Paese: Francia

Francia. Il fallimento del governo Barnier mostra l’impossibilità di un compromesso democratico con il capitale

Il fallimento del governo Barnier è soprattutto il fallimento del tentativo di gestire le contraddizioni interne del capitale in un quadro parlamentare. Nominando l’ex commissario europeo come primo ministro nel...

Francia. Il Re è nudo, ma vuole continuare a comandare

Pubblichiamo la dichiarazione del Nouveau Parti Anticapitaliste (NPA – Anticapitaliste) dopo il discorso di Macron. (Red)Nel suo discorso, Emmanuel Macron ha potuto solo constatare il fallimento della sua politica. Nonostante...

Dal male macroniano non nasca solo il peggio

La situazione francese è paradigmatica di quella internazionale: vede la crisi del neoliberismo favorire l’avvento di destre pericolose. Ma in Francia si sono generati anche anticorpi sociali e democratici Ida...

Francia. La mobilitazione contro Barnier e il Rassemblement Nationale si fa attendere

Il 1° ottobre, in Francia, si sono tenute sia la dichiarazione di politica generale di Michel Barnier, il primo ministro dissotterrato da Macron per presentare una finzione di cambiamento, sia...

Francia. Il governo dei perdenti

Sabato sera, la presidenza francese ha annunciato formalmente l’insediamento del nuovo governo Barnier, che oggi, lunedì 23, terrà la sua prima seduta. Il neo presidente del consiglio, dopo 16 giorni...

Francia, “persone comuni” in una situazione non comune

Nelle elezioni legislative, il voto al Nuovo Fronte Popolare ha espresso un massiccio rifiuto di ogni ipotesi di accesso al governo del Rassemblement National (RN) di Jordan Bardella e di...

Francia. Macron, governo, garbugli e pericoli

La vicenda sviluppatasi attorno al problema della nomina del nuovo governo francese si ingarbuglia sempre più. Come abbiamo riferito, venerdì scorso, durante il suo incontro all’Eliseo, Lucie Castets, la candidata...

Francia. Dopo il 7 luglio, che fare? Trasformare la tregua in un’alternativa di potere

Il Presidente francese Emanuele Macron ha mostrato tutte le sue concezioni autoritarie antidemocratiche, assumendo la decisione di mantenere in piedi fino alla fine dei Giochi Olimpici il suo vecchio governo,...

Francia. Costruire una sinistra di rottura

Le elezioni legislative e il loro inaspettato risultato hanno creato una nuova situazione politica e accelerato la crisi del macronismo, mettendo la sinistra di fronte alle proprie responsabilità. In questo...

Parigi. Le Olimpiadi e i “poveri bastardi”

Mercoledì 17 luglio, più di 200 senzatetto, uomini, donne e giovani, sono stati evacuati dai loro rifugi di fortuna nella zona nord di Parigi. Si è trattato della terza evacuazione...

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Difendiamo il servizio civile! Firmiamo il referendum contro la revisione della legge sul servizio civile

In poche parole

Cambiare cassa malati. Una soluzione, ma per chi?

Di fronte all’ennesimo aumento dei premi, la risposta sembra sempre la stessa: cambiare cassa. È il consiglio che ripetono governo, media, associazioni dei consumatori e consulenti, presentandolo come la strada più semplice per risparmiare.
Ma funziona davvero per tutte e tutti?
I dati pubblicati dall’Ufficio federale della sanità pubblica dicono altro. Tra il 2022 e il 2023 solo l’8,9% degli assicurati ha cambiato cassa: per loro la riduzione dei premi è stata in media inferiore all’1%, mentre chi è rimasto fedele ha subito un aumento del 6,6%.
E chi riesce a guadagnarci? Soprattutto i giovani: oltre il 10% tra i 26 e i 40 anni ha cambiato cassa, ma la quota scende sotto il 2% tra gli over 71. A pesare è anche la franchigia: il 14,4% di chi ha scelto quella massima di 2’500 franchi ha cambiato assicuratore, contro il 6-7% di chi ne ha una più bassa. Infine, le spese sanitarie: più del 10% di chi spende meno di 1’000 franchi all’anno ha cambiato cassa, contro meno del 5% di chi supera i 10’000.
Il cambio di cassa premia chi è giovane, sano e spende poco, mentre penalizza gli anziani e i malati cronici, frenati dalla burocrazia o dal timore di complicazioni nell’accesso alle cure. Risultato: il mercato dei cambi non rafforza la solidarietà, ma la indebolisce, ampliando la distanza tra chi gode di buona salute e chi ha più bisogno di cure. Alla faccia della solidarietà tra giovani e meno giovani, tra sani e malati che dovrebbe essere alla base della LAMal.

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