Pubblichiamo due documenti che fanno seguito al nuovo (e per nulla imprevisto) attacco da parte delle FFS. I media svizzero tedeschi hanno infatti annunciato che FFS Cargo (dopo l’annunciata chiusura dei terminali di Lugano Vedeggio e Cadenazzo) vuole chiudere anche il deposito di Chiasso.
Un annuncio che, tra le altre cose, illustra abbastanza bene quanto poco valga la politica di informazione e concertazione con l’azienda che le direzioni sindacali nazionali si ostinano a portare avanti. A meno che le FFS questo ulteriore colpo lo avessero già annunciato…
Il primo documento è la presa di posizione del Comitato contro lo smantellamento di FFS in Ticino che dà appuntamento per giovedì 25 settembre (Ore 18.00 casa del popolo Bellinzona) per fare il punto sulla situazione; il secondo è una interpellanza al governo dei deputati dell’MPS: (Red)
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FFS Cargo: ennesimo schiaffo al Ticino ed ai ferrovieri occupati nel nostro cantone
Nelle scorse settimane, il nostro comitato aveva ribadito a più riprese di essere convinto che la ristrutturazione annunciata negli scorsi mesi (e che riguardava la chiusura dei terminal di Cadenazzo e Lugano Vedeggio, con la perdita di ben 48 posti di lavoro) non fosse che un primo passo verso processi di smantellamento ancora più ampi.
Purtroppo, siamo stati facili profeti. È di oggi la notizia, diffusa dai domenicali svizzeri tedeschi, dell’intenzione delle FFS di procedere anche alla chiusura del deposito FFS Cargo di Chiasso, con la soppressione di altri 18 posti di lavoro per i macchinisti attivi in questo deposito.
Il Comitato No allo smantellamento di FFS Cargo in Ticino esprime una chiara e inequivocabile opposizione a questo ennesimo affronto verso il nostro Cantone e verso i ferrovieri di Cargo, ed invita la popolazione e le autorità cantonali e comunali a continuare e approfondire la mobilitazione già avviata nelle scorse settimane.
Per discutere come continuare, invitiamo tutte e tutti a partecipare alla prossima riunione del comitato che si terrà giovedì 25 settembre ore 18.00 a Bellinzona rist. Casa del Popolo.
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Interpellanza al Consiglio di Stato
Nelle scorse settimane, il comitato contro lo smantellamento di FFS Cargo in Ticino ha avviato una mobilitazione per opporsi alla annunciata chiusura dei terminal di Cadenazzo e Lugano Vedeggio, con la perdita di ben 48 posti di lavoro.
Aveva pure insistito, a più riprese di essere convinto che quelle misure fossero un primo passo verso processi di smantellamento ancora più ampi.
Purtroppo, le cose sembrano andare proprio in questa direzione. Domenica 21 settembre, i domenicali svizzeri tedeschi, hanno annunciato l’intenzione delle FFS di procedere anche alla chiusura del deposito FFS Cargo di Chiasso, con la soppressione di altri 18 posti di lavoro per i macchinisti attivi in questo deposito.
A tutto questo si deve aggiungere il fatto che le procedure avviate da FFS Cargo per discutere con i lavoratori coinvolti nel processo di ristrutturazione annunciato (Terminal Cadenazzo e Lugano Vedeggio) non sembrano rispettare quella disponibilità, che le FFS avevano pubblicamente proclamato, nella ricerca di soluzioni non traumatiche per i lavoratori e le loro famiglie.
Ci pare che la misura sia ormai colma. Le FFS continuano a maltrattare il Ticino, i suoi dipendenti così come gli utenti del sistema ferroviario. Non crediamo di dover spendere molte parole per ricordare, oltre a questa recente vicenda di FFS Cargo, come la presenza di FFS in Ticino sia caratterizzata da un’insufficienza dell’offerta e della sua qualità (basta pensare ai problemi del traffico pendolare in alcuni orari o alle panne sempre più frequenti di vario genere).
Alla luce di queste considerazioni chiediamo al Consiglio di Stato
1.Era al corrente, e da quando, delle intenzioni delle FFS di chiudere anche il deposito di Chiasso?
2.Come intende intervenire per spingere le FFS a rinunciare a questa nuova misura di chiusura e a ritornare sulla decisione riguardante i due terminal di Lugano Vedeggio e Cadenazzo?
3. Non ritiene necessario avviare una discussione di fondo con le FFS, al di là dei rituali incontri, sulla loro presenza in Ticino e sulla qualità e la quantità della loro offerta?
4. Non ritiene che questo tema debba essere oggetto di un rapporto al Gran Consiglio?
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