Nel corso di una conferenza stampa indetta oggi, i deputati dell’MPS hanno voluto rilanciare una serie di interrogativi sui rapporti tra affari, politica e magistratura che ruotano attorno alle vicende che hanno portato, diversi mesi orsono, all’arresto del sindaco di Bioggio Eolo Alberti.
Il 30 agosto 2024, i due deputati dell’MPS aveva già presentato un’interpellanza su un eventuale coinvolgimento dei consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali nelle vicende che hanno portato all’arresto dell’ex gran consigliere della Lega dei ticinesi e membro del consiglio di Amministrazione dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC). Segnalavamo, in particolare, come su quella vicenda fosse stata commissionata un’ inchiesta “privata” e “parallela”.

Seguivano 23 domande, dettagliate, alle quali finora non è stata data alcuna risposta. Il governo (tutto il governo) ha preferito trincerarsi dietro l’articolo 99 della Legge sul Gran Consiglio (LGC) – sostenendo di non poter rispondere poiché sulla vicenda è in corso un procedimento penale.
Da allora è passato quasi un anno, le indiscrezioni, i commenti sui media e le voci di corridoio si sono amplificate offrendo ulteriori elementi d’analisi relativi alla vicenda. Oggi, possiamo dare risposte certe ad alcune delle domande che ponevamo allora e che sono state oggetto anche di articoli apparsi sui media.
Pensiamo, ad esempio, a quella relativa all’esistenza dell’inchiesta (e del relativo rapporto) su Eolo Alberti – ordinata da alcuni membri della Lega dei ticinesi e, tra loro, i due consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali: esistenza negata in modo esplicito da diversi dirigenti di questo partito, ma che esiste, come dimostrato in occasione della conferenza stampa (e che può essere scaricato qui)
La lettura della documentazione presentata pone parecchi e seri interrogativi sui rapporti tra affari, politica e magistratura. Rapporti oscuri, nei quali si muovono persone che – a nostro modo di vedere – travalicano ruoli e competenze che la legge (ed anche la moralità politica) affida loro.

La rilevanza penale e amministrativa di diversi dei fatti che qui di seguito esporremo e commenteremo – e sui quali porremo una serie di domande – è sicuramente discutibile e, forse, non data per tutti gli aspetti sollevati: ma quella politica è, a nostro modo di vedere, enorme e indiscutibile.
Essa attiene ai diritti dei cittadini e delle cittadine, alla correttezza e alla trasparenza della conduzione degli affari, alla tanto proclamata indipendenza della sfera politica rispetto a quella degli affari, alla indipendenza – ancor più proclamata- della magistratura e dei comportamenti personali dei magistrati (spesso e a sproposito evocati negli ultimi mesi), del ruolo dei Consiglieri di Stato (della loro indipendenza e autonomia – anche questa tanto strumentalmente richiamata in queste ultime settimane – rispetto ai partiti politici di appartenenza).
Abbiamo quindi deciso di proporre una nuova interrogazione al Consiglio di Stato che chiede – con oltre 60 domande – di chiarire parecchi punti su eventuali connivenze tra affari, politica e magistratura. All’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio chiediamo di valutare la possibilità di assumere un’iniziativa per fare a sua volta chiarezza.
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