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Pubblichiamo qui di seguito il comunicato dell’8 febbraio scorso concernente la decisione di Migros di lasciare il Centro Ovale e le sue pretestuose accuse nei confronti del MPS.

 

Migros Ticino ha deciso di ritirarsi dal Centro Ovale di Chiasso. La notizia, comunicata ieri dalla direzione ticinese del distributore, è un’ulteriore conferma del fallimento del progetto rappresentato dal Centro Ovale.

Essendo stato uno dei maggiori e più entusiastici difensori del progetto,  Migros ha pesanti responsabilità in quello che si sta confermando come un vero e proprio flop dal punto di vista commerciale, sia per lei che per tutto il progetto Centro Ovale.

E, nella peggiore tradizione, la direzione di Migros Ticino cerca di rifuggire dalle proprie responsabilità accusando  gli altri dei propri errori e dei propri insuccessi.

Così, del flop del Centro Ovale sarebbe responsabile “una campagna di informazione negativa …con conseguenze estremamente negative sulle attività e lo sviluppo del Centro” orchestrata dall’MPS. Un’affermazione assurda e comprensibile solo nel penoso tentativo  di giustificare i propri errori di valutazione strategica. Non a caso, nella sua presa di posizione, Migros cerca di attirare l’attenzione su altri progetti che le stanno a cuore, cercando così di far dimenticare i fallimento del quale prende atto: speriamo che abbiano più successo.

Se la direzione di Migros Ticino fosse  condotta da persone serie e responsabili, visto che – almeno sulla carta – si tratta anche di una cooperativa nella quale – sempre sulla carta – i cooperatori  dovrebbero avere voce in capitolo, a coloro che hanno scelto e difeso fino a ieri l’opzione centro Ovale resterebbe una sola scelta : dimettersi!

Come se non bastasse, a subire gli attacchi autogiustificativi di Migros, sono pure i giornalisti (è sempre colpa dei giornalisti…) responsabili di “purtroppo aver abbondantemente ripresa” la campagna “orchestrata” dall’MPS. In altre parole: la stampa è complice della campagna dell’MPS.  Immaginiamo che, di questo passo, il prossimo ad essere accusato di complicità sarà l’ispettorato del lavoro, o il procuratore generale…

Migros mostra in questo modo che, malgrado i percenti che elargisce alla cultura, non è ancora riuscita a fare propri  i principi fondamentali di una cultura democratica, a cominciare dall’aspetto essenziale del rispetto delle leggi.

Quello che è stato un richiamo alla necessità di rispettare le leggi (in particolare la Legge sul Lavoro), per Migros diventa una campagna denigratoria nei confronti del Centro Ovale e dei suoi negozi.  Se su questi aspetti Migros non ha ancora idee chiare, potrebbe sempre finanziare, nell’ambito delle sue attività culturali delle quali va fiera, una ricerca sulle disposizioni legali in materia di lavoro. Potrebbe aiutarla a capire come funziona, o dovrebbe funzionare, una democrazia…

 

Bellinzona, 8 febbraio 2013