Il preventivo 2016 colpisce, come noto, tutti i funzionari pubblici. Le misure previste sono diverse e tutti i dipendenti pubblici (funzionari e insegnanti) sono chiamati alla cassa. Tra le misure previste, lo ricordiamo, ve ne sono tutta una serie che toccano i salari (blocco degli scatti per il 2016 e 2017 e riduzione dello 0.5% dello stipendio per chi ha raggiunto il massimo della carriera). A queste vanno poi aggiunte altre misure che peggiorano complessivamente il quadro delle condizioni di lavoro: pensiamo, ad esempio, alla proposta di ridurre di oltre 11 milioni i contributi cantonali alle scuole comunali.
La scuola sotto pressione
A subire una pressione particolare è senza dubbio il mondo della scuola. Questo per molte ragioni: non da ultimo il fatto che negli ultimi anni proprio nel mondo della scuola vi sono stati tutta una serie di mutamenti le cui conseguenze sono state direttamente messe sulle spalle degli insegnanti, penalizzandoli nelle loro condizioni di lavoro, con conseguenze sulle condizioni di apprendimento e, più in generale, sulla qualità della scuola pubblica.
Sembra quasi che l’obiettivo di governo e dipartimento sia uno solo: diffondere, spesso in maniera sottilmente perversa, l’idea che gli insegnanti siano una categoria di privilegiati, ben pagati, eternamente in vacanza, che lavorano poche ore la settimana, … Per questo appare necessario controllarli, regolamentare in modo dettagliato il loro lavoro, tenerli costantemente “monitorizzati”. È proprio in questa direzione che vanno tutta una serie di modifiche regolamentari e di legge che tendono a “mettere sotto tutela” gli insegnanti . Pensiamo, ad esempio, all’abortito (ma non per questo abbandonato) profilo professionale dell’insegnante, oppure alla nuova legge sull’aggiornamento dei docenti e sul relativo regolamento di applicazione.
Tutti questi nuovi provvedimenti (ve ne sono parecchi che, in diversi ambiti, vengono a mettere sempre più “sotto controllo” l’attività quotidiana degli insegnanti, sia dal profilo amministrativo che da quello didattico) si combinano con le misure di risparmio approvate in passato e che hanno pesantemente penalizzato gli insegnanti: valga la pena ricordare, a titolo esemplificativo, l’aumento dell’orario di insegnamento.
La messa in funzione di Harmos muove i primi passi e, vi è da scommetterlo, apporterà nuovo carico di lavoro e peggiorerà ulteriormente le condizioni di lavoro degli insegnanti. Le prime vittime di questo processo ci sono già: sono le insegnanti e gli insegnanti della scuola dell’infanzia che hanno visto il loro carico di lavoro aumentare in modo esponenziale. E, con i prossimi anni, toccherà agli ordini di scuola successivi.
Costruire una mobilitazione dentro e fuori la scuola
Una prima interessante risposta è quella avanzata nel settore medio in seguito alla concessione di un giorno supplementare di vacanza ai docenti nel mese di marzo, con conseguente chiusura delle scuole. Una richiesta che nessun docente ha avanzato , ma che viene interpretata come una sorta di “contentino” che dovrebbe spingere i docenti ad accettare di buon grado la degradazione delle loro condizioni di lavoro e la conseguente qualità dell’apprendimento.
La proposta ci pare singolare ma interessante (cfr. qui sotto). Varrebbe la pena tuttavia di discutere tra i docenti , in collaborazione con le organizzazioni magistrali, forme di lotta che approfondiscono questo appuntamento, sia prima (magari ancora prima della discussione del Preventivo 2016), sia in concomitanza con questa forma di protesta.
Si potrebbe ipotizzare, ad esempio, che questa giornata del 23 marzo si svolga la mattina con l’apertura delle scuole, con l’invito a famiglie e studenti a frequentare la scuola quella mattina; e poi, nel pomeriggio, pensare ad una grande manifestazione in difesa della scuola pubblica, contro i tagli e per un rafforzamento dei mezzi finanziari a disposizione della scuola (attorno a questa rivendicazione di fondo andrebbero poi riprese e articolate rivendicazioni più precise).
Coinvolgere gli insegnanti
La proposta cui abbiamo accennato ha già coinvolto diverse scuole e continua a incontrare sostegno . Potrà quindi essere realizzata. Appare tuttavia importante sviluppare una reale discussione tra gli insegnanti, sviluppando strutture di coordinamento che vedano tutte le scuole (di ogni ordine) essere rappresentate, partecipare alle discussioni e alle decisioni, sia dal punto di vista dell’elaborazione delle rivendicazioni che delle forme di lotta.
Un ruolo importante, in questa prospettiva, spetta alle organizzazioni degli insegnanti (a cominciare dal Movimento della scuola, ma anche le organizzazioni sindacali) che devono mettere in campo tutti gli sforzi per stimolare la nascita di questo processo di mobilitazione.
È ora di dire basta! Ed è nostra impressione che i docenti siano pronti, abbiano voglia di affermare con forza che ne hanno piene le scatole di questa politica, condotta ormai da anni e ribadita, al di là dei cambiamenti nelle strutture direttive di carattere politico e amministrativo della scuola.
Pensiamo che vi siano le possibilità per dare forma concreta di protesta e mobilitazione al disagio che ormai serpeggia da tempo tra gli insegnati di ogni ordine scolastico. E trovare forme di protesta che superino le, necessarie, ma ormai sterili prese di posizioni- risoluzioni dei collegi dei docenti.
È ora di rendere visibile il disagio degli insegnanti che, lo ripetiamo, non colpisce solo loro, ma tende a rendere sempre peggiori le condizioni di insegnamento e di apprendimento: in poche parole la qualità della scuola.
… E NOI ANDREMO A SCUOLA!
Pubblichiamo la lettera con la quale il collegio dei docenti della Scuola Media di Camignolo si è rivolto alle sedi di scuola media del Cantone per proporre di tenere aperte le scuole il prossimo 23 marzo, in segno di protesta contro la politica del governo e del dipartimento (Red)
Care colleghe e cari colleghi,
avete sicuramente ricevuto la decisione del Consiglio di Stato del 25 settembre in cui comunica la concessione di un giorno di congedo supplementare ai docenti e la conseguente chiusura delle scuole il 23 marzo 2016. Questa decisione è effetto degli ennesimi tagli che colpiscono la scuola e le nostre condizioni di lavoro, previsti dal Preventivo 2016: blocco degli scatti per il 2016 e 2017, riduzione dello 0.5% dello stipendio per chi ha raggiunto il massimo della carriera, riduzione di oltre 11 milioni delle sovvenzioni ai comuni per le scuole.
Oltre al fatto che sembrerebbe si dia per scontato che il Parlamento accetterà queste misure, la concessione di una giornata supplementare di vacanza è irrisoria rispetto a questa ulteriore perdita salariale che avrà ripercussioni sull’arco dell’intera carriera. Inoltre è lesiva della nostra immagine, nonché poco rispettosa della nostra professionalità e del diritto allo studio per gli allievi.
In data 12 ottobre, il Plenum della scuola media di Camignolo ha deciso all’unanimità di tenere aperta la scuola il prossimo 23 marzo, in particolare per i seguenti motivi:
- Non accettiamo la chiusura della scuola per motivi di risparmio;
- Ci sentiamo offesi di fronte ad un “contentino” che è lontano dal compensare il peggioramento continuo delle nostre condizioni di lavoro e siamo preoccupati dalla costante perdita di attrattiva della nostra professione;
- Non abbiamo bisogno di più giorni di vacanza, ma di migliori condizioni di lavoro e di risorse supplementari;
- Una delle grosse difficoltà cui siamo confrontati è trovare un equilibrio tra lo svolgimento dei programmi e le numerose attività trasversali (giornate progetto, educazione alla cittadinanza, sondaggi e questionari, prevenzioni varie, ecc.). Non ci agevola di certo disporre di una mezza giornata in meno di scuola;
- La nostra categoria professionale è purtroppo spesso percepita dall’opinione pubblica come privilegiata per la quantità di vacanze, non essendo “visibile” la grande mole di lavoro che svolgiamo fuori dall’orario scolastico. Questa decisione rischia di alimentare ulteriormente questo sentimento errato.
Se il Governo manterrà la sua decisione, le famiglie della nostra sede sceglieranno se mandare a scuola i propri figli. In ogni caso, il 23 marzo noi terremo aperta la scuola!
Convinti dell’importanza di dare un segnale al mondo politico e alle famiglie, sollecitiamo i Plenum a discuterne e dar seguito al nostro invito.
Ringraziandovi per l’attenzione, vi porgiamo i nostri migliori saluti”.