Tempo di lettura: 3 minuti

yannis«Il cattivo giocatore vede dovunque il bluff, e ne tiene conto. Il buon giocatore lo considera trascurabile e segue soprattutto, la conoscenza che in ogni momento ha dei propri mezzi. […] Chi ha capito questa esistenza puramente teorica del bluff, vincerà orientandosi sulle proprie carte; e le reazioni conosciute dell’avversario. Se l’altro vuole bluffare, non voglio saperne niente; e lui, al contrario, crederà spesso che io bluffo, come lui vorrà, secondo i suoi sogni » (Guy Debord, Note sul poker).

SYRIZA ha vinto le elezioni sulla base del «Programma di Salonicco», cioè sulla base dell’impegno a porre fine alle politiche di austerità e avviare una procedura di sostegno degli interessi della maggioranza sociale, colpiti in maniera brutale nel corso degli ultimi cinque anni: risposta alla crisi umanitaria; ristabilimento di tutte le leggi sul lavoro abolite dai memorandum, in modo che i lavoratori recuperino la loro capacità di negoziato; ripresa dell’economia ponendo l’accento sul problema dei «prestiti rossi» [prestiti personali che i debitori non possono rimborsare e che riguarderebbero 100.000 persone per una somma di 120 miliardi di euro. NdT]; riforma radicale del settore pubblico per aumentare le sua efficienza, la sua trasparenza, e la sua democratizzazione; lotta contro la corruzione e l’evasione fiscale; controllo delle pratiche immorali dell’oligarchia; giustizia fiscale per dare sollievo alla maggioranza della società e suddividere il carico in giusta misura; allargamento dello spazio dei beni collettivi e delle procedure di solidarietà sociale agli antipodi della logica delle privatizzazioni. Il negoziato sul debito pubblico e sulle condizioni del suo rimborso punta a creare lo spazio di bilancio necessario per le politiche sociali e di sviluppo necessarie.

Il governo si trova oggi davanti a una sfida storica: quella di realizzare questo programma. Deve tentare di mettere dei limiti alla strategia del capitale di sottomettere tutti gli aspetti della vita sociale al controllo dei mercati e ai criteri del profitto, in un ambiente europeo e internazionale dominato dagli interessi delle élite economiche neoliberiste e che percepisce ogni politica a favore degli interessi della maggioranza lavoratrice come un «pericolo morale».

Il nuovo governo trae la sua forza e i suoi mezzi dal sostegno politico senza precedenti che gli fornisce in questo momento la maggioranza della società , più precisamente dal fatto che la continuazione dell’amputazione dei redditi e dei diritti non è più tollerata dal mondo del lavoro dai giovani, dai lavoratori autonomi, dai pensionati.

La forza e i mezzi delle élite politiche neoliberiste e di quelle finanziarie stanno da una parte nella loro capacità di approfittare dell’instabilità economica creata dalle loro stesse politiche per suscitare un clima di paura nelle popolazioni della Grecia e dell’Europa, e dall’altra nei bisogni economici dello Stato greco.

L’accordo provvisorio del 20 febbraio ha rappresentato una prima battaglia in una guerra che continuerà. Dobbiamo dire la verità alla gente che crede in noi e ci sostiene: non ci siamo garantito lo spazio finanziario che permetterebbe di coprire i bisogni economici dello Stato respingendo il quadro di impegni neoliberisti. Ancor più, non abbiamo ancora i mezzi per rovesciare concretamente questo quadro realizzando il Programma di Salonicco.

Il tempo che resta da qui all’accordo definitivo è critico. La guerra continua: «È facile perdere solo poco se si mantiene sempre dominante il pensiero che l’unità non è mai la mossa, ma la partita» (Guy Debord)

Con cambiamenti audaci all’interno del paese, fin da domani, si può spezzare la paura, e allo stesso tempo trovare i mezzi economici per realizzare il nostro programma.

 

*Yannis MILIOS è professore presso l’Università nazionale tecnica di Atene e capo del Dipartimento economico di SYRIZA. Vicino ad Alexis Tsipras, ha tuttavia sostenuto la mozione della Piattaforma di sinistra contro l’Accordo del 20-23 febbraio comprendente le «riforme» sottoposte dal governo greco, mozione che ha raccolto il 41,5% dei voti al Comitato centrale di SYRIZA del 28 febbraio e 1° marzo scorsi].