Tutti hanno potuto vedere il video dell’incredibile scena alla Casa Bianca, durante la quale Trump e Vance aggrediscono Zelensky, lo minacciano, umiliandolo, accusandolo di ingratitudine, bellicismo (“you’re gambling with World War 3”!), mancanza di rispetto e… chiedendogli il rimborso di 500 miliardi di dollari agli Stati Uniti (una somma assurda!), sotto forma di terre rare.
Non ho alcuna simpatia per il presidente ucraino, che è un politico neoliberista. Ma qui bisogna riconoscere un certo coraggio e persino orgoglio. All’inizio della guerra aveva già rifiutato il taxi che Biden gli aveva offerto per portarlo via. Questa volta ha osato resistere a Trump. Dopo uno scambio di parole al limite della lite, se ne è addirittura andato sbattendo la porta… E senza firmare il famoso accordo sul saccheggio neocoloniale delle terre rare!
In questa faccenda delle terre rare, Zelenskyj può prendersela con se stesso. È stato lui a proporre di offrire le ricchezze minerarie ucraine agli Stati Uniti. Sperava così di sedurre Trump e ottenere la proroga degli aiuti militari. Invece, probabilmente ha involontariamente dato a Trump l’idea di un accordo diabolico: eliminare gli aiuti, aumentando così la minaccia russa… e costringendo così l’Ucraina a svendere le sue ricchezze… per poi condividerle con Putin. Per il momento, sembra che Trump abbia fallito. Ma tornerà alla carica, di sicuro.
Nel frattempo, coloro che si sbagliano da anni nel dire che l’Ucraina sta conducendo una guerra per procura contro la Russia, per conto degli Stati Uniti e della NATO, fanno fatica a nascondere che non capiscono nulla della questione e stanno facendo il gioco dell’imperialismo di Putin. Perché, dopotutto, chi è il proxy di Washington, oggi? La risposta è ovvia: il proxy [l’intermediario] è Putin! È su di lui che Trump conta per strangolare gli ucraini e costringerli a cedere le loro ricchezze… con l’aiuto di Kim Jung-Un!
È certamente evidente che gli Stati Uniti hanno cercato di approfittare della resistenza ucraina per indebolire la Russia. Perché avrebbero dovuto lasciarsi sfuggire questa occasione? Nella rivalità interimperialista, tutti i mezzi sono buoni. Ma questa rivalità è allo stesso tempo una complicità tra banditi. L’intera sequenza di eventi dal momento in cui Biden ha proposto l’esfiltrazione dimostra che gli americani non vogliono assolutamente far cadere Putin. In realtà, l’Occidente vuole che il despota rimanga al potere per garantire la stabilità e condividere con lui (e i suoi simili) le ricchezze del mondo a spese dei popoli.
Con Trump, le maschere cadono. Cadono anche a sinistra. Per i teorici del cosiddetto “guerra per procura degli Stati Uniti contro la Russia”, è arrivata l’ora della verità. L’internazionalismo non significa scegliere la parte di un bandito contro l’altro, in nome del “male minore”: significa scegliere sempre la parte degli oppressi contro gli oppressori, degli sfruttati contro gli sfruttatori, degli aggrediti contro gli aggressori. Come dice bene lo slogan: “Dall’Ucraina alla Palestina, l’occupazione è un crimine”. Perseverare nel campismo significa scegliere la via che conduce al pantano rosso-marrone, di sinistra memoria. Solidarietà con il popolo ucraino!
*Commento pubblicato sulla pagina Facebook di Daniel Tanuro venerdì 28 febbraio 2025.