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Interpellanza:

Le risposte date dal Consiglio di Stato alla nostra interpellanza del 30 dicembre 2019 non solo non chiariscono la situazione che si è venuta a creare presso la casa anziani Cinque Fonti di San Nazzaro-Gambarogno ma addirittura sollevano altre domande.

Come noto, l’articolo 22 della Legge concernente il promovimento, il coordinamento e il finanziamento delle attività a favore delle persone anziane (LAnz) garantisce allo Stato una sua rappresentanza nell’organo amministrativo delle strutture interessate:

D Rappresentanza dello Stato nelle Strutture

Art. 22 Ogni struttura sociosanitaria riconosciuta è tenuta a garantire allo Stato una sua rappresentanza nel suo organo amministrativo.

La formulazione di tale articolo è chiara. Lo Stato ha diritto ad avere una sua donna o un suo uomo nell’organo amministrativo. Lo scorso 19 febbraio 2018 rispondendo ad una interpellanza MPS il CdS al proposito indicava:

“Tale figura (il rappresentante dello Stato nelle strutture) è di certo pensata per rapportare nell’organo direttivo dell’ente gestore la sensibilità d’interesse pubblico delle strutture; tant’è vero che vi è solo nelle strutture private e non in quelle pubbliche comunali o consortili…”

Quest’affermazione in combinazione con quanto dice l’articolo 22 fa a pugni con l’affermazione fatta dal CdS lo scorso 20 gennaio 2020 ossia che l’organo amministrativo della casa anziani Cinque Fonti (ossia 2 persone) avesse formulato una proposta di sostituzione del rappresentante dello Stato:

“Informiamo inoltre che quest’ultimo (Consiglio di Fondazione) ha nel frattempo formulato una proposta per la sostituzione del membro dimissionario.”

Detta in altri termini: l’organo che dovrebbe essere sorvegliato designa il sorvegliante. Una situazione paradossale ed ancora più ridicola dell’appalto ai partiti di governo delle nomine del CdA dell’EOC (vedi affermazioni fatte da Bixio Caprara davanti al Parlamento cantonale).

1.     Chiediamo dunque al CdS di indicarci:

a.     Se tale modo di procedere, ossia la designazionedel rappresentante dello Stato nelle strutture amministrative delle case anziani da parte dell’organo amministrativo stesso, sia una pratica in uso solo presso la Cinque Fonti  oppure in tutte le case anziani?

2.     Se fosse una pratica limitata alle Cinque Fonti:

a.     Per quale ragione alle Cinque Fonti siprocede in questo modo?

b.     Come avviene nelle altre case per anziani la procedura di designazione?

c.     Esistono dei criteri per la scelta dei rappresentanti?

d.     Gli attuali rappresentanti dello Stato in media da quanti anni svolgono questa funzione?

Lo scorso 28 gennaio 2020 il quotidiano laRegione ha dato notizia che i conflitti d’interesse all’interno della casa anziani Cinque Fonti non si limitano a Pelloni padre (membro del consiglio di fondazione e medico curante degli ospiti) e Pelloni figlia, direttrice sanitaria e medico del personale. La ditta del marito della signora Pelloni avrebbe ricevuto dei mandati da parte della casa anziani:

“Gilardi (patrocinatore legale della Cinque Fonti) non si esprime invece sui mandati conferiti dalla casa alla ditta del marito della direttrice sanitaria”

3.     Di quali mandati si tratta esattamente?

4.     A quanto franchi ammonta la cifra di questi mandati per il 2018 e 2019?

È sempre laRegione che lo scorso 1 febbraio 2020 ha dato notizia dell’interesse e della disponibilità da parte di un gruppo di infermiere indipendenti attive nel Gambarogno a sviluppare un progetto di polo sanitario, partendo dalla casa anziani Cinque Fonti.

Noi, conoscendo bene la realtà del Gambarogno, intravediamo nell’istituto il potenziale per sviluppare una gestione sanitaria alternativa, allargata a figure infermieristiche e professionali che gravitano attorno al paziente». La “visione” è quella di un ambulatorio regionale che inauguri «una nuova filosofia della casa anziani» e lo faccia offrendo alla popolazione locale una serie di servizi «che possono spaziare dall’insufficienza cardiaca alla podologia, dalla fisioterapia al materno-infantile, inglobando anche un centro diurno, una mensa aperta e magari dei posti transitori invernali per gli anziani di Indemini, che nella stagione fredda rimangono spesso isolati».

Il progetto sarebbe stato inviato alla proprietà della Casa Anziani, all’autorità comunale e all’autorità cantonale. 

5.     Il CdS o il DSS hanno potuto prendere visione di questo progetto?  Quale idea si è fatto dello stesso?

Per il Gruppo MPS-POP-Indipendenti

Matteo Pronzini, Simona Arigoni, Angelica Lepori