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Il Movimento per il socialismo (MPS) condanna con fermezza l’atteggiamento della
polizia che ha impedito lo svolgimento della manifestazione indetta per lunedì sera
con partenza alla stazione di Lugano” contro patriarcato, razzismo e islamofobia”.
La ricorrenza dell’8 marzo era sicuramente propizia alla tenuta di una simile
manifestazione che per orario, luogo e dimensioni non rappresentava certo né un
pericolo, né un’infrazione alle direttive in materia di Covid. Val la pena notare che
in molte occasioni, simili manifestazioni sono state tollerate.
Singolare che i media in questi ultimi giorni abbiano a più riprese diffuso e
commentato con simpatia e comprensione le immagini della manifestazione non
autorizzata di Coira che invocava la riapertura immediata di tutte le attività e che
la stessa “comprensione” non venga mostrata nei confronti di una manifestazione
(assai più limitata) a difesa di principi democratici fondamentali.
E che dire poi della stessa polizia che, il giorno prima, ha permesso a un centinaio
di tifosi dello Zurigo di sostare indisturbati sia di fronte all’albergo che ospitava la
squadra, sia di fronte allo stadio di Cornaredo. Siamo evidentemente di fronte al più
classico dei due pesi due misure.
Quanto successo lunedì sera alla stazione rappresenta quindi un atto di
provocazione bella e buona da parte della polizia; presentarsi in forze con squadre
in tenuta antisommossa per impedire una tutto sommato limitata manifestazione
non può che provocare la reazione e lo scontro.
È forse proprio quello in cui speravano la polizia e le autorità che l’ha inviata a
vedere le reazioni e la campagna in atto contro il Molino, con i proclami e gli appelli
per una “soluzione finale” nei confronti della decennale esperienza autogestita.
L’MPS rivendica il diritto di manifestare, in particolare in concomitanza con
momenti importanti e su questioni fondamentali come quelli al centro della
giornata dell’8 Marzo, condanna l’atteggiamento provocatorio della polizia e di chi
l’ha inviata.

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