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A. Contributi dei dipendenti ≠ contributi dei dipendenti ?

1. A prima vista sorprendente, questa strana disuguaglianza, 1fr ≠ 1fr, riflette in realtà la posizione dei partiti borghesi sui contributi dei lavoratori per la previdenza vecchiaia: i contributi dei lavoratori sarebbero buoni per finanziare il loro progetto LPP 21, ma questi stessi contributi sarebbero cattivi quando si tratta di finanziare la 13a AVS.

Se c’è disuguaglianza, è vero il contrario: l’aumento dello 0,4% dei contributi dei lavoratori, sufficiente a finanziare la 13a AVS a medio termine, rappresenta 8 franchi al mese per una persona che guadagna 2’000 franchi al mese, 13 franchi per una persona che guadagna 3’000 franchi e 17 franchi per chi guadagna 4’000 franchi al mese.

Con l’approvazione di LPP 21, invece, queste stesse persone verseranno in media [1] almeno 92, 138 o 184 franchi al mese! Con 40 anni pieni di contributi pagati, riceveranno al massimo una rendita mensile 540, 810 o 1’080.

Con la 13a AVS, le persone che contribuiranno – come abbiamo visto e al più presto dal 2026 – con 8, 13, 17 franchi al mese in più rispetto ad oggi, riceveranno una pensione di 1’465, 1’747 o 1’961 franchi al mese a partire dal 2026. Il miglioramento ottenuto grazie alla 13a AVS ammonta quindi rispettivamente a 119, 140 e 159 franchi al mese. Per tutte queste persone, ogni franco in più al mese versato all’AVS ha in media un effetto decuplicato sulla loro rendita pensionistica.

LPP 21 è quindi molto sfavorevole per i lavoratori a basso salario, in particolare per le donne, in quanto riduce significativamente il già insufficiente salario con il quale devono vivere. Allora, perché i partiti borghesi si oppongono alla 13a AVS ma sostengono la LPP 21? La spiegazione è semplice: questi partiti si pongono come diretti rappresentanti di quell’8% della popolazione attiva che versa all’AVS più di quanto riceve [2]. L’apice dell’ipocrisia è stato raggiunto da coloro che fanno finta di commuoversi  per il salario della povera cassiera di supermercato il cui salario disponibile viene decurtato a causa dei contributi mensili sull’AVS, ma che hanno votato per LPP 21 in Parlamento sostenendo di voler aiutare quella stessa povera cassiera. Come ha detto l’ex consigliere federale Hans-Peter Tschudi: “I ricchi non hanno bisogno dell’AVS, ma l’AVS ha bisogno dei ricchi“. Nel Parlamento federale, i partiti di destra hanno una sola preoccupazione: proteggere dal pagamento dei contributi le persone che hanno meno di tutti gli altri bisogno dell’AVS. Durante l’epidemia di Covid, i rappresentanti di questi partiti non la finivano più di elogiare cassiere dei supermercati e infermieri. Ora vogliono far pagare loro contributi molto alti per una pensione che riceveranno tra 40 anni e che sarà piena solo se non avranno figli e non saranno mai stati in disoccupazione.

E si sa che per una parte delle donne a bassa retribuzione, anche per quelle con figli, la pressione a lavorare al 100% è molto forte. Inoltre, sono quelle che hanno maggiori probabilità di essere colpite dalla disoccupazione.

2. Secondo i propagandisti dei partiti di destra, aumentare le pensioni AVS, finanziando “in aggiunta” l’aumento delle pensioni attraverso i contributi dei lavoratori, significherebbe “prendere per i fondelli i giovani due volte“[3].

Ora, una persona che guadagna 2’000 franchi al mese dovrà versare un totale di 44’160 franchi in 40 anni con LPP 21. Per ottenere la stessa rendita supplementare con l’AVS (540 fr. al mese), questa stessa persona dovrà versare(540 franchi al mese), dovrà aumentare il proprio contributo mensile di soli 36,50 fra, ovvero 17’520 franchi nello stesso periodo ( i 40 anni di contribuzione).

Una persona che guadagna 5’000 franchi al mese dovrebbe contribuire con LPP 21 per un totale di 110’400 franchi in 40 anni. Per ottenere la stessa pensione aggiuntiva nell’ambito dell’AVS (1’350 franchi al mese), dovrebbe aumentare i contributi AVS di solo 157 franchi al mese, ovvero 75’406 franchi nello stesso periodo.

Una persona che guadagna 7’000 franchi al mese dovrebbe versare in totale 154’560 franchi in 40 anni con LPP 21. Per ottenere la stessa pensione aggiuntiva con l’AVS (1’890 franchi al mese), dovrebbe aumentare i contributi AVS di solo 267 franchi al mese, ovvero 128’039 franchi nello stesso periodo.

Nel 2022, il salario mediano in Svizzera si elevava 6’788 franchi al mese per un lavoro a tempo pieno [4]. Ciò significa che la metà dei lavoratori dipendenti ha guadagnato almeno questa cifra. Per molto più della metà dei dipendenti (in realtà per il 92% dei dipendenti, come abbiamo già detto [5]), l’AVS è molto più vantaggiosa della LPP. LPP 21 è ancora peggiore, perché costringe i giovani a pagare per tutta la vita molto di più di quanto costerebbe loro finanziare un miglioramento dell’AVS. Lo stesso vale per il modesto miglioramento delle prestazioni di invalidità e di reversibilità della LPP 21, che potrebbe essere sostituito da un aumento delle prestazioni AVS/AI, con un costo molto inferiore per le persone interessate (si veda anche il punto C 6).

Possiamo quindi rispedire l’osservazione al mittente: è la NZZ che prende due volte in giro i giovani – ad eccezione dell’8% dei quali si erge a rappresentante. E non è nemmeno certo che l’8% meglio retribuito nel suo complesso voglia liberarsi, come sostiene la NZZ, da qualsiasi responsabilità finanziaria per le pensioni del resto della società; costoro sanno bene che, senza il lavoro della maggioranza dei salariati, non sarebbero in grado di istruirsi, curarsi o anche, in alcuni casi, come nel caso del COVID, semplicemente sopravvivere (grazie agli infermieri e ad altri servizi di base).

3. La LPP, con o senza LPP 21 , non si distingue solo per la quasi assenza di solidarietà. A differenza della LPP, l’AVS tiene conto degli anni in cui i genitori svolgono compiti educativi o di assistenza, da un lato evitando vuoti contributivi che ridurrebbero le pensioni e, dall’altro, nel caso dell’assistenza ai parenti, attribuendo un reddito per questo compito al conto individuale dell’assicurato [6]. Per quanto riguarda i periodi di disoccupazione, durante il periodo di indennizzo “il fondo detrae dall’importo dell’indennizzo la quota dei contributi dovuti dal lavoratore all’AVS […]“, e la versa all’AVS insieme alla quota del datore di lavoro [7]. Ciò significa che le prestazioni dell’AVS, in particolare quelle pensionistiche, non vengono ridotte in seguito a periodi di disoccupazione. Il contrario vale per la LPP: una persona disoccupata non contribuisce alla previdenza per la vecchiaia. Questi difetti della LPP sono inaccettabili, ed è un ulteriore motivo per respingere l’estensione prevista da LPP 21.

4. I propagandisti dei partiti di destra continuano a sostenere che l’AVS comporterebbe una redistribuzione “nascosta” (“versteckte Umverteilung“). Ma chi ha fatto la campagna per il meccanismo di finanziamento dell’AVS? Il consigliere federale radicale (ora PLR) Walther Stämpfli [8]! Sarebbe quindi un borghese ad aver inventato un meccanismo nascosto che oggi l’organo ufficiale della borghesia svizzera, la NZZ, odia? Cerchiamo di essere seri! [9].

5. Qualsiasi piano di estensione della LPP, come LPP 21, è in definitiva un dannoso salasso per i salari il cui potere d’acquisto è già stato eroso dall’inflazione [10] – per non parlare degli effetti dell’impennata degli affitti e dei premi dell’assicurazione malattia. Per tutti i giovani, l’aumento dei contributi obbligatori LPP è uno svantaggio così grande rispetto alla conquista della 13a AVS (vedi sopra 1 e 2) da rappresentare un vero e proprio insulto. LPP 21 è inoltre ancora più dannosa per i giovani con un lavoro precario o a tempo parziale, in particolare per quelli con salari molto bassi, alcuni dei quali finora non erano affatto sottoposti alla LPP. Con l’ipocrisia che li contraddistingue, i rappresentanti dei partiti di destra, che nelle precedenti votazioni hanno affermato di difendere il sistema pensionistico per favorire la povera “cassiera della Migros”, hanno poi combattuto la 13a AVS e invitano a votare sì a LPP 21: così facendo, non difendono la povera “cassiera”, ma la propria “cassetta”[11] e le casse degli assicuratori vita.
6. In realtà, gli unici a beneficiare dell’aumento dei contributi LPP sono gli intermediari finanziari, soprattutto gli assicuratori vita, guidati da Swiss Life (vedi: https://alencontre.org/suisse/non-a-lpp-21-oui-a-avs-x-13.html). Essi aumenteranno ulteriormente i loro già spropositati profitti, grazie all’ingannevole meccanismo della cosiddetta “legal quote”, introdotto nel 2004 dal Consigliere federale del PLR Hans-Rudolf Merz [12]. Invece di garantire agli assicurati una quota minima degli utili dell’assicuratore, l’ordinanza emanata dall’inimitabile Merz riserva agli assicuratori fino al 10% del reddito netto del capitale e dei premi di rischio e spese (premi che possono fissare a piacimento, anche al doppio dei costi effettivi). Si tratta di un caso unico in Europa, anche nel campo delle assicurazioni private individuali, mentre la LPP è un’assicurazione collettiva obbligatoria!

B. Copertura dei bisogni vitali, una promessa fatta nel 1972 e ancora oggi disattesa

Nella votazione decisiva sul sistema pensionistico del 3 dicembre 1972, le autorità promisero al popolo che le pensioni AVS/AI (primo pilastro) [13] avrebbero coperto “i bisogni vitali in modo adeguato“; Inoltre, le autorità promisero di introdurre l’assicurazione professionale obbligatoria (secondo pilastro [14]), che avrebbe consentito alle persone di mantenere il loro precedente tenore di vita in modo adeguato; tutto ciò con l’obiettivo di far sì che il popolo respingesse l’iniziativa del Partito del Lavoro (PdL) [15], che chiedeva pensioni pari ad almeno il 60% del reddito medio annuo dei cinque anni migliori dell’assicurato [16].

Secondo il Consiglio federale, il fabbisogno vitale corrisponde ai “mezzi necessari per l’esistenza“, ossia “non il puro minimo vitale biologico, al di sotto del quale la vita o la salute dell’individuo sono minacciate, ma un importo più elevato, proporzionato alle condizioni attuali e che garantisca agli anziani uno stile di vita semplice, ma comunque degno di un essere umano“[17].

Le prestazioni complementari, introdotte nel 1966 per integrare le prestazioni dell’AVS/AI quando sono insufficienti, in particolare nel caso di pensioni parziali (lacune contributive dovute a periodi di contribuzione incompleti)[18]. Ebbene, queste prestazioni, sottoposte al controllo della disponibilità di risorse, sono state considerate provvisorie fino al 1° gennaio 2008 [19], nell’attesa, mai realizzata, che le promesse del 1972 venissero onorate dalle autorità.  Pur trattandosi di vere e proprie prestazioni sociali, esse vengono sempre più trattate come una forma di assistenza sociale, in particolare sotto la spinta dei partiti borghesi. A partire dal 2021, gli eredi dei beneficiari dovranno restituirle, anche se sono stati versati in conformità alla legge, fatta salva una franchigia di 40’000 franchi.

Come aveva sottolineato Anne-Sylvie Dupont nel 2021 [20], “c’è ormai un ampio consenso sul fatto che le pensioni AVS/AI, comprese quelle complete, non rispondono adeguatamente all’obiettivo costituzionale“, cioè di coprire i bisogni vitali. Le promesse fatte nel 1972 hanno reso felici solo gli sciocchi che vi hanno fatto affidamento. Il popolo ha iniziato a rendersene conto quando, il 3 marzo 2024, ha approvato l’introduzione di una tredicesima pensione AVS [21].

C. Mantenimento adeguato del tenore di vita precedente

1. A differenza dell’AVS/AI (primo pilastro), in cui i lavoratori attivi pagano per i pensionati, nel secondo pilastro, reso obbligatorio nel 1985 attraverso il varo della LPP [22], il modello finanziario [23] prevede che ciascuno contribuisca per sé, con un meccanismo di risparmio collettivo, integrato da limitati meccanismi di solidarietà, in particolare in relazione al rischio di invalidità e di morte. Il capitale accumulato è considerevole – 1’159 miliardi di franchi nel 2021 [24] – ma i rendimenti sono diminuiti negli ultimi anni. Insieme, il primo e il secondo pilastro dovrebbero garantire il mantenimento del precedente tenore di vita “in maniera adeguata“.

Se confrontiamo il primo e il secondo pilastro, vediamo che la media delle rendite AVS (primo pilastro) ammontava a 1’874 franchi al mese nel 2022 [25]. L’Ufficio federale di statistica rileva che l’importo delle pensioni AVS non presenta grandi differenze tra i due sessi [26]. In effetti si constata che la media della pensione annua delle donne è leggermente superiore (3,7%) a quella degli uomini [27]. Per quanto riguarda la previdenza professionale (secondo pilastro), invece, le differenze sono notevoli: le donne ricevono una rendita del secondo pilastro molto meno frequentemente degli uomini (49,4% contro 69,8%) e, quando ciò avviene, l’importo è inferiore di circa il 46% rispetto a quello degli uomini.

2. Aumentare i contributi dei dipendenti per le persone con stipendi bassi, riducendo drasticamente i redditi già troppo bassi (vedi A sopra), come fa LPP 21, è quindi una “soluzione” doppiamente sbagliata. Anche con LPP 21, la pensione del secondo pilastro delle persone con salari bassi e/o con carriere brevi sarebbe ancora troppo bassa per coprire adeguatamente i loro bisogni vitali unitamente all’AVS. D’altra parte, LPP 21 esenterà l’8% più ricco della popolazione [28] della popolazione da qualsiasi responsabilità finanziaria nei confronti delle pensioni di queste persone, a differenza di quanto avviene con l’AVS. Questo nonostante il fatto che, senza il lavoro del resto della società, questo 8% non sarebbe in grado di istruirsi, curarsi o, semplicemente, sopravvivere.

3. La quota della previdenza professionale obbligatoria (il minimo richiesto dalla LPP) nei capitali del 2° pilastro può essere stimata intorno al 40% [29], mentre il resto è destinato alla previdenza non obbligatoria, che eroga prestazioni superiori al minimo della LPP. La previdenza obbligatoria rappresenta quindi una quota significativa delle pensioni. La riduzione del tasso di conversione del capitale in rendita imposta da LPP 21, dal 6,8% al 6%, ridurrà la parte obbligatoria delle pensioni dell’11,76%; si tratta quindi di un attacco alla garanzia delle prestazioni (60% del reddito da lavoro [30]) promessa nel 1972 e rinnovata con l’introduzione della LPP nel 1985.

In effetti, come osserva il Consiglio federale, “circa il 12% degli assicurati è coperto da piani pensionistici basati esclusivamente sul minimo legale, e circa il 20% degli assicurati è fortemente influenzato dal tasso di conversione minimo, poiché solo una piccola parte del loro patrimonio pensionistico è coperta dal regime sovraobbligatorio“[31].

La rendita massima prevista dal regime obbligatorio LPP, per una persona che ha sempre versato contributi per 40 anni sulla parte massima del salario prevista dalla legge (il cosiddetto salario massimo coordinato di 5’206,25 franchi al mese, corrispondente ad un salario AVS di 7’350 franchi al mese), sarà di 2203 franchi al mese alla fine del 2024 [32]. La pensione minima LPP (per un salario AVS di 1’837,50 franchi al mese), sempre per 40 anni di contributi, sarà di 133 franchi al mese. Gli stipendi inferiori a 1’837,50 fr al mese non pagano i contributi LPP [33].

Per questi stessi stipendi, le pensioni AVS (senza tredicesima) ammontano rispettivamente a 2’450 e 1’225 franchi al mese.

4. Quanto alle rendite della previdenza professionale estesa, cioè per la parte che va al di là del minimo LPP assicurato (la previdenza sovraobbligatoria, esse hanno già subito un forte calo negli ultimi anni. Già inferiore al tasso di conversione obbligatorio del 6,8%, il tasso di conversione extra-obbligatorio era in media del 6,05% nel 2014: “[…] tra il 2014 e il 2022, i tassi di conversione sono [nuovamente] stati abbassati in media dal 6,05% al 5,21%, il che corrisponde a una riduzione di circa il 14%” [34].

5. Una parte della borghesia, di cui si è fatta portavoce la NZZ, non voleva nemmeno compensare il minor tasso di conversione nel regime obbligatorio della LPP. Il loro argomento: i “mendicanti” vivono più a lungo, quindi ricevono una pensione ridotta, ma per un periodo più lungo e di fatto non perdono nulla! Questo argomento alla Maria Antonietta non è stato comunque accolto dalla maggioranza della destra. Era quindi necessario compensare la riduzione delle pensioni obbligatorie con prestazioni transitorie [35], in attesa che il capitale accumulato si ristabilisse, nell’arco di 40 anni, a un livello che permettesse di compensare la riduzione delle pensioni dovuta alla riduzione del tasso di conversione. Ma le prestazioni transitorie devono essere finanziate con i contributi. Ma come? LPP 21 è l’ennesimo regalo ai ricchi, coloro che guadagnano più di 176’400 franchi all’anno. Il Consiglio federale aveva previsto nella sua proposta iniziale che tutti i salari fino a 860’400 franchi all’anno avrebbero contribuito al finanziamento delle misure di compensazione per la riduzione del tasso di conversione [36]. I partiti borghesi hanno invece deciso di esentare da ogni detrazione la parte di salario superiore a 176’400 franchi. Questo sconvolgente esempio di “solidarietà e giustizia fiscale amputata a favore dei più abbienti” è un ulteriore motivo per respingere LPP 21.

6. Consapevoli dell’impopolarità di un aumento dei contributi salariali LPP per i lavoratori dipendenti, i propagandisti di destra (ad eccezione di una minoranza dell’USAM e dell’UDC) sottolineano ora la necessità di estendere la copertura pensionistica a una parte dei lavoratori a basso salario, in particolare alle donne e alle lavoratrici precarie o a tempo parziale. Ed è su questo punto che l’imbroglio è più evidente. LPP 21 abbassa la soglia di ingresso alla LPP da 22’050 franchi all’anno a 19’845 franchi, di cui l’80% sarà assicurato. Su questo salario d’ingresso di 1’653,75 franchi al mese, il salario contributivo (assicurato) sarà di 1’323 franchi al mese, e il contributo LPP21 per assicurato sarà in media di 76 franchi al mese [37], che si aggiungerà all’attuale contributo AVS/AI di 84 franchi al mese. L’attuale pensione AVS/AI per questo salario corrisponde a 1’336 franchi al mese [38]. Nella migliore delle ipotesi, l’assicurato in questione potrebbe sperare di ricevere una pensione, sulla base di LPP21, di 427 franchi al mese dopo 40 anni di lavoro e senza periodi di disoccupazione. Se invece di versare questi 76 franchi aggiuntivi a una cassa pensione, li versasse all’AVS, riceverebbe una pensione AVS mensile aggiuntiva di 607 franchi, per un totale di 1’943 franchi al mese [39]! Questo dimostra la portata della disinformazione praticata dagli ambienti di destra, che purtroppo è stata ripresa da alcune associazioni femminili borghesi.

7. La domanda che si pone è la seguente: come verrà compensata in futuro la riduzione delle prestazioni pensionistiche del secondo pilastro? La votazione popolare del 3 marzo 2024 indica la strada: le prestazioni AVS devono essere aumentate, al di là del necessario ma modesto miglioramento introdotto dalla 13a AVS. Nel frattempo, dobbiamo rassegnarci a ridurre il tasso di conversione della LPP da capitale a rendita? Oltre al già citato calo dei rendimenti del capitale, i propagandisti borghesi brandiscono l’aumento dell’aspettativa di vita come argomento per abbassare il tasso di conversione obbligatorio, come è già stato fatto per la parte sovraobbligatoria.

D. Chi vive più a lungo, e in buona salute? Chi va in pensione anticipata?

1. L’aspettativa di vita in buona salute dipende dallo status socioeconomico. In Svizzera, il divario tra i livelli di formazione è aumentato tra il 1990 e il 2014; il divario tra le persone con formazione obbligatoria e quelle con formazione superiore è passato da 7,6 a 8,8 anni per gli uomini e da 3,3 a 5 anni per le donne [40]. Tuttavia, le persone che vanno in pensione più presto, soprattutto nel settore bancario e assicurativo [41], sono quelle che poi invitano il resto della popolazione a lavorare più a lungo. Discorsi che ricevono l’attivo sostegno dei PLR [42],[43], che senza dubbio desiderano, grazie al loro impegno politico [44], poter andare in pensione anticipata quando arriverà il loro turno.

Per la borghesia appartiene al ’”l’ordine naturale delle cose” il fatto i più privilegiati possano andare in pensione prima degli altri e vivere più a lungo in buona salute. La NZZ constata con un’affermazione impareggiabile che “I ricchi possono naturalmente permettersi di più dei poveri” [45]. A chiunque voglia opporsi alle suddette disparità, il giornale oppone un argomento decisivo: “Tanto vale abolire subito la proprietà privata. La storia ci ha mostrato chiaramente dove porta” [46].

2. Le disparità nell’aspettativa di vita, in particolare nell’aspettativa di vita in buona salute, sono attribuite dalla NZZ principalmente al comportamento individuale. Certo, la posizione sociale delle persone con un basso livello di formazione potrebbe contribuire a ridurre la loro aspettativa di vita, perché aspetterebbero troppo a lungo, per motivi economici, prima di consultare un medico, ammette il giornalista. Egli sottolinea, tuttavia, che la causa del loro basso livello di formazione potrebbe risiedere nel loro comportamento individuale a scuola. Ma la sua conclusione è, nonostante tutto, “generosa”: tutto questo ci porterebbe “relativamente lontano“.
Va ricordato che tutte le forme di pensioni statali, anche quelle fondate su un sistema di capitalizzazione, sono criticate dai neoliberali, con l’eccezione di un “pilastro” minimo, sottoposto alla verifica delle risorse, “per alleviare la povertà” [47]. Nel 1994, ad esempio, la Banca Mondiale [48] ha commentato positivamente l’adozione del modello pensionistico cileno, che consiste nella libera scelta individuale dei fondi pensione, una “libera scelta” imposta dalla dittatura del generale Pinochet nei primi anni Ottanta. Un rapporto commissionato dall’Ufficio Federale delle Assicurazioni Sociali ha osservato quanto segue sul modello cileno: “La libera scelta del fondo pensionistico in Cile aveva lo scopo di ridurre i costi amministrativi attraverso la concorrenza tra i fondi pensione. Tuttavia, i costi amministrativi sono aumentati a causa del crescente numero di trasferimenti e delle spese di marketing e pubblicità. Inoltre, il numero di AFP [Administradoras de fondos de pensiones] è diminuito costantemente, portando a una concentrazione del mercato nelle tre principali AFP. Inoltre, i conti di risparmio individuali sono altamente esposti alle fluttuazioni del mercato, esponendo gli assicurati a rischi finanziari“[49].

3. L’aspettativa di vita risulta da “basi biometriche (dette anche tavole di mortalità), che indicano le probabilità di morte e di invalidità calcolate su un determinato periodo. Le più utilizzate sono le tavole LPP che, a parte i dati della Cassa pensioni della Confederazione (Publica), includono solo dati provenienti da istituzioni di diritto privato. Le tavole LPP attualmente in uso (LPP 2020) sono state pubblicate nel dicembre 2020. Le tabelle VZ, invece, si basano sui dati delle casse pensioni con datori di lavoro di diritto pubblico. Le più recenti (VZ 2020) sono state pubblicate nel dicembre 2021” [50] Tuttavia, queste tabelle non riflettono i dati biometrici relativi specificamente ai gruppi professionali con un livello di istruzione relativamente più basso e/o con un carico di lavoro fisico più faticoso o frammentato, tra cui i settori alberghiero e della ristorazione, della costruzione e della vendita. Gli assicuratori vita dispongono di basi attuariali, ma le rendono disponibili solo dietro il pagamento di una costosa licenza, “il che è in contraddizione con il postulato di una legislazione basata su basi trasparenti“, come ha sottolineato il Consiglio federale [51]. Quest’ultimo voleva quindi permettere all’Ufficio federale di statistica di raccogliere questi dati per stabilire tabelle di mortalità, ma ciò è stato rifiutato dalla maggioranza borghese del Parlamento [52]. Se si tenesse conto di questi dati, si scoprirebbe che proprio i gruppi professionali con il livello di formazione relativamente più basso e/o con i carichi di lavoro più impegnativi dal punto di vista fisico, e che per di più hanno prestazioni del secondo pilastro più vicine al minimo LPP (si veda il punto C 3), possono pure contare su un’aspettativa di vita più breve. Di conseguenza, la riduzione del tasso di conversione dal 6,8 al 6% avrebbe un impatto scioccante su coloro che sono già i più svantaggiati dal sistema pensionistico. Dato che, in assenza di dati biometrici appropriati, non esiste alcuna prova che la durata di vita di una persona con un basso livello di formazione, appartenente a uno dei gruppi professionali summenzionati, sia aumentata in modo significativo, o in quale misura, non è giustificato abbassare il tasso di conversione. Il rifiuto della proposta del Consiglio federale in merito alle statistiche sulla mortalità è un ulteriore argomento per respingere la riduzione che la LPP21 imporrebbe.

E. La contrapposizione tra attivi e pensionati nel secondo pilastro

1. Le disparità tra gruppi professionali evocata qui sopra mettono in prospettiva anche l’argomento, ripetuto all’infinito dalla destra, del presunto sovvenzionamento dei pensionati da parte delle persone attive; infatti i supposti avvantaggiati potrebbero in realtà risultare danneggiati se si potesse disporre di tabelle di mortalità che indicano la loro reale aspettativa di vita, e non quella risultante da una media di tutte le professioni. A parte il fatto che il presunto sovvenzionamento sarebbe terminato di recente, anche secondo la Commissione di Alta Sorveglianza [53], la suddivisione della vita umana in fette di salame per fasce d’età, considerando tutte le classi sociali insieme, costituisce un vero e proprio imbroglio ideologico [54]. Ma questa suddivisione nasconde altre disparità, oltre a quelle già notate, tra gli individui e trai  gruppi professionali. Prendiamo un esempio relativo all’assicurazione collettiva sulla vita nel 2° pilastro, dove i dati sono pubblicamente disponibili.

2. La maggior parte delle persone affiliate al 2° pilastro nel settore privato è assicurata presso un assicuratore vita, ossia 1’957’970 [55]. Di questi, nel 2022, 610’922 lavoratori erano assicurati presso un assicuratore vita per tutti i rischi (vecchiaia, invalidità, morte), 325’170 presso SWISS LIFE e 284’871 presso altri assicuratori [56]. Nel 2022, Swiss Life ha registrato 1,92 miliardi come accantonamento per la perdita legata alla conversione del capitale in rendita [57], di cui 1’479 miliardi nel settore obbligatorio e 441,8 milioni nel settore sovraobbligatorio (un importo inferiore, dovuto alla riduzione del tasso di conversione già avvenuta nel settore non obbligatorio, cfr. C 4 sopra) [58]. Questi importi coprono la differenza tra l’avere di vecchiaia degli assicurati al momento del pensionamento e l’importo attuarialmente necessario per pagare la pensione per il periodo previsto secondo le tavole biometriche e con il tasso di rendimento del capitale prevedibile per questo periodo, noto come tasso tecnico. Chi ha finanziato questo accantonamento? I lavoratori attivi, ovviamente, perché dopo il pensionamento non vengono versati contributi. La destra si affretta ad aggiungere: i giovani pagano per i vecchi! Ma chi ha finanziato l’accantonamento per la longevità di Swiss Life, pari a 1,92 miliardi di euro? Ebbene, la risposta è chiara: per tutta la loro vita lavorativa le stesse persone, appena andate in pensione, che la destra accusa di derubare i giovani!

3. Siamo dunque confrontati con una forma di schizofrenia, fortemente incoraggiata dalla NZZ e dalle persone molto ricche, tra coloro che si agitano per la presunta ingiustizia del tasso di conversione attuarialmente elevato nel settore obbligatorio: la stessa persona che è stata attiva sarà un giorno in pensione con il 2° pilastro, avendo contribuito alla propria pensione – e alle prestazioni di invalidità e di morte di coloro che sono colpiti da questi rischi. Ignorare “l’identità persona attiva – futuro pensionato” ha conseguenze spiacevoli, come dimostra il significativo calo delle pensioni nel settore sovra-obbligatorio (cfr. C 4): da un anno all’altro e, in alcune casse pensione, in modo brusco e significativo, senza alcuna transizione graduale, i neo-pensionati hanno visto ridurre una parte significativa della loro pensione regolamentare prevista, anche se avevano finanziato gli accantonamenti per la longevità durante tutta la loro vita lavorativa! E perché? Per il semplice motivo di permettere di esonerare i datori di lavoro da qualsiasi responsabilità per la promessa di prestazioni fatta nel 1972 e rinnovata nel 1985, esonerandoli da qualsiasi contributo per garantire il livello delle pensioni. Il trattamento riservato ai nuovi pensionati del settore sovra-obbligatorio ha quindi contribuito a screditare il 2° pilastro. A favore del 3° pilastro, che la destra sperava sarebbe stato ancora più “spogliatore” del 2° pilastro. Il popolo però non si è fatto ingannare e il 3 marzo 2024 ha ribaltato la situazione a favore del 1° pilastro, l’AVS.

4. Come ha finanziato Swiss Life l’accantonamento di 1,92 miliardi per le perdite legate alla conversione del capitale in rendita? Principalmente attraverso premi di rischio che possono essere più del doppio del costo atteso per i sinistri [59]. Questo metodo di finanziamento della longevità presenta un chiaro vantaggio per Swiss Life: più alto è il premio di rischio (e/o di spesa), più alta è la quota che l’assicuratore può trattenere come profitto legale (fino al 10%, secondo la strana quota parte minima o legal quote promulgata dall’inimitabile Hans-Rudolf Merz [60]). Contrariamente a quanto talvolta sostenuto anche in ambito accademico, un premio eccessivamente elevato determina certamente un’eccedenza maggiore (entrate meno spese più accantonamenti), ma questa maggiore eccedenza non va interamente agli assicurati: l’assicuratore può trattenere fino al 10% del premio più elevato. Nel 2022, in previsione del prossimo voto sulle pensioni, Swiss Life ha “generosamente” limitato la sua detrazione dal denaro degli assicurati al 5% dei premi di rischio e di spesa più il reddito netto di capitale, ossia 137’888 milioni. Quali siano le ragioni, sta di fatto che il 20 marzo 2020 il valore dell’azione Swiss Life era di 278,70 franchi svizzeri, contro i 633 di oggi [61]. Grazie agli assicurati del 2° pilastro obbligatorio [62]!

5. Cosa succederà se il tasso rimarrà al 6,8%? Ci sarà, come sostengono i propagandisti borghesi, una pioggia di zolfo e fuoco? Questo ricorrente grido d’allarme è stato giustamente ignorato dal popolo nel 2010 e nel 2017, quando si è già votato sulla diminuzione del tasso di conversione. In primo luogo, le disposizioni per far fronte al mantenimento del tasso esistono, come quelle di Swiss Life. L’unica conseguenza dell’approvazione della riduzione del tasso sarà quella di consentire a Swiss Life di ridurre la quota di capitale proprio legata al secondo pilastro obbligatorio a causa delle regole di solvibilità, e di distribuire il saldo ai suoi azionisti. Ne ha bisogno? L’andamento del prezzo delle azioni non sembra dimostrarlo. I lavoratori – e i datori di lavoro – dovranno semplicemente continuare a contribuire agli accantonamenti per la longevità di cui essi stessi, in quanto futuri pensionati, beneficeranno, in modo schizofrenico. Il tutto in attesa di un sistema di previdenza più equo (si veda il punto F).

6. Oltre a mantenere il livello delle prestazioni obbligatorie, il mantenimento del tasso di conversione avrà un altro vantaggio, che è persino vituperato dalla destra: il finanziamento solidale all’interno della struttura salariale. Anche se l’assicurazione degli stipendi più alti si è gradualmente distaccata da quella degli altri, con la creazione da parte delle aziende di fondi separati per i dirigenti – cosa difficilmente immaginabile al momento dell’introduzione della LPP nel 1985 – e anche se il Tribunale federale svizzero accetta fondi con un unico assicurato (!) per i dirigenti, istituiti per motivi fiscali [63], non si è ancora verificata una separazione assoluta tra la previdenza obbligatoria e quella sovra-obbligatoria. Infatti, l’esistenza di fondi cosiddetti “di involucro”, che combinano i due tipi di previdenza, ha permesso ai datori di lavoro di evitare di contribuire adeguatamente ai fondi, indebolendo il sovra-obbligatorio e rafforzando l’obbligatorio. Un’ulteriore separazione renderebbe più facile l’uscita da un sistema di 2° pilastro che ha esaurito le sue potenzialità (si veda il punto F). Nel frattempo, un regime pensionistico sovra-obbligatorio, spesso ridotto a uno stillicidio, ha avuto il merito di far capire anche a chi ha stipendi superiori alla media i meriti del mantenimento del tasso di conversione obbligatorio. Naturalmente, la destra sta cercando di aumentare le divisioni, sostenendo che i lavoratori con stipendi più alti stanno sovvenzionando quelli con stipendi più bassi nei fondi di dotazione. Che scandalo, dicono! Ma il fatto è che anche le persone con salari più alti hanno un patrimonio obbligatorio LPP e sono felici di vedere almeno una parte del loro patrimonio pensionistico protetto dalle conseguenze del massacro condotto con pretesti attuariali. La consapevolezza emergente di questo legame è molto disapprovata dalla destra: per questo motivo, e non solo per risparmiare, ha tagliato il progetto LPP 21 del Consiglio federale, che voleva pagare prestazioni transitorie a tutti gli assicurati [64]. Si è voluto stroncare sul nascere l’elemento distributivo contenuto in questo progetto (persone che lavorano che pagano direttamente per i pensionati, come nell’AVS, senza ingrassare gli intermediari finanziari), che avrebbe potuto essere la scintilla per un futuro migliore del sistema pensionistico. Il popolo ha riacceso questa scintilla il 3 marzo 2024.

7. Aggiungiamo che il mantenimento del tasso di conversione al 6,8% presenta un altro vantaggio: poiché i salari delle donne sono mediamente più bassi di quelli degli uomini, l’elemento di solidarietà per la parte di salario inferiore a 88’200 franchi all’anno va a beneficio delle donne in misura proporzionalmente maggiore. La minaccia, sempre ventilata, di creare fondi pensione strettamente limitati alla previdenza obbligatoria, al fine di eliminare ogni forma di solidarietà, finora non è stata praticamente messa in pratica, anche a causa dei costi che comporterebbe.

F. Quali elementi si potrebbero delineare per un’uscita dal 2° pilastro obbligatorio?

1. Mentre conduciamo la lotta contro l’iniquo progetto LPP 21, è utile iniziare a pensare seriamente a un’uscita dal 2° pilastro. Dobbiamo diffidare delle risposte preconfezionate, perché anche i progetti eccellenti, che tuttavia non sono pensati in tutti i loro aspetti, rischiano di compromettere ogni progresso per i prossimi decenni. Il diavolo, come si sa, sta nei dettagli. La garanzia dei diritti acquisiti era e rimane il punto cruciale di ogni cambiamento di sistema, di ogni uscita graduale – perché non può che essere graduale – dal sistema della capitalizzazione. I partiti borghesi avevano erroneamente sostenuto che i diritti acquisiti, pur essendo esplicitamente menzionati nell’iniziativa del Partito del Lavoro (PdL) respinta nel 1972, non sarebbero stati regolamentati da essa.

2. a) Garantire i diritti acquisiti fino all’ultimo centesimo è tanto più importante in quanto le pensioni collettive a capitalizzazione – come le prestazioni di invalidità e di reversibilità – includono un elemento assicurativo e collettivo che spesso sfugge alla coscienza degli assicurati. Ad esempio, gli eredi di un pensionato che muore prematuramente saranno spesso sorpresi di non ricevere nulla del capitale del defunto, anche se la pensione di quest’ultimo era stata calcolata sulla base di un’aspettativa di vita media al momento del pensionamento. Alcuni, come Jacques-André Schneider, hanno giustamente parlato di un “sogno di appropriazione, e controllo, individuale” tra le persone che sono assicurate collettivamente, ma su una base di un primato dei contributi (cioè il sistema LPP, con un “avere di vecchiaia” finanziato da contributi con equivalenza individuale tra contributi e prestazioni). L’autore prosegue: “I piani [previdenziali] con il primato delle prestazioni [che sono diventati molto rari in Svizzera], in particolare nel caso di investimenti collettivi, sono meno allettanti perché promettono di pagare una pensione che può essere definita immediatamente in relazione al salario personale fino alla morte, e oltre per i superstiti” [65]. Questo sogno di appropriazione si scontra con la realtà quando una persona sceglie di ricevere un capitale all’età della pensione, con l’incoraggiamento dei ciarlatani dell'”industria finanziaria“: se ha la fortuna di vivere a lungo, questo capitale, anche con i rendimenti di borsa previsti, potrebbe non essere sufficiente per arrivare alla fine dei suoi giorni. Lo stesso vale per il 3° pilastro o per il cosiddetto sistema di “libera scelta” individuale per gli investimenti del 2° pilastro [66]. Questi sistemi hanno in comune il fatto di porre a carico dell’assicurato il rischio di mantenere un tenore di vita adeguato dopo il pensionamento, senza alcuna protezione collettiva, ad esclusivo vantaggio degli intermediari finanziari, le cui commissioni di gestione sono molto più redditizie per i prodotti individuali che per gli investimenti collettivi. Per lo stesso motivo, le banche e le compagnie di assicurazione si oppongono all’estensione delle pensioni a ripartizione (si veda anche il punto 4).

b) Considerati i rapporti di forza, è preferibile procedere per gradi, rafforzando gradualmente l’attuale AVS.

c) Quando le condizioni saranno mature, il passaggio dal sistema di capitalizzazione della LPP a un aumento dell’AVS dovrà essere limitato al minimo obbligatorio della LPP, a causa della difficoltà di garantire i diritti acquisiti. Infatti, le disparità di copertura pensionistica tra i diversi gruppi di lavoratori e i diversi settori economici sono così grandi che la ricerca di un’equa trasposizione dei diritti pensionistici da un sistema all’altro sarebbe un letto di Procuste.[Il tentativo di ridurre il tutto a una sola situazione difficile, che comporta sacrifici e dolori].

d) Le poche casse che hanno ancora un sistema fondato sulla priorità delle prestazioni, potrebbero scegliere di rimanere al di fuori del nuovo sistema se soddisfano tutti i requisiti minimi dell’AVS maggiorata.

e) Si dovrebbe prevedere un periodo di transizione, in particolare per risolvere i problemi relativi ai prelievi per l’acquisto di una casa e alla divisione dei fondi pensione in caso di divorzio, consentendo il riscatto dei diritti alle prestazioni.

f) A titolo indicativo, la sostituzione delle rendite massime della previdenza obbligatoria LPP, che ammontano a 24’633 franchi all’anno o a 2’052,75 franchi al mese, con pensioni AVS maggiorate, richiederebbe un aumento dei contributi AVS/AI di circa l’84%, cioè dall’attuale 10,1% al 18,48% (con un aumento proporzionale delle altre fonti di finanziamento, cfr. 8, https://alencontre.org/suisse/non-a-lpp-21-oui-a-avs-x-13.html ). L’attuale contributo medio obbligatorio LPP per tutte le fasce d’età è pari al 12,5% del salario coordinato, considerando solo la quota di vecchiaia [67]. Il salario massimo coordinato è di 5’206,50 franchi al mese, che corrisponde a un salario AVS di 7’350 franchi al mese. Su questo salario, l’attuale contributo medio LPP del 12,5% del salario coordinato rappresenta l’8,84% del salario AVS. La sostituzione dei contributi obbligatori LPP con un aumento dei contributi AVS comporterebbe quindi una leggera riduzione dell’impegno finanziario, dal 18,94% al 18,48%. Questa riduzione sarebbe ancora maggiore per i salari più bassi: ad esempio, il contributo medio LPP per un salario di 4’000 franchi al mese rappresenta il 5,8% del salario AVS, mentre un contributo AVS aggiuntivo del 3,97%, ossia il 13,98% invece dell’attuale 10,1%, sarebbe sufficiente a sostituire la pensione LPP che una persona assicurata può aspettarsi con un periodo completo di contributi.

3. La decisione negativa presa nel 1972, che si sarebbe rivelata fatale per i decenni successivi, è stata favorita da diversi fattori.
1° lo sviluppo già significativo delle casse pensioni private al momento della votazione  [68]
2° la scelta di un’ala dominante della burocrazia sindacale e del Partito Socialista, derivante dalla politica di pace del lavoro e dalla partecipazione ai governi federali e cantonali con la borghesia capitalista, favorevole in quel momento a un sistema di capitalizzazione [69]; il Partito Socialista (anche se esisteva una corrente favorevole all’iniziativa del Partito del Lavoro) e l’Unione Sindacale Svizzera presero posizione contro l’iniziativa del PdL [70] (per poi ritirare la propria iniziativa di contenuto analogo), perché favorevoli al 2° pilastro e perché condividevano l’anticomunismo che dal 1922 prevaleva nella Svizzera tedesca all’interno della FOMO [71], importante sindacato dell’USS, e dal 1924-25 in generale.
3° Un’illusione: l’idea di una parte della socialdemocrazia che lo sviluppo dei fondi pensione avrebbe permesso ai lavoratori, attraverso la gestione paritetica, di ottenere una certa influenza sull’economia capitalista [72] si è ora rivelata una completa illusione. Questa illusione è stata giustamente denunciata da Jost Steiger [73], che aderirà in seguito alla Lega rivoluzionaria marxista (LMR). I futuri membri della LMR avevano collaborato attivamente – quando erano membri del PdL/POP – alla riuscita dell’iniziativa sulle pensioni popolari.
I 1’159 miliardi di capitale del secondo pilastro accumulati oggi danno al movimento sindacale, al movimento dei lavoratori, una qualche influenza sulle scelte manageriali dell’economia svizzera, in particolare delle grandi imprese? Chi oserebbe seriamente sostenerlo?

4. Come sottolinea l’ufficio studi di una banca diretta dall’economista neoclassico Patrick Artus, “la tendenza “moderna” del capitalismo anglosassone è quella di ottenere un’alta remunerazione del capitale distorcendo la distribuzione del reddito a scapito dei lavoratori. Nei Paesi in cui è in atto questa tendenza del capitalismo, la quota dei profitti sul PIL aumenta strutturalmente, la crescita della massa salariale è frenata e il rendimento della capitalizzazione (se è fortemente investita in azioni) è superiore al rendimento della distribuzione. La scelta del pay-as-you-go è quindi logica solo nei Paesi “resistenti” al capitalismo “anglosassone” e dove la distribuzione del reddito non è distorta a scapito dei salari” [74].

Precisiamo che non sono “i Paesi“, ma i lavoratori salariati – nella misura in cui sono organizzati per difendere i loro interessi – a sconfiggere il tipo di distorsione evidenziata da Artus.

È quindi sfavorevole ai lavoratori di questo Paese continuare a scommettere su una distorsione della distribuzione della ricchezza a loro svantaggio, e aggiungere alla dicotomia pensionati/attivi dei quella schizofrenica salariato-a/azionista.

5. Esiste anche una terza forma di schizofrenia, la contrapposizione inquilino-assicurato, soprattutto per le persone che sono sia affittuarie di Swiss Life, il più grande proprietario privato in Svizzera [75], sia assicurate tramite Swiss Life. Quest’anno riceveranno un rendimento dell’1,25% sui loro risparmi per la pensione, ma questo sarà di scarsa consolazione per loro quando sapranno che il Tribunale federale ha ora accettato come legale un affitto che dà al loro locatore un rendimento del 3,75% (2% in più del tasso ipotecario di riferimento). Fino al 2020, la rendita ammessa era dello 0,5% in più rispetto al tasso ipotecario di riferimento, ma il Tribunale federale ha ritenuto opportuno modificare la propria giurisprudenza, prendendo spunto da un’iniziativa parlamentare del Consigliere nazionale PLR Feller [76]. È quindi comprensibile che il prezzo dell’azione Swiss Life sia più che raddoppiato (+ 127%) tra il 2020 e il 2024.

6. La correzione della barra verso una maggiore ripartizione e una minore capitalizzazione risponde quindi a un triplice imperativo in materia di pensioni:
1° garantire prestazioni che non solo coprano i bisogni vitali – cosa che oggi non avviene – ma che permettano anche di mantenere in modo adeguato il tenore di vita precedente. È chiaro che per i lavoratori a bassa retribuzione il tasso di sostituzione (il rapporto tra la pensione e il precedente reddito da lavoro) deve essere del 100% e non del 60%, perché è impossibile vivere con un reddito inferiore a 4’000 franchi al mese.
2° garantire un finanziamento perenne delle pensioni, perché contrariamente alle favole dello scoiattolo che accumula noci, la capitalizzazione non protegge dagli effetti del cambiamento demografico[77], come dimostra la debacle delle pensioni non obbligatorie del 2° pilastro [78]. Per quanto riguarda il rapporto tra contribuenti attivi e pensionati, non è cambiato così tanto come sostengono i propagandisti borghesi: è passato da 3,5 a 1 a circa 3 a 1, si veda l’articolo di Benoit Blanc [79].
3° risolvere le contraddizioni insolubili e la schizofrenia in cui il sistema pensionistico a capitalizzazione intrappola i lavoratori e i futuri pensionati: attivi-pensionati, dipendenti-azionisti, inquilini-assicurati, passando dal sistema a capitalizzazione a quello a ripartizione (sistema AVS). In conclusione, senza una protezione sociale degna di questo nome, la società non può diventare autenticamente umana.

[1] Media delle due fasce d’età. Queste cifre non tengono conto dei contributi ai rischi e ai costi, che rappresentano il 5,2% dei premi (fonte: Finma, Comptabilité de la prévoyance professionnelle 2022). In confronto, i costi amministrativi dell’AVS ammontano solo allo 0,5% dei ricavi (fonte: Jahresbericht AHV-Statistik 2021, pag. 2). Per i contributi di rischio (o premi), si veda anche il punto E 4.

[2] Si veda https://sozialesicherheit.ch/de/einkommensbezogene-umverteilung-in-der-ahv/ e http://alencontre.org/suisse/non-a-lpp-21-oui-a-avs-x-13.html , punto 8.

[3] NZZ del 28 marzo 2024.

[4] https://www.bfs.admin.ch/bfs/fr/home/statistiques/travail-remuneration/salaires-revenus-cout-travail.html

[5] Cfr. https://sozialesicherheit.ch/de/einkommensbezogene-umverteilung-in-der-ahv

[6] Art. 29sexies e 29septies LAVS.

[7] Art. 22a LACI.

[8]1884-1965, in Consiglio federale tra il 1940 e il 1947. Dopo aver lasciato il Consiglio federale, ha lavorato in posizioni di responsabilità nell’industria e nella finanza. Avverso alla Germania nazista, dopo la fine della guerra protesse il fascista – e trafficante d’armi nazista – Waldemar PABST (Jahrbuch für solothurnische Geschichte 2011, p. 14). PABST aveva ordinato e supervisionato l’assassinio di Rosa LUXEMBURG e Karl LIEBKNECHT (cfr. Der Spiegel, n. 16/1962, pagg. 38-44, intervista a PABST), quando la Germania era governata dai leader socialdemocratici Friedrich EBERT e Gustav NOSKE. PABST aveva agito sotto la responsabilità di quest’ultimo.

[9] La NZZ critica l’AVS per aver dato alla maggioranza dei salariati la “falsa sensazione di essersi guadagnati la pensione“! Ma che ne è di questo? La maggior parte della nuova ricchezza sociale è prodotta da lavoratori dipendenti, mentre la quota di veri lavoratori autonomi nei Paesi sviluppati è del tutto secondaria. Il plusvalore prodotto esclusivamente dai lavoratori dipendenti viene appropriato dai proprietari dei beni di produzione (e versato in piccola parte ai dirigenti, sotto forma di stipendi che superano di gran lunga il doppio o il triplo del costo della loro formazione, consentendo loro di iniziare ad accumulare capitale a loro volta). Questa appropriazione privata della ricchezza prodotta dalla società viene giustificata come la cosiddetta “remunerazione del Capitale”, una nozione ideologica, perché il Capitale deriva dal lavoro morto (conservato non solo nell’apparato produttivo, ma anche in forma monetaria, in diritti di prelievo sul plusvalore (azioni) che possono rivelarsi aleatori, o anche in varie forme di capitale fittizio). Più di un terzo della ricchezza prodotta ogni anno viene così sottratta ai lavoratori (molto più della decima imposta sotto l’Ancien Régime a beneficio della nobiltà e del clero), e solo un terzo circa viene reinvestito nell’economia. Il resto viene utilizzato per accumulare o spendere dai capitalisti. Di conseguenza, la maggioranza dei salariati, lungi dal credere erroneamente di essersi guadagnata la pensione, ha tutte le ragioni per ritenere di essere stata derubata durante la propria vita lavorativa e di continuare ad essere gravemente svantaggiata, rispetto ai proprietari del capitale e ai loro stretti subordinati, dopo il pensionamento. Dobbiamo anche aggiungere che l’appropriazione privata di invenzioni o brevetti è in contraddizione con lo sviluppo dell’economia, per non parlare della salute umana, e che ci sono tendenze alla socializzazione in questo settore, come la predominanza del software libero nel funzionamento dei sistemi informatici, in particolare dei supercomputer e dei telefoni cellulari (ad esempio Linux). In ultima analisi, e per semplificare, il capitalismo è una relazione sociale basata sulla necessità della maggioranza di vendere la propria forza lavoro e sull’interiorizzazione da parte della maggioranza di questa necessità come naturale o giustificabile. Ciò è ovviamente facilitato dai crimini commessi dalle burocrazie staliniste e socialdemocratiche.

[10] “L’indice dei salari nominali svizzeri è aumentato in media dello 0,9% nel 2022 rispetto al 2021. Considerando un tasso di inflazione medio annuo del +2,8%, i salari reali sono diminuiti dell’1,9% (97,3 punti, base 2020 = 100)”, https://www.bfs.admin.ch/bfs/fr/home/statistiques/travail-remuneration/salaires-revenus-cout-travail/indice-salaires.gnpdetail.2023-0387.html.

[11] Molière, Œuvres Complètes, Parte 3, edizione 1855, p. 111.

[12] Prima di essere eletto in Consiglio federale, è stato presidente del Consiglio di amministrazione dell’assicuratore Helvetia Patria (2002-2003).

[13] Nel sistema a tre pilastri delle pensioni di vecchiaia/invalidità/superiore approvato in questa votazione, l’art. 34quater della vecchia Costituzione, ripreso dagli artt. 111, 112 e 113 della Costituzione del 1999.

[14] Legge sulla Previdenza Professionale, in vigore dal 1985.

[15] Sostenuto dal POCH (Progressive Organisationen der Schweiz), dalla Lega Marxista Rivoluzionaria (LMR) e dal Partito Socialista Autonomo (PSA) del Ticino.

[16] GREBER Pierre-Yves, Droit suisse de la sécurité sociale, p. 160.

[17] DUPONT Anne-Sylvie in MARTENET/DUBEY (éditeurs), Commentaire romand de la Constitution fédérale, N 28 ad art. 112 Cst, con riferimento al Messaggio del 1971, p. 1628, nota 37.

[18] DUPONT Anne-Sylvie, N 12 ad art. 112a Cost.

[19] Cfr. art. 112a Cost.

[20] Professore presso le Università di Neuchâtel e Ginevra; op. cit. n. 31 sull’art. 112 Cost.

[21] Il problema della copertura dei bisogni vitali è sentito anche nelle file dell’elettorato popolare della SVP. Il suo leader storico, il miliardario Christoph BLOCHER, interpellato a gennaio sulla tredicesima pensione AVS, accettata il 3 marzo 2024, si è mostrato indifferente alle difficoltà economiche del suo stesso elettorato. Ha esclamato: “Mi piacerebbe avere una tredicesima pensione AVS, e anche una quattordicesima e una quindicesima!”. Questo tono scherzoso non è stato apprezzato da tutto il suo elettorato. BLOCHER, ex presidente del Consiglio di amministrazione di EMS-Chemie SA, ha fondato e presieduto il “Southern Africa Working Group” (ASA) nel 1982: “L’apartheid non ci interessava”. E ancora: “L’apartheid ci era ovviamente estranea”, cfr. Le Temps, 22 dicembre 2005. Il regime dell’apartheid era così “estraneo” a BLOCHER, e di fatto al governo svizzero, che si oppose con successo a qualsiasi sanzione contro di esso, si veda in particolare Le Temps del 20 luglio 1998.

[22] Esclusi, tuttavia, i lavoratori a basso salario e, in particolare, una parte considerevole delle donne impiegate.

[23] La realtà economica è diversa, cfr. https://alencontre.org/suisse/non-a-lpp-21-oui-a-avs-x-13.html , 6.

[24] Statistiche sulle casse pensione 2021.

[25] https://www.bsv.admin.ch/bsv/fr/home/assurances-sociales/ahv/statistik.html

[26] www.bfs.admin.ch/bfs/fr/home/statistiques/situation-economique-sociale-population/egalite-femmes-hommes/revenu/ecart-rente.html

[27] Questo risultato si spiega in parte con l’alta percentuale di donne vedove, che ricevono una pensione media più alta (ibidem).

[28] Si veda il precedente punto A 1.

[29] https://www.asip.ch/de/newsroom/socialnewsroom/post/296-berufliche-vorsorge-diese-begriffe-mussen-sie-kennen.

[30] Combinando il primo e il secondo pilastro.

[31] Messaggio sulla modifica della legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (riforma LPP 21), Foglio federale delle leggi 2020 9509.

[32] Dati aggiornati basati su “Chiffres repères de la prévoyance professionnelle”, Marie-Claude SOMMER, Dipartimento di matematica MAS, Ufficio federale delle assicurazioni sociali.

[33] Art. 2 comma 1 LPP. La LPP 21 vuole assoggettarla a contributi a partire da Fr1653,75 al mese FF 2023 785. Come abbiamo visto al punto A. Contributi dei dipendenti? Contributi dei dipendenti? questa “soluzione” riduce notevolmente i salari bassi per un risultato casuale e sproporzionato.

[34] Commission de haute surveillance de la prévoyance professionnelle, Rapport sur la situation financière des institutions de prévoyance en 2022, p. 17.

[35] Le prestazioni transitorie previste dalla LPP 21 non compensano in tutti i casi la riduzione delle pensioni causata dalla riduzione del tasso di conversione, si veda in particolare https://www.pwc.ch/de/insights/finanzdienstleistungen/bezugsrahmen-bvg-reform.html.

[36] FF 2020 9565.

[37] A questo importo si aggiungeranno i contributi per i rischi e i costi, per un totale di circa 20 franchi al mese, o anche di più. Nel complesso, la destra costringe le persone in situazione precaria, in particolare le donne che lavorano a tempo parziale, a contribuire con più di cento franchi al mese, mentre una somma inferiore, destinata all’AVS, si tradurrebbe in una pensione quasi una volta e mezza superiore!

[38] Senza tredicesima, persona sola senza figli, quindi senza bonus aggiuntivo per la cura dei figli.

[39] N.B. La pensione AVS aggiuntiva non è decuplicata in questo esempio, perché si ipotizza che i contributi sui salari superiori a 19’845 franchi all’anno rimangano invariati.

[40] Remund A. & Cullati, S. (2022). Disuguaglianze nell’aspettativa di salute in Svizzera dal 1990. Cambiamento sociale in Svizzera, N°31. doi: 10.22019/SC-2022-00005 ; abstract : https://www.socialchangeswitzerland.ch/?p=3043

[41] https://www.bfs.admin.ch/bfs/fr/home/statistiques/travail-remuneration/activite-professionnelle-temps-travail/age-generations-retraite-sante/activite-professionnelle-retraite/age-moyen-sortie-marche-travail.assetdetail.16724776.html ; L’età media di uscita dal mercato del lavoro più bassa si registra nel settore delle “attività finanziarie e assicurative“; è addirittura inferiore a quella del settore delle costruzioni, che prevede un regime di pensionamento anticipato, anche se a condizioni piuttosto restrittive, a partire dai 60 anni!

[42] PLR. I Liberali Radicali. “Liberi e responsabili, dal 1894”.

[43] L’iniziativa dei Giovani Liberali-Radicali chiedeva di innalzare l’età pensionabile per uomini e donne a 66 anni, per poi continuare ad aumentare in base all’aspettativa di vita. Presentata nel luglio 2021, è stata respinta in votazione popolare il 3 marzo 2024 con il 74,72% dei voti espressi.

[44] L’Iniziativa pensionistica dei Giovani Liberali-Radicali chiedeva di innalzare l’età pensionabile per uomini e donne a 66 anni, per poi continuare ad aumentare in base all’aspettativa di vita. Presentata nel luglio 2021, è stata respinta dal voto popolare del 3 marzo 2024, con il 74,72% dei voti espressi.

[45] NZZ, 3 febbraio 2024.

[46] I Paesi che hanno applicato con maggiore coerenza l’ideologia della NZZ sono gli Stati Uniti, dall’elezione di Ronald REAGAN nel 1980, e il Regno Unito, dall’elezione di Margaret THATCHER nel 1979. La THATCHER dichiarò: “La società non esiste. Esiste solo la famiglia”. La sua politica è stata proseguita, nella sostanza, e persino approfondita sotto il governo social-liberale di Tony BLAIR (1997-2007). L’esempio di questi Paesi illustra chiaramente gli effetti in termini di aspettativa di vita, sanità pubblica e istruzione. Sotto il governo della signora Thatcher, il servizio sanitario nazionale rifiutava la dialisi ai pazienti di età superiore ai 50 anni (cfr. Over 50 e uremici = morte, https://karger.com/nef/article-pdf/31/3/189/3174022/000182644.pdf ). Un altro esempio, data la povertà diffusa nel Regno Unito, è la recente pratica dei cittadini britannici meno fortunati che, poiché non ci sono dentisti nel servizio sanitario pubblico e non possono permettersi i servizi di un dentista privato, si strappano i denti da soli, https://www.independent.co.uk/news/health/nhs-dentists-diy-tipping-point-b2140457.html.

[47] “To alleviate poverty”, Averting the Old Age Crisis, A World Bank Policy Research Report, p. 239.

[48] Ibidem, passim. Per una critica, dall’interno del pensiero economico neoclassico, della preferenza accordata alla capitalizzazione dal suddetto rapporto della Banca Mondiale, si veda un altro rapporto, pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale, di Nicholas BARR, Reforming pensions: Myths, Truths, and Policy Choices, https://www.imf.org/external/pubs/ft/wp/2000/wp00139.pdf.

[49] Aspects de la sécurité sociale, Faisabilité du libre choix de la caisse de pensions Étude comparative sur l’individualisation et le transfert du risque à l’assuré, Research Report No. 10/05, David Pittet, Meinrad Pittet and Jacques-André Schneider, p. 32s.

[50] Commission de haute surveillance de la prévoyance professionnelle, Rapport sur la situation financière des institutions de prévoyance en 2022, pag. 20.

[51] FF 2015 84.

[52] Si veda anche BU 2015 CE 855 ss.

[53] Rapporto sulla situazione finanziaria degli istituti di previdenza nel 2022, pagg. 40-42.

[54] La divisione della società in fasce d’età ha lo scopo di nascondere il crescente divario di reddito e, soprattutto, di ricchezza tra le classi sociali di tutte le età. Si veda, tra i tanti esempi, The Economist, 30.3.2024, p. 28; sembra che questo settimanale non venga pubblicato nel Paese in cui un pensionato di 87 anni è morto per la frattura del bacino dopo aver aspettato 17 ore un’ambulanza, https://www.independent.co.uk/news/health/ambulance-delays-wait-nhs-glangwili-hospital-b2260228.html.  La borghesia è solidale con se stessa da una generazione all’altra, con un autentico senso di sé (si veda in particolare Michel PINÇON, Monique PINÇON-CHARLOT, Sociologie de la bourgeoisie). Deve quindi impedire alla classe salariata di sviluppare una tale coscienza di sé, inventando per lei e facendole credere in false differenze (il più in voga attualmente è il criterio non solo della nazionalità, ma dell'”identità”: “falsi rifugiati”, “falsi lavoratori”, “falsi svizzeri”, “remigrazione” di “falsi tedeschi” su iniziativa di alcuni membri dell’Allianz für Deutschland, AFD, e del propagandista Martin SELLNER, recentemente invitato dalla sezione argoviese del movimento giovanile UDC). Queste divisioni sono false nella misura in cui ostacolano l’emancipazione della classe operaia e, di conseguenza, lo sviluppo dell’umanità nel suo complesso. Questo aspetto era già stato sottolineato più di un secolo e mezzo fa da Marx, come sottolinea Kevin ANDERSON: “Negli anni Sessanta del XIX secolo, queste questioni divennero centrali nella valutazione di Marx del movimento operaio nei due paesi capitalistici più potenti, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Egli giunse alla conclusione che i movimenti operai dei paesi capitalisti centrali che si rifiutavano di sostenere efficacemente i movimenti nazionalisti progressisti contro i governi oppressivi, o che si rifiutavano di combattere il razzismo contro le minoranze etniche nei loro paesi, correvano il pericolo di ritardare, o addirittura arrestare, il loro stesso sviluppo”. Marx at the Margins, On Nationalism, Ethnicity, and Non-Western Societies, Kevin B. ANDERSON, Chicago, 2010.

[55] Su un totale di 4.477.775, da cui vanno sottratte le 626.829 persone affiliate a fondi di diritto pubblico: https://alencontre.org/suisse/non-a-lpp-21-oui-a-avs-x-13.html.

[56] Finma, Occupational pension accounting 2022.

[57] Compresi, in alcuni fondi pensione, gli accantonamenti per la longevità e per le variazioni delle tavole attuariali. “Brechbühl/Fretz, N 18 ad art. 65b LPP, in Commentaire des assurances sociales, Schneider/Geiser/Gächter, 2a ed.

[58] Ibidem.

[59] Per motivi di trasparenza, il Consiglio federale aveva proposto di limitare i premi di rischio al doppio del costo previsto dei sinistri e di introdurre una nuova componente di premio per garantire il tasso di conversione in rendita, FF 2025 280. La maggioranza del Parlamento ha respinto la proposta. La maggioranza del Parlamento ha respinto la proposta.

[60] https://alencontre.org/suisse/non-a-lpp-21-oui-a-avs-x-13.html , 2 e seguenti.

[61] 2 aprile 2024, ore 13.41.

[62] Gli assicurati che desiderano denunciare la spoliazione legalizzata dalla citazione legale di Merz saranno scoraggiati dalla mancanza di un diritto del lavoro svizzero (https://alencontre.org/suisse/non-a-lpp-21-oui-a-avs-x-13.html, nota finale 6, e la sentenza del Tribunale federale citata). In ogni caso, i dirigenti delle aziende interessate, la maggior parte delle quali sono PMI, non vorranno o non potranno abbandonare gli assicuratori sulla vita, sia a causa del contro-business in altri rami assicurativi (a danno complessivo dei loro dipendenti), sia a causa dei costi di un cambiamento di affiliazione, sia perché essi stessi sono stati ingannati dai presunti vantaggi di un’assicurazione all-risk per la quale pagano fin troppo, cfr. https://alencontre.org/suisse/non-a-lpp-21-oui-a-avs-x-13.html,  3.

[63] Cfr. ATF 9C_613/2022 per una stringa eccessivamente spessa.

[64] FF 2020 9504 e seguenti.

[65] Ad esempio, Jacques-André Schneider, Les régimes complémentaires de retraite en Europe, 1994, p. 219.

[66] Sistema introdotto in Cile dal generale Pinochet dopo il colpo di Stato del 1973, cfr. Aspects de la sécurité sociale, Faisabilité du libre choix de la caisse de pensions Étude comparative sur l’individualisation et le transfert du risque à l’assuré, Research Report No. 10/05, David Pittet, Meinrad Pittet e Jacques-André Schneider, p. 20 e seguenti.

[67] Il contributo complessivo al 2° pilastro è significativamente più alto, se si tiene conto delle componenti di rischio e di costo, cfr. A 6 sopra.

[68] Gli attivi dei fondi pensione rappresentavano il 31% del PIL nel 1941/42, il 40,8% nel 1970 e il 148% nel 2022. Questa crescita è stata favorita da due fattori in particolare: (i) l’introduzione di nuove imposte, in particolare sui profitti di guerra, durante le due guerre mondiali, insieme alla deducibilità fiscale delle assegnazioni alle casse pensione; (ii) la mancanza di piena trasferibilità dei diritti pensionistici da un fondo all’altro, fino al 1995, ha rappresentato per i datori di lavoro un mezzo (noto come catene d’oro) per legare i lavoratori all’azienda, in un periodo, dopo il 1945, in cui fino a un terzo della forza lavoro cambiava lavoro ogni anno nell’industria delle macchine (cfr. Jost STEIGER, Le deuxième pilier, service social ou affaire lucrative? Grounauer, Ginevra, 1978, pp. 78 e segg.; Jacques-André Schneider, op. cit. 1994, pp. 317 e segg.; Carl Helbling, Personalvorsorge und BVG, 6a edizione, 1995, p. 30; Romolo Molo, Aspects des fondations collectives et communes, 2000, p. 10; Matthieu Leimgruber, Solidarity without the state?, Cambridge 2008, pp. 64 e segg.)

[69] Si vedano le opere citate da STEIGER e LEIMGRUBER e Pietro BOSCHETTI, L’affaire du siècle, le 2e pilier et les assureurs, Neuchâtel 2023.

[70] LEIMGRUBER, p. 254 ss.

[71] Fédération suisse des ouvriers sur métaux et horlogers, nota come Fédération suisse des travailleurs de la métallurgie et horlogerie (FTMH) dal 1972. Nel 2004, si è fusa con la Fédération du commerce, des transports et de l’alimentation e il Syndicat industrie et bâtiment per formare UNIA.

[72] Un’illusione mantenuta in particolare dal consigliere di Stato vodese André GAVILLET (in Consiglio di Stato tra il 1970 e il 1981). Per l’opinione di questa corrente, si veda ad esempio Domaine public, 3 marzo 1972: “Jamais pareille chance. De vastes domaines de l’économie suisse sont désormais à portée des contrôles du mouvement syndical et des salariés”.

[73] Si veda in particolare Le deuxième pilier, service social ou affaire lucrative ? Grounauer, Ginevra, 1978. Per tutta la sua lunga vita (1917-2007), Jost STEIGER si è battuto con coraggio, costante determinazione e intelligenza per il socialismo e contro le burocrazie staliniste e socialdemocratiche. Privo di ogni settarismo, ha spesso agito all’unisono con i lavoratori e persino con le organizzazioni influenzate da queste burocrazie, quando ciò era utile per difendere gli interessi della classe operaia.

[74] Banque Natixis, Flash Economie, 29 agosto 2018.

[75] https://www.swisslife.ch/fr/particuliers/produits/prevoyance-et-patrimoine/investir/premiumimmoproperties.html

[76] DTF 147 III 14, considerando 8.4. Il tasso ipotecario nel 2019 era pari all’1,25%, il rendimento legale degli attivi dei fondi pensione investiti in immobili era dell’1,75% e il tasso di interesse minimo previsto dalla LPP era dell’1% tra il 2017 e il 2023. Tuttavia, i fondi pensione sono esenti da imposte sui loro redditi immobiliari, in cambio del fatto che il loro reddito è utilizzato esclusivamente per la previdenza (art. 80 LPP). Sono stati quindi utilizzati come pretesto per favorire altri proprietari. Il deputato PLR Feller è segretario generale della Fédération romande immobilière dal 2007.

[77] La popolazione invecchia e l’aspettativa di vita aumenta.

[78] Le uniche eccezioni a questo sfacelo sono alcune battaglie difensive di successo, come la difesa del regime pensionistico a prestazioni definite della CPEG (Caisse de pensions du Canton de Genève) con il voto popolare del 2019. Con questo sistema, diventato molto raro nel secondo pilastro in Svizzera, le pensioni non dipendono dal capitale individuale accumulato, ma sono fissate sulla base del reddito precedente, in questo caso il 60% del salario assicurato.

[79] AVS21 e sviluppi demografici, ovvero…come una pseudo-evidenza diventa un inganno perfetto * MPS – Movimento per il socialismo (mps-ti.ch)

*articolo apparso sul sito www.alencontre.org. La traduzione in italiano è stata curata dal segretariato MPS.