Fra poche settimane il consiglio comunale di Lugano dovrà votare su una delle più grandi speculazioni immobiliari mai progettate in Ticino. Si tratta ovviamente del Polo Sportivo e degli Eventi (PSE). Le possibilità che questo progetto faraonico e inutile possa essere affossato sono inesistenti. Tutte le forze politiche cittadine – nessuna esclusa – hanno dato il loro convinto sostegno durante tutte le fasi che hanno portato fino a questa tappa finale. Quindi non faranno marcia indietro adesso. La presentazione definitiva, prima di Natale, del PSE è stata accolta dai media con tanta accondiscendenza e totale spirito acritico. Nessuno infatti ha detto che nei prossimi anni le cittadine e i cittadini luganesi dovranno pagare almeno 350 milioni di franchi al Credit Suisse e al gruppo immobiliare HRS Real Estate AG per un’opera che così concepita non risponde assolutamente ai bisogni socio-sportivi della comunità. Il progetto risponde invece agli interessi esclusivi degli investitori privati. In questo articolo cercheremo di sviluppare le principali criticità anche se gli aspetti incettabili del PSE sono molti di più. Per questo abbiamo elaborato un dossier più articolato che sarà presto disponibile.
Una manipolazione di un bisogno sociale
Il PSE è concepito in tre tappe. La prima concerne i contenuti sportivi: l’Arena Sportiva (stadio) e il Palazzetto dello Sport. La seconda riguarda invece la costruzione di due torri, delle quali una sarà affittata alla città, che offriranno spazi amministrativi (uffici) e la realizzazione di un edificio orizzontale pronto a ospitare la Polizia di Lugano. La terza tappa è quella con i contenuti privati, ossia la costruzione di 4 palazzoni abitativi e alcuni spazi esterni. Tutta l’operazione è accompagnata dalla costruzione di 4 autosili. Il PSE si completa con la realizzazione del “centro” Cornaredo Sud, ossia la nuova infrastruttura per l’atletica e il Centro sportivo al Maglio, comprendente 3 nuovi campi da calcio e di uno stabile multifunzionale adiacente. Senza dimenticare la creazione di una nuova area parcheggi.
Questa semplice descrizione introduce il primo grande elemento critico. Se il punto di partenza era il bisogno di risolvere il problema dello stadio di Cornaredo che non rispondeva più alle norme della Swiss Football League e che perciò poteva portare alla retrocessione del Football Club Lugano, nonché la cronica mancanza di spazi coperti per i cosiddetti sport minori (basket, pallavolo, ginnastica, ecc.) e la necessità di avere più campi per le società calcistiche in crescita, come si è arrivati a questo progetto faraonico e alle sue componenti immobiliari, perfettamente inutili, comprese nelle Tappe 2 e 3?! Semplicemente si è sfruttato quello che è un legittimo bisogno – le esigenze sportive collettive -, trasformandolo in una grande occasione di valorizzazione dei capitali privati, agganciando contenuti inutili socialmente ma fondamentali dal punto di vista dei profitti privati. A giugno 2020, Lugano presentava un tasso di abitazioni vuote del 3,15%, pari a 1’275 unità. Il distretto di Lugano, sempre a giugno 2020, ha raggiunto un tasso di sfitto del 2,69% con 2’557 abitazioni vuote. Lugano ha 3,5 volte più abitazioni vuote di una città come Zurigo e 1,8 volte più della media svizzera. Chi avverte la necessità di nuovi spazi abitativi e commerciali? Nessuno, se non degli affamati investitori privati. Come si può giustificare questa operazione immobiliare? In nessun modo dal punto di vista dei bisogni sociali della collettività. Si spiega solo per offrire uno sbocco ai capitali privati, i quali saranno remunerati principalmente con i soldi pubblici. In altre parole, partendo da bisogni sportivi comprovati, anche se andrebbero discussi e valutati in maniera più critica, il Municipio di Lugano ha plasmato un progetto ipertrofico ma altamente redditizio per il Credit Suisse e il gruppo HRS Real Estate AG. Senza dimenticare le ricadute locali, sottoforma di appalti e mandati elargiti a decine di società indigene.
Nessuna alternativa alla speculazione immobiliare
Per evitare qualsiasi ostacolo sulla via della realizzazione del PSE, l’obiettivo fondamentale era sicuramente quello d’impedire qualsiasi alternativa, costruendo un “corsetto” politico capace di contenere una sola soluzione, quella appunto del mega centro-sportivo immobiliare. In questa prospettiva, il Municipio non ha elaborato una serie di scenari alternativi, partendo da quello più economico come la ristrutturazione dello stadio di Cornaredo, con l’aggiunta di un palazzetto dello sport. Nei diversi messaggi municipali, le alternative sono state liquidate con alcune frasi generiche. Nessuno scenario serio alternativo è stato approntato. Ovviamente la presentazione di vari scenari avrebbe fatto emergere le “contraddizioni” e, soprattutto, il costo sproporzionato del progetto attuale, il migliore per gli investitori privati. L’opzione di ristrutturare l’attuale stadio di Cornaredo e di costruire un palazzetto più modesto ma funzionale sarebbe stata l’opzione sicuramente più economica ma ovviamente sarebbe stata anche quella che avrebbe escluso la miglior presa a carico degli interessi privati. È così che il dibattito istituzionale è stato incanalato a meraviglia attorno a una sola opzione. Va anche rilevato il fatto che nessuno in consiglio comunale si sia mai realmente opposto a questo progetto che fin da subito ha tradito i suoi contorni speculativi. Solo negli ultimi mesi, uno sparuto gruppetto di liberali ha insinuato dei dubbi, proponendo di procedere a tappe, iniziando appunto dai contenuti sportivi. Proposta che è stata affossata dal legislativo cittadino, in perfetta sintonia con il legislativo che voleva il “pacchetto unico”. Dai banchi della cosiddetta sinistra – PS, Verdi e PC – non è stato registrato neppure il più lieve mutamento dell’encefalogramma politico…
Degli argomenti deboli per giustificare l’entrata in gioco dei capitali privati
La prima domanda che meriterebbe una risposta è sapere perché si è deciso di non procedere con un investimento pubblico diretto, lasciando ai privati il compito di apportare i capitali per la costruzione dei contenuti sportivi[1]. Ancora una volta colpisce il fatto che pubblicamente non sia stato fatto alcun confronto fra il costo finanziario di un’assunzione diretta degli investimenti da parte della città e quello invece presentato dagli investitori privati. E ciò è tanto più grave perché mai come in questo periodo storico il costo del denaro è così basso. Negli ultimi anni, diversi enti pubblici, cantonali e comunali, sono riusciti a ottenere nuovi prestiti a tassi vicino allo zero e rinegoziare alcuni prestiti a scadenza su basi simili. Per prestiti superiori ai 50 milioni di franchi, sono stati addirittura ottenuti dei tassi negativi per una durata di 10 anni.
Il Municipio luganese giustifica la sua scelta con il fatto che questa soluzione permetterebbe di non aumentare l’indebitamento verso terzi, evitando di gonfiare una voce contabile per altro già pesante. Secondo l’esecutivo, così facendo si potranno portare avanti gli altri grandi progetti in cantiere, perché la città si troverebbe sgravata dal finanziamento iniziale delle nuove importanti infrastrutture sportive. Il solito gioco delle tre carte, vecchio ma sempre funzionale. Infatti, se questo sistema permette effettivamente di non gravare il conto dei capitali di terzi, è pur sempre vero – come vedremo successivamente – che la città di Lugano dovrà prelevare ogni anno dalla gestione corrente almeno 8 milioni di franchi[2] con i quali pagare i leasing e gli affitti agli investitori privati. E questo per almeno 27 anni. Delle due l’una: o si attua un pesantissimo piano di risparmi, sottoforma di tagli nei servizi pubblici e nei servizi sociali cittadini, accompagnato da un consistente aumento delle imposte, oppure si dovrà per forza richiedere dei prestiti a terzi.
Il secondo argomento avanzato è che la città di Lugano non dispone delle capacità e delle conoscenze tecniche per gestire in prima persona un progetto di questo portata. Argomento puerile. Se il PSE fosse limitato ai soli contenuti sportivi, stadio e palazzetto, questa problematica risulterebbe già fortemente ridimensionata. La forma del committente pubblico che delega l’esecuzione a una direzione lavori competente è sicuramente una strada percorribile e già praticata anche sulle rive del Ceresio. Nessuno pensa che il comune di Lugano debba trasformarsi in un’impresa generale edile. Qui si sta parlando di come investire, se in maniera diretta come ente pubblico oppure affidandosi ai costosi investitori privati, rendendo il PSE un progetto faraonico anche dal punto di vista finanziario. Il disegno è evidente anche in questo caso: non si è voluto percorrere altre strade, se non quella di favorire i capitali privati a scapito degli interessi della collettività pubblica.
La squadra degli investitori privati si presenta…
Dopo averli tanto nominati, è il momento di presentare i soggetti privati invitati al banchetto. Sostanzialmente, il PSE sarà controllato da due soggetti principali: il gruppo HRS Real Estate AG e il Credit Suisse (Schweiz) AG.
Il gruppo HRS Real Estate SA appartiene ai coniugi Martin e Rebecca Kull. Si tratta del secondo gruppo svizzero nel settore dei progetti immobiliari, con 15 sedi e circa 430 collaboratori e una cifra d’affari stimata, nel 2019, a 1,3 miliardi di franchi. In sostanza, il gruppo è un’azienda “totale” nel settore immobiliare, nella misura in cui può sviluppare progetti propri, dall’acquisto del terreno, passando dalla progettazione e dalla direzione lavori, fino alla vendita sul mercato. Oppure agisce per conto terzi, occupandosi della completa realizzazione del progetto su commissione. L’offerta prevede un ventaglio completo di servizi: sviluppo, studio del progetto, realizzazione, ricerca di finanziatori, ecc. Detto in altre parole, il gruppo agisce come appaltatore generale e totale. Da notare che il gruppo non possiede imprese edili proprie ma subappaltata tutte le lavorazioni, sia a livello di edilizia primaria che secondaria, sia fuori che dentro i confini nazionali.
Il Credit Suisse (Schweiz) AG agirà tramite due sue società: la Credit Suisse Funds AG e le Credit Suisse Anlagestiftungen. La prima si occupa di gestione degli investimenti (gestione patrimoniale, mercati dei capitali, fondi, azioni, materie prime, ecc.), le seconde sono le società che gestiscono i patrimoni di oltre 1’000 casse pensioni, per un totale di attivi superiore ai 20 miliardi di franchi. Evidente il duplice interesse: da una parte il Credit Suisse colloca una fetta consistente dei capitali pensionistici sotto la sua gestione in uno dei settori che ancora garantisce una certa sicurezza e una certa remunerazione, dall’altra parte, incamera importanti profitti derivanti dai contratti di leasing e di locazione con la Città di Lugano, riservandosi un’altra quota di profitti gestendo gli spazi residenziali privati del PSE.
Questi due soggetti si sono “spacchettati” il PSE in maniera armoniosa. Il gruppo HRS Real Estate AG agirà come progettatore e realizzatore per tutte le tre tappe del progetto. Inoltre, ha ottenuto – attraverso la sua controllata Stadio Immobiliare SA – il diritto di superficie per l’Arena sportiva (il nuovo stadio), incassando così i proventi milionari del leasing che la città di Lugano gli pagherà per 27 anni. Le società del Credit Suisse (Schweiz) AG realizzeranno i loro profitti grazie alla gestione del contratto di locazione per il Palazzetto dello Sport (27 anni), per quelli delle due Torri (la Torre Est sarà presa in affitto dalla città), il Blocco servizi (il cui affitto sarà sempre pagato dalla città), l’Edificio Sud e tutti gli spazi abitativi privati. Contratti di locazione che andranno da un minimo di 25 a un massimo di 45 anni.
Naturalmente, parteciperanno al lauto banchetto anche altri soggetti privati minori (e ancora in parte sconosciuti), come Angelo Renzetti, proprietario dell’FC Lugano, il cui studio figura nel gruppo degli architetti ai quali spetterà il compito di progettare i contenuti degli spazi privati del PSE (Tappa 3).
I costi per la collettività, i profitti per un pugno di privati
Offrire un quadro preciso dei costi di realizzazione del PSE non è possibile. Sono infatti pubblici solo i costi preventivati di costruzione dei contenuti sportivi: HRS Real Estate AG investirà 99’684’283 milioni di franchi per l’Arena Sportiva (stadio) mentre il Credit Suisse AG (Bank) ne investirà 67’268’371 per il Palazzetto dello Sport. In totale la spesa per i privati sarà quindi di 166’952’654 milioni di franchi.
Per Lugano, la fattura sarà molto più elevata. Infatti, per lo stadio la città corrisponderà un leasing di 4’922’508 milioni di franchi all’anno alla società Stadio Immobiliare SA, controllata al 100% dalla società HRS Investement AG. Il contratto di leasing è fissato per circa (sic!) 27 anni[3]. Ciò significa un esborso totale per le finanze cittadine pari a 132’907’716 milioni di franchi. Per il Palazzetto dello Sport, la città pagherà alle Credit Suisse Anlagestiftungen un affitto annuo di 3’565’702 milioni di franchi, cifra che moltiplicata per 27 anni dà un totale di 96’273’954 milioni di franchi. Complessivamente la Città di Lugano pagherà in 27 anni per i contenuti sportivi l’enorme somma di 229’181’670 milioni di franchi, a fronte di costi di costruzione che raggiungeranno i 166’952’654 milioni di franchi. I privati otterranno quindi un profitto globale di ben 62’229’016 milioni di franchi, ossia 2’304’778 milioni di profitti all’anno. Molto concretamente, le cittadine e i cittadini di Lugano avranno uno stadio e un palazzetto che sarà costato loro il 37% in più rispetto ai costi di produzione.
Per le cittadine e i cittadini di Lugano, l’esborso non si limita a queste cifre già di per sé esorbitanti. Infatti, va considerato l’insieme del progetto: PSE, Cornaredo Sud, Centro sportivo al Maglio, lo stadio provvisorio. E vanno considerati gli investimenti, gli affitti e costi di gestione corrente. In questo senso, il Municipio afferma, ma non convince del tutto, che la città dovrà assicurare una spesa corrente annuale supplementare di 10’799’710 milioni di franchi. Questa va moltiplica per almeno 27 anni, dando una cifra totale di 291’592’170 milioni di franchi. Per completare il calcolo è però necessario aggiungere anche gli investimenti diretti assunti dalla città: 63’000’000 milioni di franchi circa[4]. Quindi la fattura totale, pagata in 27 anni, ammonterà a 355’292’170 milioni di franchi. A questa cifra vanno tolti i 6’000’000 milioni del contributo versato a fondo perso dal Cantone. Il nuovo totale è dunque di 349’292’170 milioni di franchi[5].
Una cifra che lascia basiti, soprattutto se si considera che gli unici bisogni sociali oggettivamente comprovati sono la modifica dello stadio per poter continuare a giocare in Super League e nelle competizioni Uefa (occasionalmente) e la costruzione di un palazzetto dello sport per le attività indoor…
PSE: un progetto che va bloccato, smembrato e radicalmente ridimensionato
Nel nostro contributo abbiamo cercato di ricostruire gli elementi principali di un’operazione dagli esigui contenuti sociali ma dai troppi interessi speculativi. Un progetto, quello del PSE, del quale non si ravvede l’utilità sociale, in assoluto e tanto meno rispetto al contesto attuale. Ancora una volta, la ricchezza sociale prodotta dalle lavoratrici e dai lavoratori è incanalata in iniziative che non rispondono ai loro interessi fondamentali, ai loro bisogni sociali. Iniziative che addirittura provocheranno, in un perfetto circolo vizioso, un effetto di crescente pauperizzazione dei settori sociali più esposti agli effetti economici della pandemia. Non pensiamo che costituisca un’esagerazione politica quella di affermare che il PSE costituisca la più inutile operazione immobiliare finanziata con soldi pubblici che sia mai stata realizzata in Ticino. Si tratta infatti di un progetto totalmente sproporzionato, con pochissima aderenza ai bisogni sociali delle cittadine e dei cittadini luganesi, dal costo elevatissimo che rischia di devastare le finanze comunali, provocando un aumento importante del prelievo fiscale che andrà soprattutto a pesare sui redditi medio-bassi, gli stessi che pagherebbero anche il prezzo sul fronte degli inevitabili tagli ai servizi pubblici e sociali comunali. Se queste sono delle evidenze, lo è altrettanto il fatto che non ci sono alternative al progetto elaborato dal Municipio e benedetto a ripetizione dal consiglio comune in blocco. L’esecutivo luganese ha giocato il tutto per tutto rifiutando di elaborare scenari alternativi, perfettamente immaginabili e con costi di almeno 5 o 6 volte inferiori a quanto previsto oggi, imponendo con arroganza, ma soprattutto con monumentale menefreghismo nei confronti degli interessi pubblici, il proprio progetto catastrofico. La conclusione di quanto precede è evidente: la bomba del progetto del PSE deve essere completamente disinnescata.
L’MPS è la sola forza politica a denunciare con vigore quanto si sta consumando e ad affermare la sua totale opposizione a questo scempio di risorse pubbliche. Seppur sia una piccola forza, l’MPS sta valutando la possibilità e la responsabilità di promuovere forme di opposizione, non escluso il referendum al momento del voto definitivo sul progetto in Consiglio comunale. In gioco c’è molto di più di una licenza per giocare in Super League. Sul futuro della città devono decidere le cittadine e i cittadini di Lugano!
[1] Ovviamente il discorso si applica a tutto il PSE. Ci riferiamo solo ai contenuti sportivi perché partiamo dal presupposto che quelli amministrativi e abitativi (Tappa 2 e Tappa 3) sono totalmente inutili e andrebbero semplicemente stralciati.
[2] Saranno 10,8 milioni di franchi all’anno per tutta l’operazione, compreso il comparto Cornaredo Sud e il Centro sportivo al Maglio.
[3] Appare oggettivamente incredibile che arrivati a questo stadio del progetto, ovvero al voto finale da parte del Consiglio comunale di Lugano, con il PPP già parafato delle parti contraenti, con la durata temporale del contratto di leasing dello stadio (ma la stessa cosa vale per il Palazzetto dello Sport) ancora incerta. Un anno in più o un anno in meno, significano parecchi milioni di spesa corrente in più o in meno per la città…
[4] Il Centro Sportivo al Maglio costerà a livello di costruzione 37’210’000 milioni di franchi. L’infrastruttura Cornaredo Sud 10’000’000 milioni mentre lo stadio provvisorio costerà 2’500’000 milioni di franchi. Bisogna poi calcolare i crediti di progettazione, aggiornamento e finanziamento che sono costati 13’990’000 milioni di franchi.
[5] Per una maggiore precisione, segnaliamo che ci dovrebbero essere dei contributi versati dalla Confederazione. Ma nella documentazione disponibile al momento, manca qualsiasi cifra in questo senso.