Non è normale che nelle prime 15 settimane del 2025*, 14 donne in Svizzera siano state uccise per il semplice fatto di essere donne. Il femminicidio è la punta dell’iceberg di una violenza sistemica e strutturale che colpisce le donne e le persone LGBTQIA+ in diversi modi. Violenza fisica, psicologica, economica, sessuale e molestie sono purtroppo strutturali!
Non è normale che, come donne, se subiamo una molestia o un’aggressione dobbiamo difenderci da forme di colpevolizzazione e vittimizzazione secondaria, che feriscono e allontanano le persone dal chiedere aiuto o denunciare. Domande come Perché eri in giro di notte? Come ti eri vestita? Avevi bevuto? non sono più accettabili.
Non è normale che noi donne guadagniamo ancora circa il 20% in meno degli uomini per un lavoro di pari valore, che siamo la maggioranza delle persone impiegate nei settori professionali più precari, che svolgiamo pressoché la totalità del lavoro di cura non riconosciuto e non retribuito, che il carico mentale dell’organizzazione famigliare ricade ancora sempre su di noi.
Non è normale che le nostre pensioni siano del 38% inferiori a quelle degli uomini e che, come pensionate, subiamo un rischio accresciuto di cadere in povertà.
Non è normale che si investano miliardi nel riarmo mentre le risorse per le case protette, i centri per l’aiuto alle vittime di violenza di genere e le misure di aiuto e di accompagnamento per le donne siano nettamente insufficienti.
Non è normale che si continuino a condurre guerre che portano solo morte, devastazione e povertà, nelle quali i corpi delle donne vengono martoriati e utilizzati come arma con la pratica dello stupro di guerra.
Non è normale che si continui con politiche di risparmio ai servizi pubblici e sociali, contribuendo ad accrescere la povertà e le disuguaglianze di genere. Questi tagli riducono l’accesso a servizi essenziali, aumentando il carico di lavoro non retribuito.
Non è normale che vengano riconosciute come accettabili solo le relazioni eterosessuali e le vite che rispettano il modello binario e che le persone queer o presunte tali continuino a subire discriminazioni, violenze e marginalizzazione a causa del loro orientamento sessuale, dell’identità o dell’espressione di genere, o delle caratteristiche dell’intersessualità.
Non è normale che persone costrette a fuggire dal loro paese a causa delle guerre, della povertà e delle catastrofi ambientali non trovino degna accoglienza nel nostro paese.
No, il patriarcato non è normale e contro tutto questo è necessario rispondere promuovendo una società femminista, accogliente, accessibile, libera dalle discriminazioni, dalla povertà e dalle guerre!
Per questo invitiamo tutti i collettivi e associazioni che condividono questo appello e tutte le donne interessate a partecipare alla prossima riunione di preparazione della manifestazione del 14 giugno, che si terrà lunedì 5 maggio alle 20.15 su zoom: https://zoom.us/j/95801857026
Collettivo Io l’8 ogni giorno, USS donne, Collettivo Scintilla, Viole Spinate, Punto Zero, Erredipi, Coordinamento donne della sinistra, Kollettiva Jiyan, PCR, AvaEva, CUSP, Associazione Casa e Consultorio delle donne, MPS, Gioventù Anticapitalista, Collettivo sciopero femminista, Sciopero per il futuro, Più Donne.
* Dati purtroppo in aggiornamento