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Pubblichiamo un argomentario sulla votazione prevista per il prossimo 13 giugno sulla Legge federale sulle misure di polizia e per la lotta al terrorismo (MPT) apparso sul sito www.unitidaldirito.ch. Questo sito è quello di  “un’associazione apartitica di esperti e personalità del mondo giuridico ticinese uniti per difendere i diritti individuali di cittadine e cittadini svizzeri…convinti che non dobbiamo indebolire la protezione giuridica di cui godiamo per difenderci. Una democrazia sana ha bisogno del rispetto del diritto superiore internazionale e del rispetto della Convenzione Europea dei Diritti Umani”

I. UNA LEGGE LIBERTICIDA

1. La nuova legge prevede che la polizia può spiare Internet, cellulari, corrispondenza elettronica, WhatsApp, ecc. di tutte le cittadine e di tutti i cittadini svizzeri. Scrive il Consiglio federale che “basta un sospetto concreto e attuale”. Si tratta di una intromissione senza precedenti nella nostra vita privata da parte dello Stato.

2. Scrive il Consiglio federale che basta un “like” (Messaggio del Consiglio federale, pag. 3949) di approvazione ad una comunicazione radicale e fondamentalista. Anche da parte di un adolescente curioso e sbadato.

3. La definizione di terrorismo è generale e vaga: “propagare paura e timore”. Il Ministro della Polizia, Gobbi, nel suo articolo del 15 maggio 2021 sul Corriere Ticino, ha fatto l’esempio dei gruppi degli animalisti. Quindi saranno coinvolti anche i gruppi degli ambientalisti e degli ecologisti nonché gli attivisti per il rispetto dei Diritti Umani.

4. La polizia applicherà il suo modello di controllo generalizzato già sperimentato durante la pandemia (“Gli anziani vadano in letargo” Cocchi, comandante della Polizia ticinese). La nuova legge conferma e cristallizza il regime di pandemia. Cittadine e cittadini della Svizzera in permanenza sotto tutela. Dal febbraio 2020 tutte e tutti siamo stati trattati come “infetti sospetti”. Dal 13 giugno diventeremo “terroristi sospetti”.

5. Si può definire la nuova legge come “legge di erosione”, essendo intesa l’erosione dei diritti e delle libertà delle cittadine e dei cittadini svizzeri. La facoltà della polizia di promuovere gli arresti domiciliari per bambini e bambine a partire dai 15 anni è contraria alle convenzioni internazionali sulla protezione dei fanciulli.

6. Cittadine e cittadini di nazionalità svizzera verranno schedati dai servizi segreti sulla base di sospetti, ma anche solamente per la loro opinione, in algoritmi di dati internazionali. Pertanto, a loro totale insaputa, senza avere commesso nulla di illegale, potranno trovarsi arrestati in Cina, Russia, Turchia o in altri paesi dittatoriali, soltanto per avere manifestato preoccupazioni democratiche a casa loro, in Svizzera.

II. UNA LEGGE INUTILE

7. L’Italia ha sconfitto le Brigate Rosse e il terrorismo armato degli anni di piombo senza questi poteri di polizia. La Germania ha sconfitto il terrorismo armato della Rote Armee Fraktion senza questi poteri straordinari a favore della polizia. E si trattava di centinaia di persone armate, militarizzate e organizzate e sostenute da migliaia di fiancheggiatori. Tutto diverso dai terroristi fondamentalisti di matrice islamica che generalmente agiscono in solitaria.

8. La gestione dei nuovi poteri di polizia sarà nelle mani dei servizi segreti svizzeri. A differenza degli altri settori della polizia, capi e agenti dei servizi segreti, anche in Svizzera, sono stati condannati o licenziati. Qui si possono citare i casi Bellasi, Bachmann, l’organizzazione segreta P 26, l’accordo segreto con i servizi segreti dell’Africa del Sud e l’accordo appena scoperto con i servizi segreti del partito comunista cinese. Anche il capo attuale dei servizi segreti svizzeri ha appena dovuto dimissionare in relazione allo spionaggio non autorizzato tramite la società Crypto di Zugo, che ha umiliato e delegittimato la neutralità Svizzera in tutto il mondo.

9. Le nuove misure di polizia si fondano sulle schedature da parte dei servizi segreti federali, che sono sottoposti ad un’autorità di controllo, e cantonali, che non sono sottoposti a nessuna autorità di controllo. Malgrado i controlli, nel 1985 si scoprì che erano state schedate 900.000 persone, e nel 2010 si scoprì che le persone schedate erano ancora 200.000 e nel 2014 il capo dei servizi segreti svizzeri, Seiler, dichiarò alla NZZ che le nuove persone schedate erano 65.000. Pertanto, in futuro il minimo delle persone schedate e spiate aumenterà vertiginosamente.

10. I portavoce della polizia hanno gonfiato i piccoli e rari casi scoperti in Svizzera riguardo al terrorismo di matrice islamica; basta ricordare: a) la conferenza stampa del comandante Cocchi in occasione dell’aggressione da parte di quella donna psichicamente labile in un grande magazzino a Lugano; b) la colossale retata a Lugano con 100 poliziotti, il 22 febbraio 2017, finita con un pugno di mosche.

11. Nel suo articolo nel Corriere Ticino del 15 giugno, il Ministro della Polizia, Gobbi, ha promesso che avrebbe rispettato il principio di proporzionalità. Il recente servizio di Falò, fondato sulle dichiarazioni di decine di avvocati e fiduciari ticinesi, ha dimostrato che continuano nella casa di centinaia di onesti lavoratori stranieri in Ticino, le perquisizioni nei frigoriferi, nel cestino della carta, nei cassetti della biancheria intima, da parte di decine di agenti di polizia cantonale e comunale, soltanto nella speranza di scoprire che non rispettano l’obbligo di rimanere 180 giorni all’anno nel cantone. Centinaia di perquisizioni senza nessun mandato, senza base legale, violando la legge federale sulla protezione dei dati e del domicilio e violando il principio di proporzionalità.

III. UNA LEGGE GIURIDICAMENTE VIZIATA

12. Tutta la legge si fonda sulla frase seguente del Consiglio federale: “Oggi la Polizia può di regola intervenire soltanto quando una persona ha commesso un reato”. Questa frase è falsa: infatti ignora le seguenti norme del Codice penale svizzero: a) l’art. 260ter CP che già punisce qualsiasi forma, anche minore, di partecipazione ad una organizzazione criminale; b) la legge federale del 12.12.2014 che già vieta e punisce i gruppi “Al Quaeda” e “Stato islamico” nonché le organizzazioni associate; c) l’art. 259 CP che già punisce la pubblica istigazione ad un crimine; d) l’art. 260quinquies CP che già punisce il finanziamento del terrorismo; e) l’art. 260bis CP che già punisce gli atti preparatori dei reati più gravi tipici del terrorismo; f) l’art. 22 CP che già punisce il tentativo di qualsiasi reato, compresi quelli di minore gravità.

13. Come si può dare carta bianca a chi promuove una legge ingannando il Parlamento e l’elettorato?

14. Sulla base dei numerosi esempi risulta che già negli anni scorsi la polizia e il Ministero pubblico nel caso di tentativi di reato e anche soltanto di atti preparatori di gravi reati, sono intervenuti con droni e cimici elettroniche anche controllando telefoni nonché Internet e con perquisizioni, con sequestri, scambio di informazioni con la polizia di altri paesi, e persino con la carcerazione preventiva. Ciò è avvenuto, per esempio, per anni nelle moschee di Ginevra e di Winterthur.

15. La nuova legge prevede che i trattati di cooperazione con la polizia di altri paesi saranno ratificati soltanto dal Consiglio federale. Non sarà più necessaria la ratifica da parte dell’Assemblea federale. Sarà così possibile alla polizia scambiare informazioni anche con i servizi segreti delle peggiori dittature come la Cina, Russia, Turchia, Birmania, Siria e tante altre il cui numero è in continuo aumento e che usano queste informazioni per reprimere le proteste contro la dittatura ed il genocidio. Anche in questo caso la separazione dei poteri viene stravolta a favore del Governo e a scapito del Parlamento.

Riferimenti:

1. Nelle convenzioni internazionali antiterrorismo non sono previste definizioni del terrorismo. (Counter-Terrorism Strategies in a Fragmented International Legal Order, Van den Herik/Schrijver, Cambridge, 2013, pag. 666). Pertanto, in Svizzera è stata prevista una definizione autonoma che si legge nel suddetto art. 23e MPT. Una specialità svizzera.

2. Una ricerca dell’Università di Losanna illustra le 21 condanne pronunciate dal Tribunale penale federale dal 2004 per atti di sostegno al terrorismo, di cui 9 soltanto per messaggi elettronici (cfr. il riassunto in Daniel Ryser, Ist unser Rechtsstaat wehrlos gegen Terrorismus. Ein Blick auf die Urteile, Republick, 17.5.2021).

3. Rapporto Kreis sulle schedature politiche in Svizzera, 11.6.1993 Rapporto Bacher sulle schedature politiche in Svizzera, 2.5.199