Tempo di lettura: 4 minuti

Quale sarà la posizione di Obama di fronte ai repubblicani? Quali scelte per i socialisti? E il movimento Occupy? A queste e ad altre domande cercercherà di rispondere Sherry Wolf, coeditrice della International Sodialist Review ed autrice di Independent Politics: The Green Party Strategy Debate. Essa sarà ospite di Solidareità e dell’MPS: giovedì 22 marzo alle ore 20.30 a Bellinzona (Rist. Casa del Popolo).

 

Dall’inizio del 2012 i grandi media elettronici si occupano con insistenza di due temi. 1°: La battaglia tra i vari candidati del Grand Old Party (GOP), i Repubblicani, con lo stemma di un elefante stellato. Questa battaglia terminerà il 26 giugno, quando la convenzione repubblicana eleggerà il proprio candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Al momento la lotta è ancora poco chiara tra quei simboli reazionari che sono Mitt Romney, Rick Santorum, Newt Gingrich, senza dimenticare Ron Paul. 2°: che probabilità ha il presidente democratico Obama di essere eletto per un secondo mandato?

 

Ma qual è il personaggio fondamentale di questo groviglio elettorale? Denza dubbio le decine di milioni di dollari che determinano le loro  rispettive campagne pubblicitarie. Somme gigantesche mettono in evidenza il funzionamento degli apparati dei due partiti. Un esempio. Nel 2008, il candidato repubblicano John McCain aveva speso  in totale, per la sua campagna, 11 milioni di dollari. La lobby del miliardario Romney ne ha spesi  più di 15 milioni  per le primarie della Florida che lo vedevano confrontato con Newt Gingrich!

Da allora i democratici si pongono la seguente domanda: i 40 milioni di dollari già raccolti saranno sufficienti? Lo stratega di Obama, David Axelrod, ha già risposto con un chiaro “no”. Ed ha dato il via ad un super “comitato d’azione politica”, denominato Super PAC: Priorities USA-Action. Questi Super PAC sono macchine che riciclano decine e decine di milioni di dollari per diffondere pubblicità negativa contro un candidato o contro l’altro partito.

 

Queste campagne “politiche” dimostrano il disprezzo di chi è al  potere nei confronti della maggioranza della popolazione. Anche se questo non impedisce loro di indirizzarsi a tutta la popolazione chiedendo sostegno finanziari;  contando naturalmente, per riempire le casse,soprattutto su milionari e miliardari. Il funzionamento degli apparati elettorali dei due partiti, i loro legami con le grandi imprese confermano che entrambi sono le due ali di un unico grande partito: quello della classe dominante, della ruling class.

 

Povertà: un record dopo 52 anni

 

Questo teatro è ben lontano dalla vita quotidiana della grande maggioranza della popolazione. Più di 46,3 milioni di Americani vivono sotto la soglia della povertà: un record da 52 anni a questa parte. Una  soglia fissata a 20’000 franchi l’anno per una famiglia di 4 persone! L’economista di Harvard Lawrence Katz afferma: “Immaginiamo sempre questo paese come quello dove ogni generazione vive meglio di quella precedente, ma oggi è evidente che la famiglia media sta peggio che negli anni ’90”  Dal 1999, il 10% delle famiglie più povere ha perso ancora il 12,1% del suo reddito. Mentre, l’1% dei più ricchi lo ha visto aumentare del 281% tra il 1979 e il 2007. La “grande crisi” sviluppatasi a partire dal 2007non ha messo fine a questa progressione. Invece milioni di salariati hanno perso la casa. Il 4 febbraio 2012, Il quotidiano Le Temps titolava: “I pensionati che in massa si trasferivano in Florida, attualmente lottano  per sopravvivere e lavorano ben oltre i 65 anni”. Il 22 febbraio 2012, l’analista Merdith Whitney, sul canale TV finanziario CNBC dichiarava : un numero sempre maggiore di salariati “non ha più accesso a crediti bancari e dipende dagli usurai giorno dopo giorno” per riuscire a fare un po’ di spesa nei grandi magazzini supediscount, come Dollar Tree… le cui azioni sono aumentate del 70% nel 2011. Un economista, sostenitore di Obama, Lawrence Mishel, sottolineava che nel dicembre 2011 il numero dei disoccupati registrati superava di 9,7 milioni il numero dei posti di lavoro disponibili. Senza parlare della qualità di questi impieghi né del salario “offerto”.

 

Rendere intoccabili le spese militari

 

In questa situazione, la Banca centrale (Fed) inietta massicce dosi di danaro  a tassi di interesse molto basso, provocando l’esplosione delle speculazioni in borsa. Sull’altro fronte gli investimenti ristagnano. Ciò non impedisce ad Obama di abbassare dal 35% al 28% il tasso minimo di imposizione per le grandi imprese (New York Times, 22 febbraio 2012).

 

Contemporaneamente, nelle città, negli Stati e su scala federale, si effettuano tagli brutali al sistema scolastico pubblico, alla salute, ai già magri aiuti sociali. Una nuova ondata di impoverimento colpisce “i bianchi di condizione modesta” e ancor più gli Afro-Americani e i Latinos.

 

Per contro, nella “peggiore” delle ipotesi il Pentagono potrà contare su un budget  perlomeno pari a quello del 2007 (New York Times, 2 gennaio 2012). Migliaia di imprese potranno così continuare ad accedere all’innaffiatoio statale, finanziato dalle imposte pagate dai salariati.

 

I socialisti ed il movimento sociale

 

E’ in questo contesto che è nato il movimento Occupy e si sviluppano alcune lotte  – difficili e represse dalla polizia – contro la distruzione del sistema scolastico pubblico, per il mantenimento delle cure mediche per la maggior parte di coloro che costituiscono “il 99%”, per la difesa dei diritti sindacali…

 

Negli Stati Uniti, i socialisti veri partecipano attivamente alle varie lotte sociali. Si adoperano affinché venga garantita l’autonomia di questi movimenti di fronte ai due grandi apparati politici. Hanno il compito di dimostrare la realtà concreta dell’amministrazione Obama, le cui conseguenze sono impresse sulla pelle di decine di milioni di salariati/e del settore privato e pubblico.

 

* Sherry Wolf è coeditrice della International Sodialist Review ed autrice di Independent Politics: The Green Party Strategy Debate.