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Pubblichiamo l’intervento di Chiara Lepori, militante del PS di Lugano e vicepresidente dell’ATA-SI, sul PSE. L’intervento è stato pronunciato in occasione dell’assemblea del PS di Lugano dello scorso 24 febbraio. Ricordiamo che Chiara Lepori parteciperà, unitamente a Martino Rossi, Matteo Poretti e Barbara Di Marco, alla diretta facebook organizzata dall’MPS sul tema il prossimo 17 marzo alle ore 20.00. (Red)

La nostra municipale Cristina, su questo stesso sito del PS di Lugano, ha recentemente presentato il concetto di città sobria. Sono perfettamente d’accordo: la sobrietà sta alla base dello sviluppo sostenibile, della solidarietà sociale e – in ultima analisi – del nostro programma politico. Ora, se le parole hanno un senso, credo che si possa tranquillamente affermare che il progetto del Polo sportivo e degli eventi (PSE) è tutto fuorché sobrio, quindi contrario ai nostri ideali e ai nostri principi. Cercherò ora di argomentare la mia posizione.

La nostra città ha un problema grave: l’enorme fervore edilizio produttore di alloggi che ormai rimangono vuoti. Purtroppo, se il piano regolatore lo permette, non si può impedire ai proprietari di costruire, ma non è proprio il caso che il Pubblico favorisca anch’esso questa edificazione forsennata, che ha un forte impatto ambientale e rischia di provocare una bolla con conseguenze imprevedibili. Il principio della sobrietà spingerebbe invece a costruire soltanto ciò che è veramente necessario.

D’altra parte, il PSE non è nemmeno connotato socialmente (non è per esempio un quartiere intergenerazionale, né una cooperativa e non si tratta di alloggi a pigione moderata): per questo vi sono delle proposte molto più interessanti (ex PTT a Viganello, via Lambertenghi a Molino Nuovo, …) che rischiano, a causa delle spese per il PSE, di non essere mai realizzate.

Non è nemmeno un quartiere ecologico: la mobilità è prevista essenzialmente con il mezzo privato (vi sono molti posteggi) e, specialmente, il quartiere abitativo si situa parzialmente a ridosso della nuova strada a quattro corsie, chiamata Via Stadio, pianificata da est a ovest attraversando il prezioso terreno comunale, dove ora si trova il posteggio alberato. Contro questa strada il Municipio di Lugano non ha mosso un dito, mentre l’Associazione Traffico e Ambiente e la Società Ticinese per l’Arte e la Natura hanno interposto ricorso al Tribunale amministrativo. È emblematico il fatto che la nuova strada non figuri chiaramente negli schizzi e disegni presentati dai promotori e dal Municipio, che invece sottolineano la valenza ambientale del progetto. Ma, se le parole hanno un senso, chi di voi andrebbe ad abitare in un quartiere “ecologico” a ridosso di una strada a quattro corsie? Nemmeno così salutare per “i nostri giovani” che si allenano nei campi da calcio.
Anche lo spostamento dell’amministrazione comunale e della polizia (al di là dell’opportunità sulla quale non mi esprimo) risente dello stesso problema. Chi andrà mai ad occupare gli spazi che si libererebbero in centro, data l’entità dello sfitto a Lugano?

Sobrietà significa che occorre analizzare onestamente quali sono le necessità e poi procedere a mettere a norma o ricostruire lo stadio e gli spazi per i giovani secondo le esigenze individuate. Martino Rossi ci ha spiegato che un progetto c’è già e mi sembra che esso rientri assolutamente in quel che si può intendere con un progetto sobrio.

Quante volte abbiamo detto che dopo la pandemia (e vista la crisi climatica) sarà necessario ripartire su altre basi? Ora, se vogliamo tener fede a quello che diciamo, il progetto va ridimensionato. Bisogna avere il coraggio di farlo: dopo un anno di pandemia e vista la sovrabbondanza di alloggi che ci ritroviamo, un ripensamento è più che giustificato anche da parte di coloro che in passato hanno sostenuto il progetto.
Per concludere, mi pare che le modifiche proposte dalla Direzione e dal gruppo in Consiglio Comunale siano in generale poco pregnanti: dei semplici auspici come “ricercare un accordo con l’investitore privato” oppure “massimizzare la zona verde” che il Municipio può tranquillamente accogliere, visto non lo legano più di tanto (a Lugano vi sono anche delle – nostre – iniziative popolari non attuate, figuriamoci!).

Infine, car* amic* e compagn*, pensiamoci bene prima di approvare questo progetto, perché il referendum ci sarà e la realtà verrà sviscerata nel dibattito: non vorrei che fossimo costretti ad “arrampicarci sui vetri” per difendere un progetto che va palesemente contro il nostro programma politico.

*iscritta al PS di Lugano e vicepresidente dell’ATA-SI.