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Ancora una volta il governo tace. Colpito da una sorta di ignavia profonda, non si schiera, non prende posizione malgrado le sollecitazioni (provenienti in particolare dall’MPS) su una serie di vicende che hanno segnato le ultime settimane: vicenda del prete Rolando Leo, arresto Alberti e inchiesta segreta della Lega, vicenda che agitano il Tribunale penale e il comportamento del giudice Ermani, il licenziamento del docente Caruso. Su tutti questi temi, trincerandosi dietro il fatto che sono in corso delle inchieste penali, il governo tace, non risponde, non si spiega. Persino l’interrogazione Dadò sulla vicenda che ha coinvolto Norman Gobbi è lì, sospesa, a quasi 10 mesi dalla sua presentazione. Un governo dimissionario su tutta la linea. E che in più persiste: oggi il presidente Vitta ha confermato che il governo non intende concedere la totale compensazione del rincaro ai dipendenti del Cantone (e di conseguenza anche a quelli del settore parapubblico). Un governo da dimissionare.
Pubblichiamo qui di seguito l’intervento del deputato Giuseppe Sergi sulla questione della famosa inchiesta parallela che la Lega ha svolto sul conto di Eolo Alberti, allestendo un rapporto. Circostanza che la Lega prima ha negato, poi minimizzato, infine – forse per sbadataggine – ha ammesso. (Red)

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Il governo non risponde. Ma per nostra fortuna, almeno in parte, lo fa la Lega stessa.
A due riprese, pubblicamente nel corso di due trasmissioni su Telekabul, il vie-ccoordinatore Alessandro Mazzoleni, si è lasciato andare a espressioni chiare. E le parole contano.
La sera dell’8 settembre, a  Gianni Righinetti, Mazzoleni ha  dapprima spiegato che, citiamo, “Non ci sono delle inchieste parallele…Non c’è nulla di che”.
Sembrerebbe una smentita, ma ha subito aggiunto: “Semplicemente, una volta ricevute delle informazioni il coordinamento della Lega ha riassunto le stesse e le ha condivise con il diretto interessato”; e ha continuato Mazzoleni: “La stampa la definisca come vuole. Io la definirei la normale attività di gestione di un gruppo politico”, si sarebbe trattato di una “raccolta di informazioni e condivisione. Punto”.

Il giorno dopo, alla trasmissione Liscio e macchiato su LiberaTV ha cercato di contestualizzare e giustificare quanto avvenuto, affermando che questa attività di raccolta di informazioni rientrerebbe nella normale attività di tutti i partiti in particolare (citiamo) “nella ricerca dei candidati per i consigli di amministrazione e per la magistratura”; cercando così di accreditare l’idea che questa inchiesta interna della Lega non fosse recente e avesse a che fare con le normali procedure di ricerca di candidati validi. “Se un partito propone una persona, deve sapere chi sta proponendo…” ha ancora affermato Mazzoleni. Anche per evitare le critiche rivolte alla Lega, ha aggiunto, dagli altri partiti: “con il caso Gobbi, c’era stato detto, non avete fatto niente…”.
Questa ultima osservazione conferma chiaramente che l’inchiesta interna alla Lega su Alberti non si riferiva alla sua candidatura per il CdA di EOC, ma era di fatto avvenuta nei mesi precedenti il suo arresto.
Sempre nella stessa trasmissione, Mazzoleni ha confermato che la Lega avrebbe, citiamo, “raccolto le informazioni che circolavano e le abbiamo condivise con Eolo Alberti”. Interessante il confronto tra i “raccoglitori di informazioni”  interni al partito e la polizia. Incalzato sulla coincidenza tra la raccolta di informazioni interne e l’avvio dell’inchiesta di polizia, Mazzoleni risponde che “se queste voci giungono alle orecchie di un partito, il partito le raccoglie e le condivide con l’interessato…ma se queste voci giungono alle orecchie di un poliziotto o del ministero pubblico… il ministero pubblico se riceve notizia di una potenziale reato deve aprire un’inchiesta”.
Varrà forse la pena ricordare che esiste l’art. 55 della Legge sul Gran Consiglio relativo all’obbligo di denuncia da parte dei deputati: non si può quindi pensare, come fa l’interessato, che una volta discusso all’interno degli organismi di partito la cosa finisce lì e si può andare tutti assieme a fare una bella bevuta.
Come sempre la lingua tradisce i pensieri più reconditi e neppure le confessioni più controllate riescono a trattenerla. Così, sempre nella stessa trasmissione e in merito alla diffusione di questa raccolta di informazioni, al minuto 16 e 17 secondi per l’esattezza, si lascia scappare che  “condividere questo rapporto con terzi non ha nessun senso positivo”. E ancora, che quel “riassunto di informazioni” non doveva essere diffuso al di fuori della cerchia della Lega e che citiamo ancora “Chi ha messo in giro questa raccolta di informazioni, questo rapporto” non vorrebbe il bene della Lega dei Ticinesi.
Una smentita, dunque, che diventa una conferma. Perché, che cosa è una “raccolta di informazioni” se non un’inchiesta bella e buona poi “riassunta” in un “rapporto”? E chi avrebbe raccolto queste informazioni, dove le avrebbe raccolte, parlando con chi? La formula impersonale delle dichiarazioni di Mazzoleni “sono state raccolte” (si sono raccolte da sole? Chi le ha raccolte?) ci sembra segnalare solo un grande imbarazzo nel dover nascondere la verità.
Allora, alle domande 12 e 13* della nostra interpellanza ha già dunque risposto, affermativamente, la Lega, il governo può anche glissare; ma dovrà a nostro avviso tenere conto di questa ammissione nel rispondere alle altre 21 domande. Aspettiamo.

*qui le domande 12 e 13 contenute nell’interpellanza:
12. Esiste un rapporto di questa indagine privata che concerne Eolo Alberti?
13. Il consigliere di Stato Norman Gobbi ne è a conoscenza?