. Il consigliere di Stato Norman Gobbi ne è a conoscenza?
14. Quando e da chi è stata commissionata questa inchiesta “segreta”, privata e di fatto “parallela” a quella promossa dalla magistratura?
15. Il collegio governativo è a conoscenza del rapporto relativo a questa inchiesta? Se sì, da quando e da chi lo ha ricevuto?
16. Il procuratore generale Pagani e la procuratrice Borelli ne sono a conoscenza? Se sì, da quando e da chi lo hanno ricevuto?
17. Il rapporto scaturito dall’inchiesta segreta “parallela” avrebbe un qualche legame, diretto o indiretto, con I ‘avvio dell’inchiesta ufficiale della magistratura, che parrebbe, secondo quanto hanno riferito in modo concorde diversi organi di stampa, essere scattata da una non meglio precisata segnalazione di una “fonte di polizia”?
18. Chi è il noto avvocato al quale sarebbe stata commissionata questa inchiesta “parallela” e che avrebbe redatto il relativo rapporto?
19. Quando e a chi l’investigatore straordinario ha consegnato il rapporto?
20. Ci sono granconsiglieri che erano a conoscenza dell’avvio di questa indagine riguardante Eolo Alberti? Che ruolo hanno avuto?
21. Nell’ambito di questa indagine si sono tenute riunioni in uffici dell’amministrazione pubblica, della polizia, di direzioni di Dipartimenti?
22. È vero che, nell’ambito di questa inchiesta, l’investigatore avrebbe avuto accesso a dati privati e sensibili?
23. Qualcuno appartenente al corpo di polizia, o attivo in altri servizi dello Stato, è stato interpellato e coinvolto, a vario titolo, in questa inchiesta privata?